Ormai 60 anni fa, proprio in Messico, la prima vittoria Honda con una vettura storica
La rincorsa mondiale di Max Verstappen passerà inevitabilmente dal GP di Città del Messico, che partirà questa sera con le prove libere. Non sarà un week-end banale per chi sta provando a spingere Max (in tutti i sensi) verso la conquista del 5° mondiale, ovvero Honda. Il costruttore giapponese festeggerà, in questi giorni, i 60 anni esatti dalla prima vittoria in F1 proprio sul circuito dell’America Centrale.
Quando Honda fece il suo ingresso in Formula 1 nel 1964, la competizione era dominata da squadre europee come Ferrari, Lotus, e BRM. Il marchio giapponese, con la sua grande esperienza nelle competizioni motociclistiche, decise di entrare nel mondo delle quattro ruote con l’ambizione di battere i giganti del motorsport europeo. Dopo un primo anno di assestamento, nel 1965 il team giapponese si presentò al Campionato del Mondo con una vettura che avrebbe cambiato le sorti della sua partecipazione alla Formula 1: la Honda RA272.
Questa splendida monoposto rappresentò un perfetto esempio di ingegneria avanzata per l’epoca. Era una vettura che, sotto il punto di vista tecnico, si distinse per l’adozione di un motore V12 a 60 gradi, progettato per sfruttare al massimo la potenza e la versatilità, un cambiamento radicale rispetto ai motori a 4 e 8 cilindri che dominavano la Formula 1 di quel periodo. Il motore V12 della RA272, sviluppato dai tecnici Honda, aveva una cilindrata di 1.493 cc ed era capace di erogare circa 220 cavalli a 11.500 giri/min.
Per l’epoca, la potenza era notevole e si rivelò decisiva soprattutto in circuiti come quello messicano, che presentava un’altitudine elevata, con 2.240 metri sul livello del mare, riducendo la densità dell’aria e creando sfide uniche per i motori. La capacità della RA272 di adattarsi a queste condizioni difficili dimostrò la solidità e l’affidabilità del motore giapponese.
La gara vide Richie Ginther partire dalla terza posizione sulla griglia di partenza, con il compagno di squadra Ronnie Bucknun più indietro. La corsa iniziò con Jim Clark che prese il comando con la Lotus: dopo pochi giri il pilota scozzese, come molti altri, dovette fare i conti con problemi di affidabilità e di gestione del motore. Ginther, che aveva un passo gara costante e senza errori, riuscì a superare i principali avversari, approfittando anche di alcuni ritiri. La sua prestazione, caratterizzata da una grande precisione e gestione, lo portò a tagliare il traguardo in prima posizione, con un vantaggio di poco più di due secondi su Dan Gurney. Al terzo posto a oltre un minuto arrivò Mike Spence.
Il Gran Premio del Messico del 1965 si concluse con diversi verdetti interessanti. Fu l’ultimo GP della stagione; fu vinto dalla Honda che ottenne la sua prima vittoria in campionato così come Ginther; le gomme Goodyear furono prime e seconde (il monopolio Dunlop fu finalmente rotto); l’ultimo motore Climax a concludere a podio prima del ritiro arrivato nel corso di quella stagione.
Immagine: Honda
AVVISO: Se vuoi ricevere le notifiche dei nuovi articoli pubblicati, scegliendo tu per quali categorie abilitare gli avvisi, collegati al nostro NUOVO GRUPPO TELEGRAM
Stai visualizzando da visitatore. Accedi o registrati per navigare su P300.it con alcuni vantaggi
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.
Supporta P300.it
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi sostenere il nostro lavoro, puoi aiutarci con un piccolo contributo.P300.it è una realtà totalmente indipendente, il tuo supporto è per noi importante.


