Il weekend australiano inizia – stranamente – con nuove polemiche
Ormai sembra una prassi quella che vede una polemica nuova a gara nascere in Formula 1. La miccia è stata (ri)accesa ieri da Susie Wolff, con la denuncia penale nei confronti della FIA per presunte mancanze in relazione al caso lampo del conflitto di interessi del dicembre scorso.
Ad appoggiare la decisione della Wolff è Lewis Hamilton. Il sette volte iridato si è espresso nel media day di Melbourne schierandosi apertamente – ed inevitabilmente – dalla parte della General Manager della F1 Academy: “Sono incredibilmente orgoglioso di Susie, penso che sia coraggiosa e rappresenti grandi valori. È un vero leader e in un mondo dove spesso le persone vengono zittite, il fatto che si stia schierando trasmette un messaggio importante.
Approvo che abbia portato questo discorso al di fuori dei confini sportivi, perché c’è una vera mancanza di responsabilità, all’interno di questo sport, della FIA. Ci sono cose che accadono dietro porte chiuse, non c’è trasparenza, non c’è davvero responsabilità quando invece ne abbiamo. Penso che anche i tifosi ne abbiano bisogno. Come puoi fidarti dello sport e di ciò che sta accadendo se non hai fiducia? Spero che questa presa di posizione porti a dei cambiamenti e abbia un impatto positivo soprattutto per le donne.
Questo è uno sport dominato ancora dagli uomini e stiamo vivendo un periodo in cui il messaggio è che se presenti un reclamo sarai licenziato. Questo è terribile, specialmente quando parliamo di inclusività nello sport. Dobbiamo assicurarci di rimanere fedeli ai valori fondamentali”.
Non è mancata una stoccata pesantissima diretta al Presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, sul quale si è pronunciata ieri la Federazione sollevandolo dalle accuse di aver avuto ingerenze in due occasioni durante lo scorso mondiale. Alla domanda se il Presidente avesse ancora il suo sostegno, Hamilton è stato chiaro: “Non l’ha mai avuto”.
Immagine di copertina: Media Mercedes
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