Ross Brawn, quasi profetico, ne aveva parlato proprio pochi giorni prima del Gran Premio d’Italia. Le penalità in griglia sono un altro di quei fattori che rendono cervellotica la comprensione della F1 ai più.
Sabato, tra Parco Chiuso e penalità, il caro Ross avrà sicuramente preso nota di una situazione al limite del grottesco. Perché non solo i poveri spettatori infreddoliti e bagnati in tribuna a Monza hanno dovuto attendere tre ore per vedere la fine delle qualifiche, ma il risultato finale della pista è stato poi stravolto dalle penalità che hanno colpito nove piloti su venti.
Praticamente la metà dei driver, infatti, non sono partiti dalla casella guadagnata nella tragicomica sessione di sabato pomeriggio, durata il doppio della gara. Tra questi il duo Red Bull, originariamente in seconda e terza posizione: considerata la prestazione in gara, sicuramente per Verstappen e Ricciardo la giornata di ieri avrebbe potuto regalare soddisfazioni maggiori.
Senza entrare nei dettagli, che potete recuperare facilmente dal sito della FIA, questo è l’elenco della spesa post qualifiche:
Carlos Sainz, +10 posizioni
Fernando Alonso, +35
Daniel Ricciardo, +25
Max Verstappen, +20
Nico Hulkenberg, +10
Jolyon Palmer, +15
Stoffel Vandoorne, +25
Romain Grosjean, +5
Sergio Perez, +5
Il risultato di questa ecatombe è che per esempio Sergio Perez, qualificatosi undicesimo, si è trovato poi in decima posizione sulla griglia per le sanzioni più importanti di chi si era qualificato davanti a lui.
Quello delle penalità in griglia è un sistema che ha mostrato più volte dei limiti ma che, in occasione del Gran Premio d’Italia, ha decisamente superato quello della convenienza. Si tratta, oltretutto, di un sistema che rischia di mescolare le carte sempre più con l’andare della stagione e il raggiungimento del limite delle componenti. Obiettivo forse voluto, sia chiaro: ma nel momento in cui metà griglia è rivoluzionata, non ha quasi più senso far correre le qualifiche.
Si spera che Brawn, già poco fan di questa pratica, si sia convinto ad anticipare al prima possibile la sua eliminazione, lasciando che le qualifiche parlino da sé senza carte e dadi a rivoluzionare in seguito posizioni e meriti.
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