La vittoria di Piastri, la prima in F1, ha tolto 7 punti a Lando Norris rispetto a Verstappen. È stata giusta la scelta di Woking?
Gli ultimi giri del Gran Premio d’Ungheria sono trascorsi con l’enorme dubbio tra gli appassionati: lascerà, Lando Norris, passare Oscar Piastri restituendogli la posizione? Le fasi di fine gara, caratterizzate da decine di team radio, sono state sicuramente concitate. Piastri aveva condotto bene la corsa dopo aver guadagnato la prima posizione in partenza e la necessità – che in realtà non c’era – di coprire l’inglese da un attacco di Hamilton ha portato Norris a fare undercut sul compagno, trovandosi poi al comando all’inizio dell’ultimo stint.
Da lì la gara è diventata interessantissima. Con Verstappen in difficoltà e costretto a tentare sorpassi improbabili, Norris aveva la possibilità di recuperare 15 punti in un solo colpo sull’olandese, portandosi da 84 a 69 punti in classifica. Inoltre, mentre l’inglese veniva invitato a restituire la posizione al compagno, il vantaggio su Piastri aumentava di decimi al giro, passando dai tre secondi iniziali a quasi sei. Insomma, il dubbio che Norris volesse portarsi a casa la vittoria in barba agli ordini di squadra è stato fortissimo. Solo nel finale l’inglese ha ceduto il passo all’australiano concedendogli una vittoria tutto sommato meritatissima.
Ha fatto bene però McLaren, vista l’attuale situazione tecnica, a perdere 7 punti con Norris? Si tratta di una domanda alla quale, lo premettiamo, è difficilissimo dare una risposta, perché le variabili sono tantissime. Come detto, Norris aveva 84 punti di ritardo da Verstappen in classifica, un divario che sarebbe stato definito incolmabile solo poche settimane fa. Con McLaren diventata prima forza in queste ultime uscite, quei sette punti alla fine dell’anno potrebbero diventare un rimpianto non da poco.
Al tempo stesso, negare una vittoria meritata a Piastri sarebbe stato probabilmente deleterio per gli equilibri interni alla squadra. Chiedere un aiuto a Piastri se ce ne fosse stato bisogno da qui a fine stagione sarebbe stato complicato e, probabilmente, Andrea Stella e i suoi ingegneri hanno valutato che quei 7 punti persi per Norris a Budapest potranno essere “recuperati” nel corso dell’anno se la lotta al titolo dovesse diventare seria e ci fosse necessità di uno o più “sacrifici” da parte dell’australiano.
Il caso di domenica ha portato alla memoria una situazione molto simile che riguarda sempre Andrea Stella. Nel 2010, l’italiano era ingegnere di pista di Fernando Alonso in Ferrari e, nel GP di Germania, si verificò una situazione simile. Alonso, dopo il GP di Gran Bretagna, era distante 47 punti dall’allora capoclassifica Lewis Hamilton. In quel GP era il suo compagno Felipe Massa a guidare la corsa: il brasiliano aveva l’opportunità di tornare alla vittoria ad un anno dal tremendo incidente di Budapest del 2009, quando fu colpito dalla molla persa dalla BrawnGP di Barrichello dovendo rinunciare al resto della stagione.
La decisione della Ferrari, però, fu opposta a quella di pochi giorni fa. Con un perentorio “So, Fernando is faster than you, can you confirm you understood this message”, impartito dal muretto da Rob Smedley, Massa rallentò lasciando la vittoria allo spagnolo, che recuperò così 13 punti su Hamilton portandosi a -34. Alla fine dell’anno Alonso si sarebbe trovato a lottare all’ultima gara per il titolo nella drammatica Abu Dhabi, che avrebbe poi sorriso a Sebastian Vettel.
Quella di Hockenheim fu l’ultima occasione per Massa di vincere un GP: non ci sarebbe più riuscito, rimanendo fermo all’altrettanto drammatico successo del Brasile del 2008, nel quale sfiorò per una ventina di secondi la possibilità di diventare campione del mondo prima del sorpasso di Lewis Hamilton su Timo Glock. Al tempo la decisione della Ferrari fu contestata per il colpo morale impartito al brasiliano: reduce da un incidente quasi mortale, privato di un successo che lo avrebbe ristabilizzato almeno mentalmente. Una vittoria che, come si è valutato pochi giorni fa, avrebbe potuto restituire un Massa più collaborativo e “aiutante” nella seconda parte di stagione. Non ci furono però dubbi sull’agire per avere punti e subito in cascina per lo spagnolo.
Curioso è il fatto che in due situazioni così simili rientri Andrea Stella a 14 anni di distanza, anche se con ruoli decisamente diversi. Certo, la differenza in classifica da Hamilton al tempo era quasi dimezzata rispetto a quella di Norris e, quindi, la Ferrari si sentiva ancora potenzialmente in lotta. Ma è interessante notare come le valutazioni possano cambiare in casi simili. Per questo è difficile rispondere alla domanda del titolo: solo a fine stagione sapremo se McLaren avrà fatto bene o meno a concedere la vittoria all’australiano. E chissà se, in quei giri concitati, a Stella quel giorno di 14 anni fa è tornato alla mente nel valutare questa decisione…
Immagine di copertina: Media McLaren
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