F1 | GP Ungheria 2022: il mistero dell’oggetto incastrato nella F1-75 di Carlos Sainz. Non sembra un semplice sacchetto…

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
3 Agosto 2022 - 10:25
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Sulla Ferrari di Sainz, tra il 3° ed il 14° giro, compare quello che viene poi identificato come semplice sacchetto incastrato nelle feritoie di destra. Ma c’è più di un dubbio a riguardo

In un GP Ungheria colmo di spunti di analisi e riflessione, non manca certo spazio per un piccolo mistero. Riguarda Carlos Sainz: o, per meglio dire, la sua F1-75. Non è passato inosservato, infatti, un “oggetto” identificato dallo stesso spagnolo come sacchetto o busta incastrato tra le feritoie superiori della pancia di destra della F1-75 #55, come potete notare dall’immagine di copertina. Abbiamo indagato meglio su quanto successo e, quindi, vi riportiamo quello che abbiamo scoperto.

Abbiamo cercato prima di tutto di capire quando e come questo oggetto può essersi incastrato con precisione all’interno del cofano motore. Partendo dalla tempistica, possiamo dare per certo che questo sia avvenuto tra il 3° giro (in cui non era visibile) ed il 14°, ovvero i due momenti nei quali la fiancata destra della Ferrari dello spagnolo viene ripresa dalle telecamere, impegnate a seguire per lo più la rimonta delle Red Bull di Verstappen e Pérez. Possiamo quindi dire che almeno dal 14° passaggio Sainz ha dovuto correre con questo piccolo problema, dato che un oggetto che ostruisce oltre la metà degli sfoghi di una fiancata può provocare un innalzamento delle temperature.

L’oggetto resta esattamente in questa posizione per tutto il resto della gara. Durante le soste ai box nessun meccanico cerca di rimuoverlo e non ci sono segnalazioni via radio al pilota, che si accorgerà della presenza solo al termine della gara parlando genericamente, appunto, di un “sacchetto”.

Cosa non torna

Le dimensioni di questo oggetto sono generose ed il colore giallo inequivocabile e facilmente distinguibile, specialmente se sull’asfalto o “volante”.

Abbiamo quindi rivisto più volte l’onboard della monoposto di Sainz per capire quando è avvenuto il fatto ma… non c’è alcuna traccia di oggetti di colore giallo di dimensioni notevoli che si infilano con precisione chirurgica all’interno dell’imboccatura della pancia di destra.

E, considerato che in pista si notano detriti di pochi centimetri è oggettivamente difficile perdersi una busta, un sacchetto o dir si voglia di queste proporzioni. Oltretutto, Sainz percorre tutti i primi 14 giri dalle spalle di George Russell: tanto meno dalla Mercedes viene “sparato” un qualcosa di lontanamente simile.

Da dove è arrivato allora questo oggetto? Il mistero si infittisce se aggiungiamo che è impossibile che una busta possa entrare nelle imboccature delle pance ed arrivare fino alla zona delle feritoie. Le imboccature servono a portare aria ai radiatori (disposti al di sopra di esse) ma sono “chiuse”, non hanno aperture e di certo è poco immaginabile un sacchetto che attraversa un radiatore. Nel peggiore dei casi impedirebbe al radiatore stesso di ricevere sufficiente quantità d’aria facendo salire le temperature, ma nel caso i sensori rileverebbero un’anomalia ed il pilota verrebbe avvertito. Un po’ quello che succede quando una classica visiera a strappo finisce in una presa d’aria dei freni.

È possibile che si sia incastrato direttamente sulle feritoie arrivando, diciamo così, dall’alto? No, perché le feritoie sono studiate per evacuare aria e non per riceverla. Un oggetto simile ad una busta non avrebbe modo di trovare un “appiglio” per incastrarsi. Non sarebbe nemmeno questo il caso, perché si capisce chiaramente che l’oggetto è incastrato dall’interno. Infine, ovviamente, si sarebbe visto ancor di più dall’onboard. Escludiamo anche la possibilità che un tale oggetto, viste le dimensioni, sia potuto entrare dall’airbox. Anche qui si sarebbe notato dalla telecamera posizionata proprio sopra di esso e, comunque, non avrebbe poi potuto raggiungere quella zona.

sainz

In questa immagine si nota l’oggetto al di là dell’alettone anteriore in una delle due soste ai box di Sainz. Ed anche la sua forma lascia qualche dubbio.

Da questo ingrandimento la forma e la consistenza non sembrano quelli di un normale sacchetto.

Immagine: Paolo Filisetti

E se in realtà non fosse un oggetto esterno, ma un qualcosa di interno al cofano come un rivestimento o una protezione termica separata dal suo alloggiamento? Nella foto sopra, di Paolo Filisetti, si nota un rivestimento termico posizionato proprio nella zona delle feritoie. Potrebbe quindi essere questo l’oggetto di cui stiamo parlando.

Se consideriamo che non ci sono evidenze dall’onboard né team radio che ne parlano, i meccanici non tentano di estrarlo dalle feritoie e non può essere passato tramite l’imboccatura, il dubbio che non si tratti di un elemento esterno aumentano.

Al di là di tutto, la domanda importante è comunque una: può aver influito tutto questo sulle prestazioni di Sainz? Difficile. Sebbene lo spagnolo abbia corso con un ritmo inferiore a quello di Leclerc (lo scopriremo nell’analisi del GP Ungheria, in pubblicazione oggi) è improbabile che l’ostruzione di parte degli sfoghi abbia potuto creare un calo di prestazioni. Come detto, un eventuale innalzamento delle temperature verrebbe segnalato al pilota e soprattutto, durante i pit stop, si tenterebbe di rimuovere l’oggetto incriminato, cosa effettivamente non successa durante le lunghe soste ai box (attorno ai quattro secondi) dello spagnolo.

Immagini: Media Ferrari, ANSA

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