F1 | GP Ungheria 2022, Analisi: Ferrari in difficoltà solo con Sainz, Leclerc è il più veloce ma la strategia lo penalizza. Ottimo Hamilton

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
3 Agosto 2022 - 14:35
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L’analisi di P300.it del GP Ungheria 2022 tra strategie, gomme e polemiche per le scelte della Ferrari

Per le circostanze verificatesi nel corso delle qualifiche, con la pole di George Russell davanti alle Ferrari e Lewis Hamilton, Max Verstappen e Sergio Pérez arretrati, il GP Ungheria 2022 si è rivelato uno dei più interessanti sotto il profilo delle strategie.

Da un lato la Ferrari, convinta dei propri mezzi dopo le sessioni del venerdì, doveva trovare il modo di scavalcare la Mercedes dell’inglese, alla prima pole della carriera. Dall’altro la Red Bull, complice una qualifica condizionata da diversi problemi, aveva necessità di recuperare terreno su una delle piste storicamente più ostiche per le possibilità di sorpasso.

Il risultato è stato quello di una gara intensa, nella quale le scelte pre e durante il suo corso hanno inciso in modo determinante sulla classifica finale.

In questa analisi ripercorreremo i fatti di Budapest per capire come i valori in campo e le strategie hanno portato alla vittoria di Verstappen e al risultato negativo della Ferrari, ampiamente criticata nel post gara.

gp ungheria

Iniziamo con l’analizzare le gomme a disposizione. Tranne Sergio Pérez, che non ha disputato il Q3 e ha quindi una soft nuova in più, tutti gli altri piloti dei top team hanno nel loro paniere due set di medie nuove, uno di hard nuove e tre di soft usate.

Nelle indicazioni di Pirelli per le strategie le varie opzioni prevedevano anche l’utilizzo della gomma hard, principalmente per gare ad una sosta o con una possibile combinazione a due. Probabilmente, però, in condizioni di temperatura normali per questa gara.

Hannah Schmitz, stratega della Red Bull, ha infatti spiegato a Sky Sport UK le difficoltà nel capire quale gomma scegliere per l’inizio del GP Ungheria, in considerazione delle condizioni della pista, con la pioggia che sembrava in imminente arrivo e le temperature più fredde del previsto. Importante l’input dei piloti, che sin dai giri pre griglia hanno segnalato le difficoltà di tenere la monoposto in pista. Questo ha portato alla scelta definitiva di partire con le morbide. Una piccola scommessa che però ha pagato, con Verstappen e Pérez capaci di rimontare diverse posizioni nei primi giri avvicinandosi così ai primi.

La stessa scommessa viene fatta da Mercedes con George Russell, al quale vengono cambiate gomme prima di partire. Lui, Verstappen e Pérez partono quindi con le soft (nuove per il messicano), mentre le due Ferrari e Hamilton optano per le medie.

Abbiamo parlato nel nostro articolo precedente del mistero sulla F1-75 di Carlos Sainz, con l’oggetto non meglio chiarito rimasto incastrato nelle feritoie della pancia destra. È tuttavia difficile che questo abbia potuto influire sulle prestazioni dello spagnolo, anche in considerazione delle temperature fresche viste in Ungheria.

Nei primi 16 giri del GP Ungheria le due Red Bull dal 10° e 11° posto e Lewis Hamilton dal 7° recuperano posizioni, portandosi in coda ai tre di testa e con un distacco non esagerato. Pérez perde terreno da Verstappen ma a sua volta è in sesta posizione. Tra questo giro ed il 21° tutti i piloti di testa si fermano per le rispettive soste ai box: Russell e Verstappen al 16°, Sainz al 17°, Pérez al 18°, Hamilton al 19° e Leclerc, ultimo, al 21°. In questo momento tutti e sei i piloti top montano gomma media nuova.

Al rientro in pista il monegasco ha recuperato una posizione su Sainz, il cui pit stop è lunghissimo – 3.74 secondi – e si lancia all’inseguimento di Russell, dal quale ha 3 secondi di ritardo.

In questi dieci giri Russell vede Leclerc avvicinarsi rapidamente: l’inglese della Mercedes non ha il passo né per contenere il monegasco, dal quale si difende strenuamente più volte, né per contrastare il ritorno degli altri piloti. Sainz e Verstappen recuperano 2 secondi sul gruppo di testa, Hamilton e Pérez 3.

Leclerc si libera proprio all’inizio del 30° passaggio di Russell e scappa via dall’inglese, che continua a faticare con le medie. Ma non è il solo ad avere problemi, perché Carlos Sainz non riesce a sua volta ad avvicinarsi alla Mercedes e le resta alle spalle.

In questa fase Leclerc guadagna su tutti i suoi inseguitori, con il vantaggio di gomme più fresche di tutti. Le medie di Charles hanno infatti 5 giri in meno rispetto a Russell e Verstappen, quattro in meno di Sainz, due in meno di Hamilton e Pérez. In buona sostanza, in questa fase di gara la Ferrari ha la possibilità di vincere la gara.

Lo stesso Leclerc ha dichiarato, alla fine del GP Ungheria, di aver chiesto di allungare il secondo stint e i tempi gli danno assolutamente ragione, perché con strada libera il monegasco guadagna sensibilmente su chi lo segue. Tra il 30° ed il 37° giro allunga a 5.4 su Russell, 6.6 su Sainz che non riesce a passare l’inglese e oltre 7 secondi su Verstappen, giunto ormai sulla coda della Ferrari #55. Su Hamilton i secondi di vantaggio sono 12.6, dato da tenere a mente.

Il momento chiave del GP Ungheria

gp ungheria

A questo punto Red Bull si trova con Verstappen in pista da 22 giri con il primo set di medie e in procinto di lotta con Sainz e Russell. Per non fargli perdere tempo si decide di fermare l’olandese al termine del 37° passaggio per tentare un undercut su entrambi i rivali. Il tentativo funziona con Russell, che viene sopravanzato mentre Sainz resta in pista con le medie.

Ma l’inaspettato arriva dall’altra Ferrari, quella di Leclerc. La quale, con ancora il passo migliore di tutti, viene inspiegabilmente fermata dopo uno stint di soli 18 giri. Di conseguenza, senza più gomme medie da poter montare e vista l’impossibilità di chiudere 31 giri con le soft, il monegasco viene “condannato” all’utilizzo delle hard con 28°C sull’asfalto e poco più di 20 nell’aria: hard che già non stanno funzionando sulle Alpine ma che, nel loro caso, dovranno durare oltre 45 giri.

Difficile interpretare la scelta della Ferrari, che di fatto spezza una strategia fino a questo momento ottima e portata avanti da Leclerc con un passo importante, decisamente migliore di quello di Carlos Sainz; a dimostrazione, contrariamente alle analisi dell’immediato post gara, che il problema non era nella F1-75 in sé ma nello specifico in quella dello spagnolo. Difficile capire se ci sia stata o meno la volontà di coprire – per un motivo sconosciuto – Verstappen che correva su una strategia completamente opposta. Fatto sta che l’errore è stato il più macroscopico della stagione insieme a quello di Silverstone, dove si era deciso di non effettuare una doppia sosta con tutto il tempo necessario a disposizione per operarla.

Il passaggio alle hard è così traumatico che Leclerc percorre il giro out in 1:45.325. Verstappen, nel suo giro out, fa segnare 1:39.455 recuperando 6 secondi in un colpo solo e praticamente non crede ai suoi occhi quando si trova di fronte la Ferrari #16 sul ghiaccio. Il primo sorpasso arriva all’inizio del 40° giro ma, al termine dello stesso, Max è protagonista del 360° che lo rimette alle spalle della Ferrari. All’inizio del 45° passaggio la Red Bull torna davanti alla Rossa, con Sainz e Hamilton momentaneamente in testa alla corsa.

All’inizio del 21° passaggio del GP Ungheria il sette volte campione del mondo ha 11.5 secondi di ritardo da Carlos Sainz. Durante il secondo stint, praticamente a parità di giri, glieli recupera quasi tutti. Alla fine del 46° passaggio Lewis è a 2.3 dallo spagnolo, che si ferma al passaggio successivo per montare le soft e rientra in quinta posizione. Per Hamilton l’ultimo pit arriva alla fine del 51° giro: l’inglese monta a sua volta le soft, torna in pista alle spalle di Sainz con 10 secondi di ritardo dalla #55 (nei primi giri lo spagnolo recupera tanto con gomma morbida) ma parte subito alla rincorsa.

Il calvario di Leclerc, la cui gara è ormai compromessa, dura 15 giri. Il monegasco, in crisi, rientra al termine del 54° passaggio per montare le soft lasciando così in testa Verstappen, Russell, Sainz e Hamilton. Abbiamo accennato a come, prima della seconda sosta, Leclerc si trovasse con un vantaggio di 12.5 secondi sul sette volte campione e con una potenziale strategia simile. Bene, all’inizio del 57° passaggio il monegasco si trova 16 secondi dietro, per un totale di 28.5 secondi persi.

Hamilton, di suo, si rende protagonista di un’ottima rimonta che lo porta a scavalcare agilmente sia Carlos Sainz, impalpabile a parità di mescola, sia il compagno George Russell, svantaggiato dalle medie nel finale. Leclerc, persa la posizione anche da Sergio Pérez e relegato in sesta posizione, è il più veloce dei primi sei negli ultimi giri, ma ormai conta poco.

Max Verstappen conquista quindi la vittoria nel GP Ungheria davanti alle Mercedes di Lewis Hamilton e George Russell, con il sette volte campione a 8 secondi dalla Red Bull #1. Carlos Sainz chiude quarto davanti a Sergio Pérez e Charles Leclerc.

Considerazioni

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Dalla tabella sopra si nota anche visivamente come la Ferrari, con Leclerc, avesse inizialmente impostato una strategia buona. Addirittura, a posteriori, nonostante il monegasco sia stato l’ultimo a fermarsi, avrebbe potuto allungare di un paio di giri anche il primo stint. Il recupero su Russell sarebbe stato in ogni caso fulmineo. Quello che davvero stona è il voler rompere la strategia con un secondo stint cortissimo, oltretutto per un passaggio obbligato alle dure che ha definitivamente compromesso la gara del monegasco.

L’analisi degli stint, con la media dei giri “buoni” (esclusi quindi quelli sotto VSC e i giri in/out per i pit stop) mostra come Leclerc sia stato il più veloce nei primi due run. Nel terzo stint, mentre gli altri piloti hanno abbassato la loro media, il monegasco l’ha addirittura alzata di un decimo, per poi tornare ad essere il più veloce nella fase finale. Leclerc, in ogni caso, ha girato più forte di Sainz – eccezion fatta ovviamente per lo stint sulle hard – sconfessando in parte le valutazioni su un problema generale della F1-75 nella giornata di domenica. L’arrivo al traguardo con soli 16 secondi di distacco da Verstappen con una sosta in più lascia intendere che il monegasco avrebbe potuto quanto meno lottare per la vittoria finale. Da sottolineare anche la grande gara di Hamilton, capace di recuperare il divario da Russell, più in difficoltà rispetto a lui sul passo gara.

Interessante anche l’analisi dei giri in/out per i pit stop e dei tempi delle sole soste. Notare come, al momento decisivo, Verstappen abbia effettuato il suo giro out dalla seconda sosta in 1:39.455 (unico sotto il minuto e 40) contro l’1:45.325 di Leclerc, rimontando in un attimo tutto il divario che il monegasco si era costruito con costanza per poi vederlo svanire nei primi chilometri con le gomme hard.

I tempi delle soste mettono in luce come Red Bull sia avanti rispetto a tutti gli altri. Le quattro soste di Pérez e Verstappen sono tra le sei più veloci del GP (le altre due sono quelle di McLaren con Ricciardo). Nessuno tra Ferrari e Mercedes è riuscito a stare sotto i 5 secondi totali, con Carlos Sainz che ha perso praticamente quattro secondi solo con i suoi due pit stop. Un altro elemento su cui Ferrari dovrà lavorare duramente per rimettersi in pari.

Dall’analisi emergono queste conclusioni:

– Una possibilità concreta di vittoria Ferrari, con Charles Leclerc, è svanita per una scelta strategica davvero poco comprensibile. Il passo con le medie e con le soft dimostra che il monegasco aveva le carte in regola per conquistare la gara.
– I problemi della F1-75 con le temperature più basse si sono visti solo sulla monoposto di Sainz. Come detto, difficile che l’oggetto incastrato abbia inciso in misura importante. Più probabile che sia stato proprio lo spagnolo a non essere incisivo quanto il compagno.
– Dall’altro lato Red Bull ha preso le decisioni giuste al momento giusto per assicurarsi la vittoria con Verstappen, autore di un’ottima gara soprattutto nelle fasi iniziali, in cui era fondamentale recuperare posizioni.
– Ottima gara anche per Lewis Hamilton. Il sette volte campione del mondo ha surclassato sul passo George Russell meritando la seconda posizione finale alle spalle dell’olandese.

Immagine: Media Ferrari

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