F1 | GP Toscana 2020: l’incidente della ripartenza “parte” da George Russell [Video]

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
14 Settembre 2020 - 21:10
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L’inglese lascia scappare via Ocon e poi parte per riprenderlo, “ingannando” chi è dietro di lui

L’incidente del settimo giro del Gran Premio di Toscana ha sollevato un mare di polemiche tra i piloti e tra questi e la direzione gara, a causa delle norme relative alla Safety Car. Nel caso specifico della gara del Mugello è stato criticato il timing con il quale la vettura di sicurezza, che guidava il gruppo dopo l’incidente del via, ha spento le luci per informare i piloti dell’imminente ripartenza.

Dopo la gara ben dodici piloti sono stati richiamati per il comportamento sotto Safety Car. Oggi, invece, a parlare è stato direttamente Michael Masi. Il direttore di gara ha respinto le critiche sottolineando che non c’è necessità di rivedere l’attuale regolamento.

Come di consueto in queste situazioni P300.it ha analizzato le fasi della ripartenza, dalle quali si evince che il pilota dal quale è partita la catena di eventi che hanno portato all’incidente ed alla prima sospensione con bandiera rossa è George Russell.

Metà schieramento, infatti, stava seguendo il ritmo lento imposto da Valtteri Bottas. A centro gruppo, invece, si è formata una frattura che ha portato i piloti più arretrati ad accelerare troppo – e troppo presto – rispetto a quelli di testa.


Quello che segue è l’incidente a velocità normale ripreso da cinque camera car in ordine di posizione in pista: quelli di Esteban Ocon (decima posizione), Russell appunto (del quale è abilitato anche l’audio), Kevin Magnussen, Nicholas Latifi ed Antonio Giovinazzi.

A velocità normale è difficile cogliere tutte le sfumature di quanto successo, ma si può notare la rapidità con la quale gli eventi si verificano e la totale assenza di tempo a disposizione per reagire da parte di tutti i piloti.

Per capire meglio la dinamica abbiamo preparato anche una versione rallentata al 50%. Da questi paralleli manca Carlos Sainz, il cui onboard sarà mostrato successivamente.

Quello che si nota è che, fino ad Ocon, tutti i piloti sono sostanzialmente compattati. In uscita dalla Bucine, invece, Russell vede la Renault del francese allontanarsi procedendo verso il traguardo, con un buco di circa 25/30 metri (le piazzole sono distanti 8 metri tra loro) che si forma tra le due monoposto.

È a questo punto che Russell accelera per ricongiungersi con i piloti di fronte, ormai prossimi a ripartire con Bottas che detta il passo prima della linea di ripartenza. L’inglese, una volta presa velocità, capisce che il gruppo di testa non è ancora partito definitivamente e rallenta.

I piloti dietro di lui sono, però, lanciati a loro volta. Kevin Magnussen riesce a rallentare con la Haas portandosi alla stessa velocità di Russell anche perché riesce a vedere, oltre all’inglese, le altre monoposto di fronte.

Latifi, invece, non ha gli stessi riflessi essendo attaccato alla Haas e, arrivato ancora più veloce con la Williams, deve scartare per evitare la monoposto del danese, alla quale si affianca.

Un Latifi che, già alla Bucine, aveva rischiato di combinarla grossa proprio con la Haas, sfiorandola per pochi centimetri.

Dietro al canadese c’è Antonio Giovinazzi, a sua volta partito convinto di essere in bandiera verde. Quando Latifi scarta davanti a lui, l’italiano si trova un muro nelle forme della Haas di Magnussen e non può fare assolutamente nulla per evitarla.

Con un minimo scarto riesce ad evitare il contatto centrale picchiando sulla posteriore sinistra della monoposto.

A questo punto l’Alfa Romeo viene lanciata sulla Williams di Latifi dalla McLaren di Sainz, che colpisce in pieno il retrotreno della #99.

Il colpo finale arriva, appunto, dalla McLaren di Sainz, che abbiamo lasciato separata per un motivo. È infatti la vettura che picchia con la velocità maggiore in quanto lo spagnolo è l’ultima della fila, quello che più di tutti viene ingannato dalla situazione trovandosi completamente senza alternative. Se Giovinazzi ha un minimo spazio di reazione per scartare verso sinitra, Sainz si trova ancora più veloce creando – involontariamente, s’intende – il rischio più grande di tutta la sequenza, spingendo l’Alfa contro la Williams di Latifi e sollevandola sul lato destro da terra.

Fortunatamente la #99 ricade sul fondo piatto, ma il rischio corso è stato decisamente alto, con un Sainz frastornato e spaventato nel team radio subito dopo l’incidente.


Le critiche ai regolamenti sulla Safety Car, in quest’occasione, contrastano con un’azione singola (quella di Russell) che abbiamo spesso visto anche in passato. Nel momento in cui si perde il contatto con la monoposto davanti, indipendentemente da dove si trova la linea che vista il sorpasso, accelerare per ricucire il gap porta chi sta dietro ad aumentare il ritmo a sua volta e non è detto che tutti abbiano la stessa percezione delle distanze e – soprattutto – di cosa succede realmente di fronte.

L’incidente del Mugello, insomma, sembra più da attribuire ad un’errata valutazione del singolo che ad una norma da cambiare. Questo, ovviamente, senza voler accusare o colpevolizzare Russell, pilota sempre pulito e preciso. Si tratta semplicemente di situazioni concitate nelle quali basta sempre pochissimo per creare il caos.

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