L’olandese esce trionfante da Austin su ogni fronte ed è ora a 40 punti dalla leadership della classifica Piloti
“Cosa avrei detto a chi, dopo l’Olanda, mi avrebbe promesso che sarei stato in lotta per il titolo? Che è un idiota totale”. Bastano queste parole, pronunciate da Max Verstappen dopo il GP degli Stati Uniti 2025, per riassumere ciò che chiunque, lui compreso, riteneva assolutamente impossibile ma che, piano piano, si sta realizzando per davvero. L’olandese ha conquistato ad Austin il quinto successo stagionale, il 68esimo in carriera, e si è portato a 40 lunghezze di distacco dal leader della classifica Piloti, Oscar Piastri.
Uno scenario simile era del tutto impronosticabile dopo la prova di Zandvoort, a seguito della quale lo stesso australiano poteva vantare su Verstappen un margine di assoluta sicurezza, corrispondente a ben 104 punti. Mai, nella storia della F1, qualcuno è riuscito a ricucire una simile distanza, tantomeno in 9 gare. Dopo quattro appuntamenti, però, la situazione si è clamorosamente capovolta e ci regala ora un quadro assolutamente interessante per il finale di stagione, impensabile dopo il dominio espresso in pista dalla McLaren fin dalla prima uscita annuale in Australia.
In Texas, Verstappen è stato a dir poco perfetto, portandosi a casa il massimo bottino disponibile e togliendosi anche lo sfizio della doppia Pole Position sia al venerdì, nelle qualifiche valide per la griglia di partenza della gara Sprint, sia al sabato, nelle prove ufficiali. Dopo Marina Bay, dove il quattro volte iridato si è dovuto accontentare della medaglia d’argento, comunque davanti ad entrambe le MCL39, si è rivisto il dominio andato in scena a Monza e Baku. Un dominio che, ora, fa davvero paura alla squadra di Woking, non più così sicura di centrare il bersaglio grosso anche nella graduatoria riservata ai piloti.
Questa, di fatto, rappresenta già una vittoria per il fuoriclasse di Hasselt. Perché nessuno, ad inizio campionato, avrebbe mai pensato che qualcuno sarebbe davvero riuscito a mettere in difficoltà gli uomini guidati da Andrea Stella, tantomeno con un mezzo molto incostante nelle prestazioni come era apparsa la RB21. Ipotizzare adesso uno scenario in cui Verstappen riesca nell’impresa di trattenere a sé lo scettro iridato non è più utopia, ma uno degli scenari che potrebbe realisticamente presentarsi dopo la bandiera a scacchi di Abu Dhabi.
Per non parlare, poi, della spinta di cui ora Max gode. Spinta non tanto tecnica, per quanto i progressi fatti dalla Red Bull da Monza in avanti si stiano rivelando fondamentali, bensì quella certamente meno influente ma comunque rilevante del pubblico, in pista, a casa e sui social. Mai, da quando il suo dominio è iniziato, Verstappen ha ricevuto il supporto di adesso, non dai tifosi, orientati principalmente verso i suoi avversari, per assistere a gare che non fossero un monopolio del #1, non dai media, nostrani e non solo, spesso tendenti verso una narrazione che vedeva il classe 1997 come il “cattivo” della F1.
Ora, un po’ a sorpresa, della stessa F1, e secondo gli stessi tifosi e gli stessi media, Max ne è il solo e possibile salvatore. L’unico che, al momento, può pensare di insaporire una battaglia iridata che ci ha restituito poco e niente da quando è cominciata a Melbourne, ormai sette mesi fa. Questa, per Verstappen, è un’altra vittoria, dopo quella in gara ad Austin, forse meno importante e meno d’impatto per la sua corsa al quinto alloro consecutivo, ma di certo in grado di far riflettere parecchio. Così come farebbe riflettere l’impresa che il quattro volte Campione del Mondo potrebbe compiere, nel caso in cui riuscisse a completare la rimonta su Piastri.
Il distacco in graduatoria non è più così elevato, l’australiano ultimamente è calato parecchio dal punto di vista del rendimento e la Red Bull è tornata, quantomeno, a giocarsi il ruolo di prima forza con la McLaren. Ora arriveranno due piste molto congeniali alle doti di Max, come Città del Messico e San Paolo, quest’ultima accompagnata anche dalla penultima Sprint stagionale. Dovesse il margine restringersi ulteriormente, potremmo assistere ad una storia volata finale, nella quale Verstappen avrebbe la possibilità di riscrivere a fondo la storia di questo sport. D’altronde, ci sarebbe anche poco da stupirsi: lui, la storia, ha iniziato a farla da quando ha messo piede in F1.
Immagine di copertina: Media Red Bull
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