Segue l’anteprima Brembo del GP Stati Uniti 2025 di F1
Secondo dei tre round in terra statunitense per la Formula 1. A maggio si gareggiò a Miami, questa volta ad Austin mentre a novembre sarà la volta di Las Vegas. Nel 2024, sommando questi tre GP, il pubblicò in circuito superò il milione di persone.
Il GP Usa ha già 45 edizioni alle spalle ma solo le ultime 12 si sono disputate al Circuit of the Americas anche perché il tracciato texano è stato inaugurato il 21 ottobre 2012 da Mario Andretti al volante della Lotus 79 con cui vinse il Mondiale.
I dati del GP
Secondo i tecnici del gruppo Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti di Formula 1, il Circuit of the Americas da 5.513 metri di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3 pur avendo 9 staccate al giro per complessivi 16 secondi e mezzo di utilizzo dell’impianto frenante: 3 frenate sono della categoria Hard, 4 Medium e 2 Light. In 5 punti i piloti utilizzano i freni per più di 2 secondi.
La curva più dura
La curva più dura del Circuit of the Americas per l’impianto frenante è la 12: le monoposto vi arrivano a 312 km/h e scendono a 92 km/h in 2,72 secondi durante i quali percorrono 126 metri. Lo sforzo richiesto ai piloti è di 4,2 g (inferiore ai 4,3 g della prima curva) e il carico che esercitano sul pedale del freno è di 130 kg. La potenza frenante è invece di 2.131 kW.
Una prima vincente
Il primo GP Usa a cui ha partecipato una monoposto dotata di componenti frenanti Brembo si disputò 50 anni fa a Watkins Glen: nell’ottobre 1975 Niki Lauda al volante della Ferrari 312T dotata di dischi in ghisa Brembo conquistò la pole con 357 millesimi di vantaggio su Emerson Fittipaldi. L’austriaco conservò la leadership al via e non venne più superato. Con lui sul podio salirono le McLaren di Fittipaldi e Jochen Mass. Fu la quinta vittoria stagionale per Lauda che si era laureato campione del mondo nel round precedente, a Monza.
La riconquista della vetta
La Ferrari è la scuderia più vincente della Formula 1, con 248 GP vinti. Tuttavia, non lo è sempre stata: nel febbraio 1973 la Lotus la affiancò a 49 GP vinti e due mesi dopo salì a 50, diventando capolista solitaria. La fuga della Lotus continuò fino al GP Italia 1975 quando la Ferrari completò l’aggancio e con il GP Usa 1975 prese il largo in classifica, nell’anno in cui nacque la partnership con Brembo che dura ancora oggi. La Ferrari cederà la testa a fine 1993, ma solo per 8 mesi, alla McLaren che dal 1989 era passata ad utilizzare le pinze Brembo.
Adattarsi alle condizioni
Il GP Usa 2018 vide l’alternarsi al comando di Kimi Raikkonen e Lewis Hamilton. Per il finlandese fu il 21° ed ultimo GP vinto in Formula 1. Quell’anno venne introdotta la mescola Hypersoft, con conseguente aumento della coppia frenante e quindi della temperatura dei freni.
Per ovviare al problema Brembo aumentò da 1.400 a 1.500 i fori di ventilazione dei dischi in carbonio. Inoltre, debuttò l’Halo e le monoposto furono appesantire: Brembo lavorò per alleggerire le pinze in alluminio litio e per miniaturizzare il brake by wire, con ottimi risultati.
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