Prova granitica del Campione del Mondo in carica, che può ora vantare altri cinque punti in più sul diretto rivale con una gara in meno da disputare
Max Verstappen, ad Austin, ha praticamente vinto. Ovviamente, con le dovute proporzioni, perché nessuno potrà togliere alla Ferrari la sua doppietta e il suo dominio. Ma possiamo comunque affermare che il GP degli Stati Uniti 2024 abbia rappresentato, per il Campione del Mondo in carica, un punto di svolta importante nella sua corsa all’iride. Soprattutto se consideriamo quanto, alla vigilia della gara in Texas, la maggior parte degli appassionati e degli addetti ai lavori si aspettassero una McLaren decisamente competitiva. Sappiamo, però, che a piloti come Max piace e non poco sovvertire i pronostici, ribaltare le probabilità e mettere a segno punti preziosi, specialmente nelle situazioni più delicate.
Che la RB20 in terra americana fosse quasi rinata lo si è capito fin dal venerdì. La prima posizione artigliata da Verstappen nel corso delle qualifiche per la Sprint aveva gettato un piccolo barlume di speranza sul weekend della squadra capitanata da Christian Horner, subito amplificato dalle parole di Helmut Marko: “Siamo decisamente tornati“, aveva dichiarato l’austriaco a seguito dell’ottima prova del proprio pupillo. L’ottimismo non è certo cessato, anzi si è probabilmente moltiplicato, dopo la vittoria della gara breve del sabato pomeriggio texano, sempre firmata dal velocissimo olandese. Dopo i due punti guadagnati su Lando Norris, l’#1 si è dovuto arrendere a quest’ultimo nel corso delle qualifiche ufficiali per soli 31 millesimi, per altro con un giro, l’ultimo, lasciato in sospeso a causa della bandiera rossa provocata dall’impatto contro le barriere di George Russell. Col senno di poi, non è difficile ipotizzare che il fuoriclasse di Hasselt si sarebbe preso anche la Pole Position.
Dalla beffa del giro secco Verstappen poteva rifarsi in un solo modo: attaccare immediatamente il suo rivale per il titolo. Per sua fortuna, il tracciato di Austin favorisce, paradossalmente, chi scatta dalla seconda posizione, dato l’ampio margine che divide le piazzole di partenza dalla prima curva e l’altrettanta ampia sede stradale, non poco favorevole alle staccate profonde. Max non ci ha pensato due volte a bucare la traiettoria di Norris, accompagnandolo fuori pista e mandandogli il primo, grande segnale della giornata. La testa della corsa era comunque sfumata a causa di Charles Leclerc, lesto ad approfittare della bagarre tra i due, e il ritmo impresso dal monegasco nelle prime tornate del Gran Premio ha indotto probabilmente il figlio di Jos a non esagerare sulle proprie coperture. Troppo forte la Ferrari per poter essere impensierita o contenuta, dato che, dopo la sosta, anche la seconda Rossa di Carlos Sainz metterà le ruote davanti a quelle della Red Bull.
Da lì in avanti, la missione di Verstappen è diventata la difesa, ad ogni costo, nei confronti della McLaren numero 4. Nuovamente nella condizione peggiore rispetto ai diretti concorrenti, un’altra volta sprovvisto del miglior mezzo e per di più su pneumatici maggiormente affaticati, il Campione del Mondo ha deciso di salire in cattedra per una delle lezioni più entusiasmanti della carriera, a livello di quella sotto l’acqua impartita ad Interlagos nel 2016. Max ha saputo, in più occasioni, trovare il posizionamento perfetto nei punti a più forte rischio di attacco da parte di Norris, spostandosi al centro della carreggiata quando quest’ultimo si avvicinava maggiormente e rimanendo sulla linea ideale nei momenti in cui la McLaren era più lontana. Non un’esitazione, non una sbavatura, non una scorrettezza.
Già, perché l’episodio del giro 52 tra l’olandese e il britannico altro non è che una dimostrazione perfetta di quanto il Campione del Mondo conosca a menadito il regolamento sportivo. Verstappen ha aspettato che Norris sfilasse, si è poi subito ributtato all’interno e si è assicurato di essere davanti, seppur di pochi centimetri, al punto di corda. Così facendo, si è guadagnato il diritto di richiedere una penalità per l’avversario da parte dei commissari; decisione in seguito arrivata, con ritardo, ma comunque arrivata, e di guadagnarsi il terzo posto finale, che significa, insieme ai punti messi insieme nel corso della Sprint, vantaggio iridato ampliato a 57 punti.
Possiamo discutere all’infinito sulla regola in sé, sull’aggressività di Verstappen e sul suo modo di correre. L’unica certezza è che Max, in pista, regala spesso e volentieri uno spettacolo da applausi, messo purtroppo in secondo piano da una Federazione contraddittoria verso se stessa (decisamente dubbi i 5 secondi inflitti a George Russell per un sorpasso “aggressivo” nei confronti di Valtteri Bottas) e mai realmente costante nelle proprie decisioni. Il podio, comunque, è stato conquistato, insieme ad ulteriori certezze in chiave Mondiale e all’ennesimo colpo psicologico rifilato a Norris, nuovamente sconfitto e ora più lontano dal suo sogno iridato. Sogno che Verstappen, ad oggi, può iniziare a guardare con qualche sicurezza in più. Consapevole non solo della propria forza, ormai indiscutibile, ma anche di aver iniziato, probabilmente, a scrivere la parola fine su questo Campionato di Formula 1 2024.
Immagine di copertina: Media Red Bull
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