Un fine settimana da incorniciare per Maranello, che si appresta ad affrontare quest’ultima parte di stagione da grandissima protagonista
Era domenica 2 luglio e correva l’anno 2006. Michael Schumacher e Felipe Massa transitavano primo e secondo sul traguardo di Indianapolis, in una splendida doppietta Ferrari. 18 anni dopo, il rosso è tornato a dominare nei cieli a stelle e strisce, stavolta di Austin, grazie alla prova magistrale di Charles Leclerc e Carlos Sainz nel GP degli Stati Uniti 2024 di ieri. Un epilogo del genere, alla vigilia, la Scuderia poteva soltanto sognarlo, ma si è invece ritrovata a festeggiare il secondo 1-2 stagionale dopo quello dell’Australia. Dominio è probabilmente la parola che meglio sintetizza la seconda trasferta negli States del Campionato degli uomini di Frederic Vasseur, considerando l’ampio margine che le due SF-24 hanno accumulato sul traguardo nei confronti di Max Verstappen, loro primo inseguitore: 19, lunghissimi ed inaspettati secondi.
Il weekend texano, per Leclerc e Sainz, è cominciato in maniera piuttosto movimentata. Dopo la convincente sessione di prove libere, le qualifiche per la gara Sprint del venerdì sera italiano hanno regalato ai due alfieri rossi soltanto una seconda e una terza fila. Il potenziale per ben figurare nella prova domenicale è stato ben evidenziato nel corso della manche breve di sabato; nella quale, però, si è avuta la sensazione di aver lasciato qualche punticino per strada. Il duello, per altro spettacolare, tra Charles e Carlos ha rallentato la corsa di entrambi, portandoli solo sul finale a raggiungere la seconda piazza di Lando Norris, artigliata dallo spagnolo proprio all’inizio dell’ultimo giro, e a non riuscire ad impensierire davvero Verstappen, indisturbatamente involato verso il successo. Se il numero 55 si è potuto quantomeno gustare l’arrivo tra i primi tre, lo stesso non si può dire del #16, decisamente deluso dall’esito della Sprint Race.
È stato però dalla qualifica vera e propria, chiusa in terza e quarta posizione, che la speranza di poter salire sul gradino più alto del podio di domenica si è iniziata timidamente ad insinuare nel garage di Maranello. Il passo mostrato nei 19 giri di sabato, per altro influenzato dalla già citata lotta interna, era sembrato comunque promettente, al contrario di quello McLaren, in netta difficoltà se paragonata a quella vista negli ultimi appuntamenti. La vera incognita poteva essere rappresentata da Verstappen, mai in aria sporca nel corso della Sprint. Ma anche questo dubbio è stato immediatamente sciolto, a cominciare dalla partenza. Probabilmente, lo scatto allo spegnimento dei semafori ha rappresentato il punto cruciale per tutto il weekend ferrarista.
La scaltrezza di Leclerc nell’infilarsi all’interno dei due contendenti al titolo, impegnati ad infastidirsi tra loro, e l’altrettanta bravura di Sainz a lasciarsi alle spalle la vettura numero 4 hanno contribuito e non poco al risultato finale. Charles l’ha detto, si era già immaginato la lotta davanti ed era pronto ad approfittarne. Da lì in avanti, Safety Car a parte, un autentica prova di forza. Il monegasco scappava via, rifilando spesso dal mezzo secondo ai sette decimi a giro al Campione del Mondo, lo spagnolo, nonostante un piccolo problema alla Power Unit, continuava a mettere pressione all’#1 di casa Red Bull. Una pressione premiata dal perfetto undercut orchestrato dal muretto rosso, scaltro a far rientrare il figlio d’arte alla prima occasione propizia e a metterlo nelle condizioni di superare il rivale olandese senza troppa fatica. Più avanti, Charles non ha mostrato la minima esitazione nello spingere sulle proprie coperture per tutta la durata del primo stint, chiuso con praticamente 11 secondi di vantaggio su Verstappen, e, al rientro in pista con gomme bianche, ha gestito magistralmente il margine di sicurezza accumulato sul compagno di squadra. L’azione della difesa e degli attacchi è stato lasciato, dai due, a chi lottava per il terzo posto, da loro assai lontano.
Proprio qui risiede la straordinarietà del fine settimana Ferrari. Nessuno è mai realmente riuscito a mettere in difficoltà la Scuderia, nessuno si è mai davvero intrufolato nella battaglia per la vittoria sin dal via. Nessuno ha mostrato, se non forse nella fase immediatamente successiva alla girandola dei pit stop, il medesimo ritmo delle due SF-24. E il fatto che si stia parlando di una doppietta, di un monopolio dei gradini più importanti del podio, fa capire quanto entrambi i piloti siano stati, nella loro individualità, semplicemente perfetti. Non c’è bisogno di esaltare i meriti dell’uno con l’intento di soverchiare l’altro. Chiaramente, è giusto esaltare la terza affermazione stagionale di Leclerc, arrivato a quota otto in carriera e ormai sempre più maturo e completo, ma è allo stesso modo corretto sottolineare la solita freddezza ed efficacia di Sainz, senza il quale, evidentemente, questo 1-2 non si sarebbe potuto chiudere.
Nella graduatoria riservata ai team, la Red Bull dista ora solo otto punti, mentre la McLaren, per quanto riavvicinata, è ancora un po’ lontana, potendo vantare ancora 48 lunghezze di margine. A cinque gare dal termine, l’obiettivo della squadra di Vasseur lo ha dichiarato lo stesso Leclerc dopo la gara: “Vogliamo vincere il titolo Costruttori“. L’ambizione c’è tutta, la volontà anche, il pacchetto tecnico sembra ritrovato più che mai. Certo, adesso è davvero vietato sbagliare. Perché i sogni si coltivano soltanto grazie ai piccoli passi di ogni giorno, di ogni fine settimana in pista. Ragionare tappa per tappa, senza guardare troppo ai freddi numeri, appare l’alternativa migliore per non rischiare di incappare in grandi delusioni. Tappe di cui la Ferrari pare non avere più paura. Tappe nelle quali gli uomini in rosso andranno per vincere, per accarezzare quel sogno. Quel Mondiale che, oggi, non è più forse così utopistico.
Immagine di copertina: Media Red Bull
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