F1 | GP Stati Uniti 2022, Statistiche: Negli USA, McLaren mai così indietro sotto la bandiera a scacchi da oltre 50 anni. Red Bull da 18 gare in Top2

F1GP Stati UnitiGran Premi
Tempo di lettura: 10 minuti
di Marco Colletta @MarcoColletta
25 Ottobre 2022 - 18:00
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Dal 1970 la McLaren non chiudeva un GP degli USA così indietro in classifica. Ai tempi Peter Gethin arrivò 14°, questa domenica Daniel Ricciardo non è andato oltre il 17° posto. Intanto il suo ex team, la Red Bull, ha portato a casa il quinto titolo costruttori, nove anni dopo l’ultimo.

Torna la F1 e torna anche una delle storie che più ha caratterizzato questa stagione: la Ferrari che si prende tutto al sabato ma non riesce a concretizzare nella giornata di domenica, lasciando il bottino migliore alla Red Bull. Il team austriaco, reduce dalla scomparsa del Patron Dietrich Mateschitz, ha onorato il proprio numero 1 con una vittoria da record di Max Verstappen e il ritorno al titolo costruttori dopo quasi una decade.

QUALIFICHE

Come detto, il sabato si è tinto di rosso per l’ennesima volta, ma questa volta a ottenere la pole position è stato Carlos Sainz. Lo spagnolo ha conquistato la terza della sua carriera, la seconda presa direttamente in pista senza penalità altrui (come successo a Spa). Ha eguagliato il numero di partenze al palo di altri ex Ferrari come José-Froilán Gonzales, Tony Brooks e Jody Scheckter, ma anche di Daniel Ricciardo.

Il #55 è il quarto poleman differente nel GP degli USA negli ultimi quattro anni. L’ultima volta in cui ci sono stati così tanti piloti differenti in prima posizione qui è stato tra il 2003 e il 2012 (Raikkonen, Barrichello, Trulli, Schumacher, Hamilton e Vettel). L’ultima volta in cui, invece, tre costruttori differenti hanno registrato la pole sulla stessa pista statunitense è stato tra 2005 e 2007 con Toyota, Ferrari e McLaren a Indianapolis.

Con questa pole di Sainz e quella di Leclerc a Miami, la Ferrari è il primo team a ottenerne due negli Stati Uniti nello stesso anno dal 1983 quando la stessa Ferrari le conquistò con Tambay e Arnoux, rispettivamente nei GP degli Stati Uniti e di Detroit.

Per la Ferrari è la pole numero 242 in F1. Si tratta della prima pole ad Austin, nonché della prima nel GP degli Stati Uniti da quella di Michael Schumacher nel 2006 a Indianapolis. Questa è la terza pista in cui la Rossa segna una pole in questo evento; la prima fu Watkins Glen. Ha così raggiunto la McLaren che invece ne vanta almeno una a Indianapolis, Phoenix e Detroit.

La Ferrari è salita ora a quota 12 pole position stagionali, andando a eguagliare il proprio record stabilito nel 2004, quando ai tempi ci furono però 18 gare.

Terzo tempo, ma seconda posizione in griglia per Max Verstappen che ha raggiunto la sua 40esima prima fila in carriera. Per Red Bull è la 130esima della storia.

Terza posizione per Lewis Hamilton che per la terza volta in carriera non è partito dalla prima fila negli USA. Gli unici precedenti risalgono al 2013 e 2019 quando scattò quinto.

Quinta posizione per Lance Stroll che non partiva così avanti dal GP di Spagna 2020, quando si qualificò nella medesima posizione con la Racing Point. È la quinta volta che parte dalla terza fila in griglia. Per Aston Martin, invece, è il miglior piazzamento al sabato della stagione, nonché il migliore dal quinto posto di Vettel in Belgio nel 2021.

Con il settimo posto, Valtteri Bottas ha ritrovato l’accesso al Q3 dopo un digiuno di cinque gare. Non scattava invece dalla settima posizione dal GP di Spagna.

Seconda partenza in Top10 per Alex Albon nel 2022, dopo quella registrata in Belgio. Per la Williams è invece la quarta contando anche quella di Nicholas Latifi a Silverstone e di Nyck de Vries a Monza.

Seconda gara consecutiva, invece, per Vettel nelle prime dieci posizioni dello schieramento. È la seconda volta che ci riesce quest’anno, dopo la doppietta Monaco-Azerbaijan. Con questa doppia Top10, Aston Martin è partita con entrambe le vetture dalle prime cinque file per la seconda volta nel 2022. L’unico precedente risaliva al GP del Belgio.

Nonostante l’accesso al Q3, a causa della penalità, Fernando Alonso è scattato dalla 14esima posizione. Non parte dalle prime dieci posizioni nel GP degli USA dalla gara del 2017, quando guidava per McLaren-Honda.

Sedicesimo posto e peggior risultato in griglia per Daniel Ricciardo, che negli Stati Uniti non era mai andato oltre la decima piazza del 2013 segnata con la Toro Rosso.

Con il diciottesimo tempo di Mick Schumacher, la Haas ha ottenuto il suo peggior piazzamento in griglia nella propria gara di casa.

F1 2022 - Stati Uniti - Sainz (Ferrari)
Carlos Sainz (Ferrari) autore della pole position del GP degli Stati Uniti – Copyright: Media Ferrari

GARA

La domenica la storia si è ripetuta con Max Verstappen che ha fatto sua la trentatreesima gara della carriera in F1, la tredicesima nel corso di questa stagione. Un successo che lo porta a eguagliare il record di Michael Schumacher e Sebastian Vettel – rispettivamente del 2004 e 2013 – di maggior numero di vittorie in una stagione. È inoltre il primo pilota della Red Bull a vincere il GP degli Stati Uniti per due anni consecutivi.

Doppio successo negli Stati Uniti per Max Verstappen, nel 2022, dopo quello ottenuto a Miami. L’ultimo ad esserci riuscito fu Alan Jones nel 1981 con l’affermazione nei GP degli Stati Uniti Ovest e di Caesars Palace.

Per Red Bull si tratta della novantesima vittoria in F1, la terza ad Austin contando anche quella di Sebastian Vettel del 2013.

Questo successo porta il team austriaco a quota 8 gare consecutive sul gradino più alto del podio. Si trova a una sola lunghezza dal record del team stabilito nel 2013. Ne mancano invece 3 al record assoluto di 11 della McLaren del 1988.

La vittoria di domenica ha portato Red Bull a vincere il suo quinto titolo costruttori in F1, il primo dopo nove anni. La squadra resta al quinto posto della classifica di tutti i tempi, ma si trova ora a due lunghezze dalla Lotus e a tre da McLaren e Mercedes. Si interrompe così dopo 8 anni la striscia record di vittorie consecutive da parte della Mercedes, apertasi nel 2014 e che nel 2020 aveva battuto quella della Ferrari di 6 campionati consecutivi. Questo è il primo mondiale costruttori vinto dalla Red Bull senza il motore Renault.

Il primo posto ha inoltre portato Red Bull ad essere il primo team a chiudere 18 gare consecutive conquistando almeno un primo o secondo posto. Il vecchio record era di 17 corse e apparteneva a Williams e Mercedes, che lo hanno stabilito rispettivamente tra 1993-1994 e 2014-2015.

Con questo podio sono 230 quelli ottenuti dalla Red Bull in F1, mentre per Max Verstappen sono 75, dieci in più di quelli ottenuti da Sebastian Vettel con la squadra austriaca. Il team di Milton Keynes si trova ora a 18 podi consecutivi, uno in meno della striscia record personale segnata a cavallo tra 2010 e 2011.

Si tratta della 15esima vittoria stagionale di Red Bull in questa stagione, tante quante quelle della McLaren del 1988, delle Ferrari del 2002 e 2004 e della Mercedes del 2019.

Red Bull ha eguagliato anche i 24 podi del 2013, trovandosi ora a sole tre lunghezze dal record di 27 registrato nel 2011. Con 656 punti, inoltre, ha battuto il proprio record di 650 che aveva stabilito nel 2011. Anche ai tempi fu registrato in 19 gare disputate.

Secondo posto per Lewis Hamilton che torna sul podio per la prima volta dal GP dell’Ungheria: è il settimo in questa stagione.

Con i suoi 307 GP disputati, Hamilton è ora il pilota britannico con più gare in F1, andando a superare il suo ex compagno di squadra in McLaren, Jenson Button. Ora ha lo stesso numero di gare disputate da Michael Schumacher, trovandosi così al quarto posto nella classifica di tutti i tempi.

La Mercedes è invece salita a quota 268 GP corsi, raggiungendo la Toro Rosso al 13° posto di tutti i tempi.

L’1-2 di Verstappen e Hamilton rende questa coppia di piloti quella con più doppiette in F1: ben 32. È stato battuto il record di 31 segnato da Hamilton e Rosberg.

Terzo posto per Charles Leclerc che è giunto al ventitreesimo podio in carriera come James Hunt, Michele Alboreto e Jacques Villeneuve. Per Lelcerc si tratta anche della striscia di Top3 più lunga della sua carriera con 5 podi.

Dopo due gare, George Russell è tornato ad occupare una posizione nelle prime cinque della classifica.

Settimo posto per Sebastian Vettel che per il terzo GP di fila ha chiuso a punti. Non ci riusciva dai GP di Monaco, Azerbaijan e Francia della passata stagione.

Il tedesco ha inoltre condotto la gara per due giri, i primi proprio dall’evento di Baku del 2021. Ha superato le 3.500 tornate al comando, salendo a quota 107 GP con almeno un giro davanti a tutti. Questo è diventato anche il quindicesimo anno in cui ha condotto una corsa, trovandosi ora a una lunghezza dal record di Michael Schumacher e Lewis Hamilton.

Ottava posizione per Kevin Magnussen che torna a punti ad Austin per la prima volta dal 2014, sua stagione d’esordio, quando anche ai tempi ottenne l’ottava posizione. Questo è invece il miglior risultato nella gara di casa per la Haas che non era mai andata oltre il decimo posto di Romain Grosjean nella stagione d’esordio del team, nel 2016.

Nono posto per Yuki Tsunoda che torna a conquistare punti per la prima volta dal GP di Spagna. Ha inoltre eguagliato il risultato ottenuto la passata stagione ad Austin.

Quindicesima piazza, dopo una penalità di 30 secondi, per Fernando Alonso. Lo spagnolo aveva concluso settimo, tornando a punti ad Austin per la prima volta dalla gara del 2016, quando chiuse quinto con la McLaren-Honda.

Con questo piazzamento, invece, diventano quattro le gare consecutive non a punti per l’iberico nel GP degli Stati Uniti, che lo portano a eguagliare il record personale ottenuto tra 2001 e 2005 con tre ritiri e un DNS. Allo stato attuale, il GP del 2006 resta l’unico risultato a punti di Alonso con la squadra di Enstone, con il quinto posto conquistato.

Daniel Ricciardo non è andato oltre il diciassettesimo posto, riscrivendo negativamente la storia McLaren nel GP degli Stati Uniti. Era dal 1970 con Peter Gethin che una vettura di Woking non arrivava così indietro sotto la bandiera a scacchi di questo evento; allora il pilota inglese si classificò quattordicesimo. Da quel momento si annotano il 16° posto di Jo Bonnier dell’anno successivo (non tagliò il traguardo per aver terminato la benzina anzitempo, ndr) e due 12° posto nell’era moderna di McLaren-Honda.

Secondo ritiro in carriera per Valtteri Bottas nel GP degli Stati Uniti: l’ultimo risaliva alla gara del 2015. Era invece dal 2016 che non raccoglieva nemmeno un punto ad Austin. Intanto si è allungata a dieci la lista di gare consecutive in cui non ha conquistato nemmeno un punto.

Ritiro al primo giro per Carlos Sainz che diventa il primo pilota a ottenere una pole ad Austin e a non chiudere la gara a podio. In aggiunta è il secondo pilota nel 2022 a conquistare la prima posizione al sabato e ad essere il primo a ritirarsi in gara: l’altro è stato il suo compagno di squadra a Barcellona.

F1 2022 - Stati Uniti - Red Bull Campione
Red Bull campione del mondo costruttori in F1 per la quinta volta nella storia – Copyright: Red Bull Content Pool

CURIOSITÀ

È la prima volta dal GP d’Italia del 1976 che la Ferrari schiera tre piloti in un singolo weekend di F1. Se ai tempi furono Clay Regazzoni, Carlos Reutemann e Niki Lauda (al ritorno dopo l’incidente al Nordschleife di 40 giorni prima, ndr) a correre in gara, questo weekend la Rossa ha portato – oltre a Leclerc e Sainz – anche Robert Shwartzman, per il test dei giovani piloti imposto in almeno due FP1 nel corso della stagione.

Con lo svolgimento di questo GP, la stagione 2022 è la prima dal 2005 che vede due nazioni ospitare due gare di F1. Quest’anno è toccato a Italia (Imola e Monza) e Stati Uniti (Miami e Austin), mentre ai tempi fu il turno nuovamente dell’Italia (Imola e Monza) e della Germania (Nürburgring e Hockenheim).

Sono state 440 mila le persone che hanno popolato le tribune del circuito di Austin lungo tutto il weekend del GP degli Stati 2022, andando a battere il record della passata stagione che proprio il circuito texano aveva stabilito con 400 mila presenze.

Immagine di copertina: McLaren Media Center

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