F1 | GP di Spagna, la gara dei primi dieci

Analisi GaraF1GP SpagnaGran Premi
Tempo di lettura: 7 minuti
di Valentino Lui
17 Maggio 2017 - 09:00
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1. Lewis Hamilton. Scatto non perfetto per il pilota inglese che perde subito la 1a posizione a vantaggio di Sebastian Vettel. In più perde subito terreno e non è in grado di attaccare il tedesco per tutta la prima parte di gara. Al 14° giro sfrutta il pit-stop del pilota tedesco per ritornare al comando della gara prima della sosta. Ai box monta coperture Medie per allungare la seconda parte di gara e rientra in pista alle spalle di Vettel. Al 36° passaggio decide di rientrare per il secondo cambio gomme per beneficiare del regime di Virtual Safety Car. La scelta si rivela azzeccata perché una volta ripartita la gara riesce senza particolari problemi a sopravanzare Vettel lungo il rettilineo principale. A fine gara gestisce molto bene il degrado delle coperture Soft e trionfa per la seconda volta in stagione.

2. Sebastian Vettel. Ottima partenza per il pilota tedesco che riesce a superare Lewis Hamilton andando in testa alla gara. Guadagna subito un ottimo margine di vantaggio che gli permette di guidare tranquillo per tutto il primo stint. Anticipa la prima sosta rispetto ai piloti al suo inseguimento e opta per coperture Soft. Rientrato in pista, si ritrova dietro a Valtteri Bottas che lo rallenta per un paio di giri prima che una manovra spettacolare del tedesco gli permetta avere ragione del finlandese. Alla 37° tornata è costretto a rientrare per marcare il pit-stop di Hamilton e si vede obbligato a montare pneumatici Medi. Grazie al vantaggio che aveva in precedenza è in grado di restare davanti al pilota inglese il quale, tuttavia, sfrutta la potenza del motore Mercedes e cinque passaggi dopo la sosta sopravanza il tedesco. Il pilota Ferrari non è in grado di restare vicino a Hamilton e perde progressivamente terreno. Negli ultimi giri tenta di riavvicinarsi ma senza successo. Coglie comunque un buon secondo posto che risulta essere il quinto podio in cinque gare.

3. Daniel Ricciardo. Start senza acuti per il pilota australiano che sfrutta il contatto tra Kimi Raikkonen e Max Verstappen per guadagnare due posizioni. Nel corso dei primi passaggi appare subito chiaro che non è in grado di mantenere il ritmo di Ferrari e Mercedes, così comincia una gara quasi totalmente solitaria. Dopo la prima sosta di Vettel se lo ritrova alle spalle ma è costretto a lasciargli strada quasi subito. Effettua le soste al 21° e al 38° giro e in entrambi i casi mantiene la posizione che aveva prima dello stop ai box. Sempre alla 38a tornata beneficia del ritiro di Valtteri Bottas per guadagnare il 3° posto che gli consente di salire sul podio. Alla fine accusa un ritardo di oltre 1’ e 15” da Hamilton e risulta essere l’ultimo dei piloti a pieni giri.

4. Sergio Perez. Gara abbastanza tranquilla per il pilota messicano che dopo la partenza si ritrova in 5a posizione. Si ferma ai box per la sosta al 18° giro e rientra in pista al 7° posto. Dopo i pit-stop di Romain Grosjean e Pascal Wehrlein, risale in 5a piazza. Mantiene la posizione anche dopo il secondo stop ai box e dopo il ritiro di Bottas sale al 4° posto cogliendo il suo miglior risultato stagionale.

5. Esteban Ocon. Ottima partenza per il pilota francese che dalla 10° piazzola sale fino in 6a posizione. Dopo una prima parte di gara abbastanza calma rientra ai box al 16° passaggio e si ritrova al 9° posto. Sfruttando i pit-stop di Ericsson, Grosjean e Wehrlein, ritorna in 6a piazza e come il compagno di squadra non ha più particolari complicazioni, infatti mantiene la posizione anche dopo la seconda sosta al 34° passaggio. La rottura del motore di Valtteri Bottas consente al pilota della Force India di guadagnare un’ulteriore posizione per migliorare ancora il suo miglior risultato in carriera.

6. Nico Hulkenberg. Grande scatto per il pilota tedesco che nel corso del primo giro guadagna ben sei posizioni salendo al 7° posto. Dopo un primo stint di gara senza difficoltà, rientra ai box al 15° giro e all’uscita dalla pit-lane si ritrova ai limiti della zona punti. Le soste di Ericsson e di Grosjean lo fanno risalire fino all’8° posto ma perde una posizione a vantaggio di Pascal Wehrlein. Come molti dei piloti di fronte a lui, si ferma ai box in regime di Virtual Safety Car alla 33° tornata e l’anticipo di un solo giro gli fa perdere solo una posizione, ma alla fine delle soste ne riguadagna ben tre. Al 39° passaggio scala in 6a posizione dopo il ritiro di Bottas e mantiene un ottimo margine di vantaggio sui piloti alle sue spalle fino al termine della gara. Con questo risultato va a cogliere il miglior piazzamento degli ultimi due anni per la Renault.

7. Carlos Sainz jr. Il pilota spagnolo guadagna tre posizioni in partenza, entrando subito in zona punti. Durante i primi giri non è in grado di aver ragione di Kevin Magnussen quindi tenta il sorpasso ai box. Rientrati insieme, i due piloti si ritrovano appaiati alla fine della pit-lane ma lo spagnolo della Toro Rosso è costretto a lasciare strada al danese della Haas. Oltretutto, questa sosta molto anticipata lo penalizza facendolo scende in 13a posizione. Il duello tra i due piloti si rinnova per tutta la seconda parte di gara ma Magnussen si difende egregiamente. Soltanto alla seconda sosta lo spagnolo riesce ad avere ragione del danese grazie al pit-stop effettuato con un giro di anticipo. Guadagnata l’8a posizione tenta di attaccare Wehrlein per la 7° ma si accontenta di sfruttare la penalità occorsa a quest’ultimo per scalare di un posto alla fine della gara.

8. Pascal Wehrlein. Prima tornata tranquilla per il pilota della Sauber che dalla 15° piazzola di partenza guadagna due posizioni in virtù dei ritiri di Raikkonen e Verstappen. Sceglie una strategia di gara molto rischiosa, infatti effettua uno stint molto lungo su coperture Soft che lo portano a salire fino alla 5a posizione prima di dover cedere il passo alle Force India a causa delle coperture più usurate. Rientrato ai box in regime di VSC, perde tre posizioni ma si ritrova comunque in zona punti. Sfrutta le soste di Carlos Sainz jr e di Romain Grosjean per salire in 8a piazza prima che il ritiro del finlandese Bottas gli consenta di guadagnare un altro posto. Per tutta l’ultima parte di gara viene messo sotto pressione da Sainz, ma riesce a difendersi egregiamente. Taglia il traguardo in 7a posizione ma la penalità di cinque secondi subita a causa di un’infrazione nell’entrata in pit-lane lo fa scendere all’8° posto. Ciò nonostante coglie il suo miglior risultato in carriera e i primi punti mondiali per la Sauber.

9. Daniil Kvyat. Dopo lo scatto dalla penultima piazzola, il pilota russo effettua immediatamente la prima sosta ai box montando coperture Medie per allungare lo stint di gara. Dopo una decina di passaggi riesce a risalire in 11a posizione; in seguito, però, è costretto a lasciare strada prima a Magnussen, poi a Sainz a causa degli pneumatici più freschi di questi ultimi. Nelle tornate successive riguadagna l’11a piazza dopo la sosta di Ericsson e il ritiro di Bottas. In più nel corso del 43° giro sopravanza Grosjean ed entra in zona punti per poi salire anche in 9a posizione dopo la foratura e conseguente sosta di Magnussen. Negli ultimi passaggi tenta di recuperare terreno su Wehrlein per sfruttare la penalità come il compagno di scuderia Sainz, ma il ritmo del tedesco non glielo consente.

10. Romain Grosjean. Ottimo spunto del pilota francese che durante il primo giro guadagna quattro posizioni ed entra in zona punti. La prima sosta abbastanza ritardata gli consente di risalire fino al 5° posto prima che la fermata per il pit-stop lo releghi in 11a posizione. Durante la seconda parte di gara mette sotto pressione Sainz ma non è in grado di sopravanzarlo, neanche durante la sosta ai box. Rientrato in pista, si ritrova alle spalle del compagno di scuderia sopravanzato dallo stesso Sainz. Il pilota francese riesce ad entrare in zona punti grazie al ritiro di Bottas ma tre giri più tardi viene sorpassato da Daniil Kvyat che gli soffia la 10a piazza. Tuttavia la sosta del compagno di scuderia Magnussen gli permette di tornare ad occupare l’ultima posizione che assegna punti mondiali.

 

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