L’incidente del brasiliano alla fine della Sprint esalta gli attuali standard di sicurezza, ma c’è sempre qualcosa da fare
La F1 si sveglia alla domenica del GP di San Paolo 2025 con un sospiro di sollievo, rappresentato dalle conseguenze nulla – monoposto a parte – del tremendo incidente occorso a Gabriel Bortoleto nelle fasi finali della Sprint del sabato.



Il brasiliano è stato protagonista di un botto tremendo alla S di Senna. Nel tentativo di superare la Williams di Albon, Bortoleto si è mosso dalla sua traiettoria a DRS ancora momentaneamente aperto, come mostrato dal camera car di Isack Hadjar che lo seguiva. Il posteriore ha così abbandonato la Sauber ad una velocità di quasi 340 all’ora, spedendola verso il muretto interno per un primo impatto rilevato di 34G.

Ma la parte pericolosa, su cui ci concentreremo, deve ancora arrivare. La Sauber ha attraversato la pista fortunatamente senza colpire la Williams di Albon, con il thailandese che ha visto il collega passargli davanti come proiettile. Giunto sulla parte esterna, Bortoleto ha incontrato un elemento che avrebbe potuto rendere l’incidente terrificante. Mentre l’ingresso della S di Senna è in discesa, la parte esterna resta più alta creando una sorta di dosso naturale. Questo poiché, con l’introduzione del layout utilizzato dal 1990, è stata creata appunto la S di Senna che “collega” due punti disposti su livelli diversi.

Fino al 1980, infatti, i piloti proseguivano dritti alla fine del rettilineo principale e percorrevano tutta la parte che vediamo in grigio nell’immagine sopra, che si trova più in alto rispetto alla Curva do Sol e dove oggi sono allestite le tribune esterne, fino alla fine della Reta Oposta; la quale, in passato, si percorreva in senso inverso.



La Sauber di Bortoleto ha prima imboccato (girata in testacoda) la discesa verso la S di Senna picchiando sul muretto interno e, successivamente, è “risalita” verso l’esterno, ovvero la vecchia pista. A questo punto, con l’asfalto tornato in piano, la monoposto si è sollevata da terra di diverse decine di centimetri, un dettaglio molto pericoloso.


Da una ripresa esterna, registrata da un tifoso in tribuana, si può notare come la ruota anteriore sinistra abbia incontrato le protezioni al limite superiore delle stesse ma, fortunatamente, non oltre. Se il muso si fosse alzato ancora la dinamica sarebbe potuta essere, infatti, molto più pericolosa, con il rischio di vedere la monoposto salire sopra le file di gomme e proseguire fino alle reti esterne.

Il secondo impatto è stato registrato a 57G, sufficientemente forte da provocare anche la rottura della colonna dello sterzo, con il volante sollevato fino ad uscire dall’abitacolo con tutto tutto il piantone attaccato. Per avere un riferimento, l’impatto è stato più forte di quello avuto da Max Verstappen a Silverstone, nell’incidente con Lewis Hamilton del 2021. Il botto di allora fu registrato a 51G.
Il primo elemento da sottolineare, evidentemente, è la robustezza delle monoposto odierne e la loro capacità di dissipare l’energia in caso di incidenti così forti. Bortoleto è stato controllato al centro medico del circuito di Interlagos, ma è stato subito rilasciato ed era pronto a scendere in pista per le qualifiche. Sfortunatamente, solo per pochi minuti il team non è riuscito a ricostruire completamente la sua monoposto.
Il brasiliano, comunque, ha rischiato grosso: nel primo impatto con il muretto interno non ha sollevato come da raccomandazioni, le mani dal volante, ricordandosi di farlo fortunatamente prima del secondo botto; considerata la rottura del piantone, il brasiliano avrebbe potuto subire danni gravi ai polsi e alle mani. Basti ricordare cosa è successo a Daniel Ricciardo in Olanda nel 2023, per un impatto decisamente più leggero.
L’incidente di Bortoleto, infine, pone un tema a livello di sicurezza nella via di fuga. La conformazione del terreno, come abbiamo visto, può portare una monoposto a sollevarsi, favorendo dinamiche non standard in caso di incidente. Sicuramente la FIA prenderà nota di questo e di altri incidenti occorsi nel corso del weekend per apportare, in vista del 2026, ulteriori modifiche alle protezioni ed evitare fenomeni imprevisti; anche in considerazione del nuovo regolamento tecnico, con l’introduzione delle ali mobili che più di una preoccupazione hanno sollevato in questi mesi.
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