Mancanza di procedure. È questo quello che emerge dall’ennesimo problema al muretto Ferrari ad Interlagos
La strategia che ha penalizzato Charles Leclerc durante le qualifiche del GP San Paolo 2022 è motivo di discussione per l’ennesimo errore di valutazione del muretto Ferrari in un momento concitato. La scelta di mandare in pista il monegasco in Q3 con le gomme intermedie, con tutti gli altri piloti invece equipaggiati con le slick, può essere sicuramente definita singolare.
Il risultato della scelta sarebbe, però, potuto essere diverso se ci fosse stata un’adeguata reattività alle decisioni degli avversari e alle condizioni della pista; questo considerato che i piloti sono rimasti fermi in pitlane decine di secondi, utili a valutare la situazione, e che sarebbero bastate poche curve per decidere un rapido passaggio alle slick.
Invece si sono verificati due problemi. Il primo è che la scelta è stata chiaramente penalizzante sin da subito, dato che la pioggia non si è presentata. Il tutto in violazione di una norma non scritta per la quale non si montano mai gomme da bagnato con pista asciutta, soprattutto senza la certezza che la pioggia arrivi in brevissimo tempo.
Il secondo problema è la tardiva comunicazione del rientro, con Leclerc che aveva ormai superato l’ingresso della pitlane ed è stato costretto, quindi, a percorrere un secondo giro con le intermedie con il quale ha anche bloccato alle sue spalle Sergio Pérez.

Dall’analisi di quanto successo ad Interlagos emergono due elementi. Il primo è un’inversione di tendenza nella presa delle decisioni da parte del muretto negli ultimi tempi. Per tutta la stagione la Ferrari ha agito al contrario di quanto fatto, ad esempio, a Monaco nel 2019, dove ci si era affidati totalmente agli algoritmi per l’uscita in qualifica di Leclerc, col risultato di vedere il monegasco escluso addirittura dal Q1 nel GP di casa. Attualmente sembra, invece, che la palla sia passata totalmente all’iniziativa umana.
Il secondo elemento è che, proprio in considerazione dell’attuale stile decisionale, manchi un emergency plan, una sorta di piano B precodificato da applicare a supporto (o come backup) di decisioni da prendere in pochi secondi.
In sostanza, mancano procedure. Queste non si codificano a caldo, ma nella fase di preparazione della stagione con riunioni tra Direttore Sportivo, ingegneri e strateghi. La pianificazione di questi dettagli rappresenta un elevato valore tecnico e mostra programmazione e organizzazione. La loro mancanza, invece, si traduce in errori in momenti decisivi. Se si lavora male a casa, i nodi emergono inesorabilmente in pista.
Immagine: Media Ferrari
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