Brembo

F1 | GP Olanda 2024, per Leclerc il podio non è solo un “miracolo”

di Simone Casadei
Pubblicato il 26 Agosto 2024 - 15:00
Tempo di lettura: 5 minuti
F1 | GP Olanda 2024, per Leclerc il podio non è solo un “miracolo”
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Il monegasco ha messo in mostra una prova di tutto rispetto sul tracciato olandese, affidandosi non solo alla buona sorte invocata dopo le deludenti qualifiche

In una Formula 1 in cui i valori in campo sembrano cambiare di gara in gara, diventa sempre più fondamentale rimanere il più costanti possibile per non lasciarsi sfuggire neanche la più piccola delle occasioni. È questo quello che Charles Leclerc e la Ferrari sono riusciti a fare durante il GP di Olanda 2024, portando a casa un terzo posto tanto insperato quanto bello da vedere per la performance espressa in pista, dopo un venerdì e un sabato assolutamente dimenticabili.

Ora, è doveroso mettere in chiaro un punto fondamentale, forse troppo trascurato “a caldo” subito dopo la gara: la SF-24, nella giornata di ieri, si è ben comportata nelle mani di entrambi i piloti, data anche l’ottima rimonta di Carlos Sainz che lo ha visto risalire fino al quinto posto finale. Non stiamo quindi parlando di una vettura che, da quinta forza in campo, è stata trascinata a fatica sul gradino più basso del podio, bensì di una monoposto che ha piacevolmente superato di gran lunga le aspettative della vigilia, quantomeno nella giornata in cui si portano a casa i punti. Il “miracolo” invocato da Leclerc subito dopo le deludenti qualifiche è dunque accaduto solo in parte, più nello specifico nella seconda metà della corsa, quando il monegasco si è tenuto alle spalle l’apparentemente più veloce Oscar Piastri su McLaren.

Charles, come spesso ci ha dimostrato in passato, ha messo tanto del suo nella prestazione olandese, forse una delle sue migliori di questo 2024, riuscendo a fare esattamente ciò che il team principal Frederic Vasseur aveva dichiarato alla vigilia del fine settimana: non perdere un eccessivo numero di punti dalle due scuderie di vertice, Red Bull e McLaren. Intento riuscito, se si considera che, dal primo posto della classifica Costruttori, la Rossa ha fatto un passo indietro di una sola lunghezza, benché, sia chiaro, il riferimento attuale sia sempre più rappresentato dagli uomini di Woking.

Come già accennato, non ci si è messa di mezzo solo la buona sorte per far concludere Leclerc tra i primi tre al traguardo. La buona gara del numero 16 è cominciata immediatamente come sperato, ovvero con il sorpasso ai danni di Sergio Pérez allo spegnimento dei semafori, che ha consentito al 26enne del Principato di dover pensare ad un sorpasso in meno da completare in pista. Da lì in avanti, una breve fase di sofferenza, durante la quale la SF-24 non sembrava in grado di tenere il passo della McLaren di Piastri, quasi subito rintuzzata dal rientro di Charles ai danni dell’australiano. I due si sono ritrovati praticamente sempre, fino alla sosta, a massimo un secondo di distacco, con George Russell che poco più avanti non riusciva proprio a scappare. Ed è qui che è stato costruito il secondo passaggio fondamentale per prendersi il podio.

L’ottima chiamata del muretto Ferrari ha consentito a Leclerc di effettuare un doppio undercut, sia sulla Mercedes che sulla vettura Papaya. Apparentemente rischiosa, dato l’importante quantitativo di tornate da portare a termine, la scelta di richiamare il monegasco prima di tutti gli altri piloti dei top team si è rivelata del tutto azzeccata, anche grazie al velocissimo giro out concluso dallo stesso Leclerc. Basti pensare che il settore centrale fatto registrare in quell’importantissimo passaggio da Charles, in 26 secondi e 104 millesimi, è rimasto il migliore fino a fine gara. Questo ha consentito all’alfiere di Maranello di assicurarsi il sorpasso su Russell, il quale è stato anche penalizzato da una sosta di un secondo più lenta rispetto al rivale, ma anche su Piastri, che probabilmente, anche senza la strategia piuttosto discutibile del proprio muretto, sarebbe di poco uscito alle spalle della numero 16.

È poi cominciata la difficile fase di difesa, resistenza e resilienza che avrebbe deciso la sorte del GP. Qui Leclerc aveva poche opzioni: arrendersi ad una McLaren sicuramente più veloce (il passo incredibile di Lando Norris ne è la prova matematica), oppure stringere i denti fino alla bandiera a scacchi, consapevole che la minima sbavatura avrebbe offerto il fianco al rapido australiano. Di traversi Charles ne ha compiuti parecchi nel corso della gara, soprattutto alla complicata curva 10, per la quale Bryan Bozzi, suo ingegnere di pista, gli continuava ad offrire diversi consigli sul come affrontarla. Consigli sempre respinti dal pilota, che ha definito la macchina, per usare un eufemismo, non proprio brillante in quel tratto di circuito. Nonostante una gomma hard vecchia di ben 48 passaggi, Leclerc è riuscito nella sua piccola impresa, salendo per la seconda volta consecutiva, stavolta senza bisogno di squalifiche altrui, sul podio.

La gara di Zandvoort è l’ennesima conferma di uno Charles cresciuto e non poco sul fronte gestione degli pneumatici, riuscendo ad esprimersi al meglio anche guidando su coperture con già diversi giri alle spalle. Un fattore importantissimo, che sicuramente, in situazioni in cui in ballo ci sarà ben più di un terzo posto, tornerà utilissimo al veloce monegasco, il cui obiettivo realistico da qui a fine campionato diventa quello di difendere almeno la medaglia di bronzo nella graduatoria piloti. Nella speranza che gli aggiornamenti Ferrari, che dovrebbero essere in arrivo per i prossimi fine settimana, gli consentano di tornare a fare ciò che, alla fine, conta più di ogni altra cosa in Formula 1: portare a casa la vittoria.

Immagine di copertina: Media Ferrari

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