Il meteo, con la pioggia attesa nel pomeriggio della Florida, potrebbe influenzare fortemente la gara
Tutto dipenderà del meteo. Lo scroscio di pioggia che si è abbattuto ieri a Miami, prima della Sprint, è un indicatore di quello che potrebbe succedere se il tempo non dovesse essere clemente al via del GP; specialmente se la perturbazione dovesse essere forte ed allagare la pista, con le conseguenze che abbiamo visto con Charles Leclerc. Al momento le telecamere locali non riportano pioggia, ma il servizio meteo di questi giorni ha sempre indicato il pomeriggio come potenziale momento per l’arrivo dell’acqua.
Il monegasco si è dato la colpa per l’incidente che l’ha costretto al ritiro prima ancora di partire, ma l’aquaplaning che l’ha reso passeggero per decine e decine di metri della Ferrari è qualcosa che non si vorrebbe mai vedere su una pista di F1. Ecco perché la prima incognita su tutte per la gara di questa sera riguarda il tempo: con la speranza di non dover fare notte (in Italia) per vederne il finale.
La Sprint e le qualifiche ci hanno fornito a loro volta conferme ed incognite. Le conferme sono quelle di Max Verstappen e della Red Bull che, sul giro secco, sono stati ancora una volta in grado di sorprendere tutti. La RB21 sta ricevendo costantemente aggiornamenti e sembra essere migliorata rispetto all’inizio stagione. Il resto ce lo sta mettendo l’olandese: se, da qui in avanti, globalmente la monoposto di Milton Keynes dovesse avvicinarsi alle McLaren in termini di prestazioni non solo in qualifica, ma anche in gara, la questione iridata potrebbe diventare meno scontata di quanto si pensi.
Proprio sul passo, comunque, le MCL39 sembrano essere ancora avanti e l’avevano dimostrato nei primi giri della Sprint. La differenza di prestazioni tra long run e giro secco, insomma, sembra esserci ancora tutta. Tempo permettendo, vedremo stasera come si svilupperà la gara sui vari stint. La Mercedes si conferma anche a Miami seconda forza con Antonelli protagonista, fino ad ora, di un ottimo weekend e George Russell che, nonostante non si senta completamente in fiducia con la W16 in questo fine settimana, limita il distacco a due decimi scarsi dalla Pole. Segno che, nel bene o nel male, la macchina comunque c’è anche rispetto alla Red Bull, dove il distacco tra Verstappen e Tsunoda è stato, comunque, di sette decimi pieni.
La Ferrari continua su una spirale negativa che sembra ormai conclamata. Il terzo posto di Lewis Hamilton nella Sprint è figlio di una chiamata tanto giusta quanto necessaria. L’inglese era sotto attacco da parte di Albon e già ad oltre 15 secondi di ritardo dalla testa, pertanto la decisione di rientrare è stata mossa anche dalla necessità di “fare qualcosa”. La scelta è stata corretta, ma poi in qualifica sono tornate tutte le difficoltà per il sette volte iridato, addirittura uscito in Q2 anche se non distante, in termini di tempo, da Leclerc. Con margini ridotti basta un decimo o poco più per perdere diverse posizione e, in questo momento, la Rossa semplicemente non c’è, superata nel giro secco anche dalle due Williams. Il sabato di Miami, insomma, è un altro brutto capitolo di una stagione partita con i soliti proclami e, per ora, trasformatasi in qualcosa di molto diverso, con le critiche che iniziano a piovere via social sulla Scuderia. Serve una scossa: o, forse, qualcosa di più.
Immagine di copertina: Media Red Bull
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