Segue l’anteprima Brembo del GP Miami 2022 di F1
La Formula 1 torna in Florida dopo un’assenza di 63 anni: nel 1959, due anni prima della fondazione di Brembo, si corse a Sebring, su un tracciato ricavato in ex aerodromo militare contrassegnato da tantissime curve a gomito. Quest’anno invece si gareggia al Miami International Autodrome, posto nel complesso dell’Hard Rock Stadium di Miami Gardens.
Si tratta di un circuito cittadino da 5,41 km con tre rettilinei e 19 curve, ma dotato di diverse variazioni altimetriche, specie tra le curve 13 e 16. Secondo i tecnici Brembo il Miami International Autodrome rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, identico all’altra pista statunitense, il Circuit of the Americas.
Il carbonio Brembo non fonde a 3.000°C
In Formula 1 i dischi in carbonio si utilizzano dagli anni Ottanta e in seguito si sono diffusi anche nelle altre competizioni motoristiche. Nessun altro elemento offre, infatti, quella combinazione di leggerezza, elevata conducibilità termica e assenza di dilatazioni anche ai 1.000°C a cui arrivano i dischi Brembo di F.1.
La densità del carbonio è di 1,7 grammi al centimetro cubo, a differenza dei 7,8 grammi dell’acciaio e dei 7,3 grammi della ghisa grigia. Il suo coefficiente di espansione termica è un quindicesimo dell’acciaio e un undicesimo della ghisa. Il punto di fusione del carbonio è superiore ai 3.000°C a fronte dei 1.200°C della ghisa e dei 1.800°C dell’acciaio.
Tre frenate da oltre 115 metri
Pur avendo 19 curve, il Miami International Autodrome richiede ai piloti di Formula 1 l’utilizzo dei freni in solamente 4 punti. Manco a dirlo è il valore più basso del campionato, inferiore alle 6 frenate di Montreal, Monza e Abu Dhabi. Da record sono anche gli 8,3 secondi al giro di funzionamento dell’impianto frenante, anche se a Melbourne sono stati soltanto 7 decimi in più.
3 delle 4 frenate della pista della Florida sono però veramente impegnative: in quelle sezioni la riduzione di velocità supera i 200 km/h, lo spazio di frenata i 115 metri e il tempo di frenata i 2,4 secondi. Un caso a parte è la frenata alla curva 4 con valori veramente modesti per ciascuna di queste variabili, inclusa la decelerazione, appena 2,3 g.
Quasi 250 km/h in meno
Delle 4 frenate del GP Miami 3 sono considerate altamente impegnative per i freni e la restante è light.
La più dura per l’impianto frenante è curva 17 perché le monoposto vi arrivano al termine di un rettilineo di circa 1,3 km. Le auto passano da 326 km/h a 77 km/h in appena 2,8 secondi durante i quali percorrono 131 metri mentre i piloti sono soggetti a 4,6 g di decelerazione.
Il regno della velocità
L’Hard Rock Stadium ha ospitato 6 edizioni del Super Bowl, l’ultima nel 2020: nel football americano i quarter back lanciano l’ovale ad un massimo di 100 km/h. Non molti rispetto ai 160 km/h che sono in grado di raggiungere i Monster Truck che hanno corso in questo impianto dal 2002 al 2015. Ancora più spedite viaggiano le palline da tennis del Miami Open che si disputa qui dal 2019: oltre 250 km/h.
Fonte immagini e testi: Brembo
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