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F1 | GP Italia 2021: Verstappen – Hamilton, la review. Lewis non dà spazio, Max non molla, sanzione contraddittoria

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 13 Settembre 2021 - 13:50
Tempo di lettura: 12 minuti
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F1 | GP Italia 2021: Verstappen – Hamilton, la review. Lewis non dà spazio, Max non molla, sanzione contraddittoria
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La ricostruzione di P300.it del contatto che ha caratterizzato il GP Italia 2021, con i due contendenti al titolo ritirati al 26° giro.

Ci si attendeva fuoco e fiamme ma, alla fine, è arrivata un’insabbiata di coppia. Il GP Italia, per Max Verstappen e Lewis Hamilton, è finito all’inizio del giro 26 nella via di fuga esterna della prima variante, dopo il contatto che farà parlare da qui al GP di Russia sia per l’episodio in sé che per la sanzione comminata nella serata di domenica a Max Verstappen; l’olandese dovrà partire a Sochi con tre posizioni di penalità (oltre a due punti in più sulla patente).

Gli Steward hanno ritenuto Verstappen colpevole della carambola che ha posto fine alla gara dei due contendenti al titolo, con il rischio corso da Hamilton vista la posizione della ruota posteriore destra della Red Bull dell’olandese. Fortunatamente l’Halo ha fatto al 100% il suo dovere insieme al roll bar della Mercedes.

Con questa analisi cerchiamo di spiegare, facendo come al solito parlare le immagini, come si è sviluppato l’episodio protagonista della gara di Monza.

Iniziamo con il premettere che l’incontro, se così vogliamo chiamarlo, tra Hamilton e Verstappen è stato propiziato da due soste ai box poco brillanti da parte di entrambi i team. Un problema sulla gomma anteriore destra della Red Bull è costato una sosta di ben 11 secondi a Max, mentre Lewis è rimasto fermo per 4 secondi durante il suo cambio.

La dinamica

All’uscita dei box Hamilton vede arrivare dietro di sé e di gran carriera la McLaren di Lando Norris e la Red Bull di Verstappen. L’inglesino, ormai troppo sotto, sfila mentre Hamilton appena passata la riga bianca di uscita dai box va subito a coprire la posizione sulla Red Bull.

L’allargamento dell’inquadratura mostra come Lewis, in realtà, stringa Max già vigorosamente in questo frangente, con l’olandese che va con le due ruote di sinistra oltre la riga bianca.

A questo punto, come succede ormai spesso in prima variante a Monza, Verstappen decide di girare attorno alla Mercedes per avere poi la traiettoria a favore nella seconda parte della variante, forte anche di gomme più calde e quindi miglior trazione.

Mentre Norris prende bene la corda, Lewis resta già in questa fase distante dal cordolo una ventina di centimetri.

Dettaglio, questo, notabile anche dal suo camera car, dal quale spunta anche l’ala anteriore della Red Bull.

A questo punto Hamilton, per difendere la posizione, si muove senza lasciare lo “spazio di una macchina” che il regolamento prevederebbe in questo genere di casi.

Cosa dice il regolamento

Si fa riferimento all’International Sporting Code, Appendice L, capitolo IV, articolo 2 comma B, che recita quanto segue:

“In base alle circostanze, un sorpasso può essere operato sia a sinistra che a destra. Un pilota non può lasciare la pista senza una giustificata ragione. Non è permesso più di un cambio di traiettoria per difendere la posizione. Qualsiasi pilota che torna sulla linea ideale dopo aver difeso la posizione, deve lasciare almeno lo spazio di una macchina tra la sua ed il limite della pista in approccio di una curva. In ogni caso, manovre tendenti ad ostacolare altri piloti, come il portare un’altra vettura oltre il limite della pista o qualsiasi altro cambio di direzione non standard, è strettamente proibito. Qualsiasi pilota ritenuto colpevole di una delle citate azioni sarà segnalato agli Stewards”.


Prima di tutto il regolamento non indica in che fase un sorpasso debba essere portato a compimento, se in frenata, tra due curve o meno. In più, sulla base di quanto sopra, avendo già difeso una volta la posizione in frenata, Hamilton dovrebbe quindi lasciare un eventuale spazio alla Red Bull. Nelle dichiarazioni post gara l’inglese ha sostenuto di essersi effettivamente comportato così, ma la sequenza delle immagini racconta un’altra storia, con il sette volte campione che non lascia mai uno spiraglio nonostante la RB16B sia abbastanza affiancata da essere visibile dal camera car.

gp italia

I due fotogrammi seguenti, presi da angolazioni diverse ma riferiti allo stesso istante, chiariscono come quanto Verstappen sia ormai affiancato alla Mercedes, avendo quindi tecnicamente diritto a “reclamare” uno spazio sufficiente per passare. Spazio che non viene concesso fino a quando l’olandese esce dalla pista con le ruote di sinistra.

gp italia
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L’intenzione di Lewis di non lasciare spazio all’avversario è chiarita dal fotogramma seguente con la Mercedes che, sostanzialmente, punta a volante dritto verso il cordolo interno per la seconda parte della variante.

gp italia

Nel documento ufficiale degli Steward viene sottolineato che “in nessun momento della sequenza la macchina 33 si trova più avanti della ruota anteriore della macchina 44, restando dietro di essa”. Questo è tecnicamente vero e lo abbiamo visto nei fotogrammi precedenti, ma qui entra in gioco la discrezionalità di chi giudica. Nel regolamento non è precisato quanto una macchina debba essere affiancata all’altra per avere diritto ad uno spazio. In questo caso, non viene ritenuto sufficiente essere (più o meno) a 4/5 di lunghezza.

Andiamo avanti con la sequenza ripartendo dal camera car di Verstappen.

L’olandese, sebbene spinto verso l’esterno, si trova tecnicamente ancora in pista. La stessa appendice dell’International Sporting Code, all’articolo 2 comma C, indica che “un pilota viene considerato fuori pista quando nessuna parte della macchina si trova al suo interno”. La pista, lo ricordiamo, è delimitata dalle righe bianche e i cordoli non fanno parte della stessa. In questo caso, le ruote di destra della RB16B sono ancora all’interno del tracciato e quindi in una posizione nella quale Verstappen può tecnicamente trovarsi. Il momento successivo, che proponiamo da entrambi i camera car e dalla vista esterna, è quello determinante per il contatto tra i due contendenti al titolo.

Verstappen, che con le ruote di destra si trova ancora in pista pizzicando la linea bianca, con quelle di sinistra sale sul cordolo (o salsicciotto, termine un po’ più spartano) arancione, notevolmente rialzato rispetto a quello standard, spinto dalla manovra della Mercedes. Come potete notare dalle scintille, la Red Bull si scompone con l’olandese che sta già sterzando a sinistra.

A questo punto vi proponiamo gli attimi finali della sequenza in parallelo. La Red Bull, dopo essersi scomposta, non segue più la linea imposta da Verstappen allo sterzo, che resta sempre costante verso sinistra. Hamilton, dal canto suo, sterza sempre più verso l’interno e questo è apprezzabile fotogramma dopo fotogramma.

Il contatto, con una monoposto fuori controllo che va dritta ed una che continua a sterzare, è di fatto inevitabile. La casistica, invece, è più rara, con il contatto tra le due ruote posteriori che fa da trampolino alla Red Bull mandandola letteralmente sopra alla Mercedes.

Una volta che le due monoposto si fermano Verstappen spegne la Red Bull, si slaccia le cinture, toglie il volante ed inizia ad uscire dall’abitacolo. Nel frattempo, Hamilton resta in macchina cercando di disincastrarla almeno tre volte, sia con la prima marcia che con la retro.

La manovra dell’inglese in questo frangente non è stata annotata, ma si nota chiaramente come non si fermi con l’olandese che sta ancora scendendo dalla sua vettura, il che avrebbe potuto costituire un pericolo.

Infine, Verstappen è il primo ad allontanarsi dalla zona con Hamilton ancora in macchina intento in ulteriori manovre. In questo frangente non c’è dubbio che l’inglese stia bene visti i tentativi di tornare in pista.

Sainz lascia spazio a Pérez

Nel corso del nono passaggio Sergio Pérez tenta un attacco identico a quello di Verstappen sulla Ferrari di Sainz, girando all’esterno della Rossa in curva 1.

In questo caso il messicano procede praticamente con la stessa manovra vista dal suo compagno di squadra. La differenza sta nel comportamento di Sainz, il quale lascia lo spazio regolamentare permettendo alla Red Bull di sfilare.

La sanzione

La penalità inflitta a Max Verstappen, per quello che poteva essere ritenuto un classico incidente di gara tra due contendenti al titolo, ognuno dei quali restio a mollare il colpo, ha aperto diverse polemiche per il metro di giudizio a volte contraddittorio degli Stewards, che ricordiamo cambiano ad ogni evento.

Come già citato, il regolamento indica che “Un pilota non può lasciare la pista senza una giustificata ragione”. In questo caso Verstappen fa tutto il possibile per restare in pista ed operare il sorpasso mentre Hamilton, contrariamente alle sue stesse dichiarazioni, non lascia mai strada. Ponendo il tutto sul concetto di volontarietà, possiamo dire che difficilmente l’olandese abbia scelto di saltare sul cordolo arancione perdendo il controllo della Red Bull. Al tempo stesso, Hamilton è stato sempre in controllo della sua Mercedes. Il contatto, quindi, può essere giudicato come il risultato di un evento involontario (il salto sul cordolo che fa scomporre la Red Bull) causato da “E” unito ad una difesa volontaria eccessiva, quella dell’inglese.

La penalità di tre posizioni per il Gran Premio successivo, non potendo ovviamente applicare alcuna sanzione in gara a causa del ritiro, stona comunque con la dinamica dell’incidente, nella quale Verstappen viene ritenuto colpevole di un salto su un cordolo e Hamilton innocente pur non avendo lasciato spazio, spingendo l’avversario sul cordolo stesso.

“Max doveva tagliare la chicane”

Sul web diversi profili social ed addetti ai lavori hanno suggerito che l’olandese avrebbe dovuto tagliare la chicane per evitare il contatto. Lo stesso Hamilton ha dichiarato agli Steward che Verstappen avrebbe dovuto alzare il piede o rinunciare tagliando verso sinistra. Come dimostrato dalle immagini, però, l’olandese è sempre rimasto tecnicamente in pista, quindi è difficile pretendere un volontario taglio quando, sempre tecnicamente, non ce n’è necessità e il regolamento vieta di uscire di pista senza validi motivi. Senza tener conto del fatto che, probabilmente, la monoposto di Verstappen avrebbe subito qualche danno sui dossi presenti all’interno della variante. Curioso anche come gli Steward indichino come la manovra dell’olandese di aggiramento della Mercedes sia stata “tardiva”, quando Pérez si è comportato allo stesso modo e quando in nessun modo nel regolamento sono indicate delle “tempistiche” (intese come troppo presto o troppo tardi) per effettuare un sorpasso. Ricordiamo ancora che Verstappen arrivava di gran carriera con gomme più calde rispetto a Hamilton, appena uscito dalla corsia box, avendo quindi un vantaggio temporaneo di gomme su cui contare in frenata e in inserimento di curva.

La contraddizione

Il tutto, infine, assume contorni ancora più contraddittori se si legge la dichiarazione finale degli Steward: “Nella decisione sulla penalità gli Steward sottolineano di aver considerato solo l’incidente in sé e non le conseguenze dello stesso”.

Torniamo un passo indietro prendendo per buona questa interpretazione ed immaginiamo che, dal contatto tra le ruote posteriori di Mercedes e Red Bull, non ci sia l’effetto “trampolino”. Cosa sarebbe successo? A giudicare dalla dinamica, le due vetture si sarebbero sicuramente scontrate ma non possiamo sapere con quali danni. È molto difficile però immaginare che, a fronte di un doppio ritiro diciamo meno “spettacolare”, il giudizio sarebbe stato identico.

L’esempio a supporto di questa tesi è il GP d’Italia 2017. A questo link potete vedere un’azione praticamente identica tra Verstappen e Felipe Massa. Contatto, nessun ritiro e nessuna sanzione. Ma notare: ad essere investigato era stato il brasiliano.

Giova ricordare che Valtteri Bottas è stato penalizzato con 5 posizioni per il Gran Premio del Belgio per una carambola, quella di Budapest al via con diverse vetture coinvolte, causata unicamente da una sua colpa. E, se torniamo indietro a quanto successo a Silverstone, i 10 secondi di penalità inflitti a Hamilton per l’incidente con Verstappen alla Copse, inutili ai fini della sua vittoria nel Gran Premio di Gran Bretagna, creano una disparità di giudizio importante tra i due eventi.

A Silverstone, infatti, come si evince da questa sovrapposizione tra i sorpassi di Hamilton a Verstappen e Leclerc, sia l’olandese che il monegasco hanno lasciato oltre una macchina di spazio all’inglese, tanto che la Red Bull e la Ferrari risultano quasi completamente sovrapposte. La differenza sta nella posizione della Mercedes, alla corda nella fase di sorpasso del monegasco e troppo “lunga” in quello con l’olandese. Su diversi media, però, si è letto che l’onere di alzare il piede fosse comunque di Verstappen (e perché non anche di Leclerc?!), nonostante lo spazio lasciato.

Notiamo anche che, nel comunicato di penalità della Gran Bretagna, non è stata data indicazione del fatto che non sia stato tenuto conto del risultato dell’incidente. I 10 secondi di penalità sono quindi stati assegnati anche in considerazione dei danni ingenti riportati dalla Red Bull, sostituzione di Power Unit inclusa.

Conclusioni

A giudicare dalle immagini il contatto tra Hamilton e Verstappen della prima variante a Monza poteva essere considerato un semplice incidente di gara, tra due contendenti al titolo con il coltello tra i denti; questo al di là delle singole azioni di uno o dell’altro pilota. La penalità inflitta a Verstappen apre però, ancora una volta, il libro delle polemiche e delle decisioni diverse episodio dopo episodio, che contribuiscono a tutto tranne che alla tranquillità di chi lotta per il mondiale.

Nel caso specifico di Monza, se (come gli Steward sostengono) non sono state considerate le conseguenze del contatto ed il rischio corso da Hamilton, regolamento alla mano le maggiori responsabilità in termini di manovra ricadono proprio sull’inglese, il solo dei due piloti ad avere sempre il controllo della sua Mercedes e, di fatto, una delle cause che ha portato l’altra monoposto sul cordolo arancione con seguente perdita di controllo. Le motivazioni con i quali gli Steward hanno sanzionato l’olandese sono più discrezionali che tecniche: non a caso si legge “In the opinion of the Stewards” in riferimento al tardo tentativo di Max di girare attorno alla Mercedes in curva 1.

Non c’è dubbio che chiudere un occhio e decidere per il semplice incidente di gara avrebbe smorzato subito gli animi, giudicando questo episodio come uno dei tasselli di una delle più intense lotte degli ultimi anni. Così, però, l’evento avrebbe avuto meno risonanza e sappiamo, ultimamente, quanto si tenga a certi aspetti quando si è nel pieno di una rivoluzione della Formula 1.

Quello che serve, questo è poco ma sicuro, è una linea coerente di giudizio che non dia alibi a ipotesi di complotti. L’uniformità di giudizio deve esserci e deve essere giusta nel rispetto di tutti, piloti ed appassionati.

Questo, ovviamente, se si vuole mantenere credibilità.

Immagini: Twitter / F1, Youtube / F1, F1TV


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