F1 | GP Gran Bretagna 2025: la penalità di Piastri fa discutere, ma non poteva essere evitata. L’incoerenza col Canada

Autore: Alessandro Secchi
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Pubblicato il 7 Luglio 2025 - 13:30
Tempo di lettura: 3 minuti
F1 | GP Gran Bretagna 2025: la penalità di Piastri fa discutere, ma non poteva essere evitata. L’incoerenza col Canada
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I 10 secondi comminati all’australiano non sono stati accettati di buon grado, ma sono immagini e telemetrie a chiarire tutto

Fa discutere, il giorno dopo il GP di Gran Bretagna, la penalità è costata ad Oscar Piastri la vittoria. I dieci secondi inflitti all’australiano sotto Safety Car hanno regalato, di fatto, la prima posizione a Lando Norris costringendo il leader del mondiale al secondo posto, nonostante un tentativo di recupero nel finale.

La penalità è stata considerata troppo dura da Piastri e da Andrea Stella, ma ha delle basi di fondamento che poi sono le stesse non considerate nel caso del Canada con George Russell e, ancora, Max Verstappen.

La dinamica

Partiamo dal presupposto che l’articolo 55.15 del regolamento sportivo prevede che il leader debba procedere ad un passo che non includa manovre errate o che possano causare pericolo agli altri piloti. Questo era già successo in Canada, ma i commissari di Montréal hanno in qualche modo sollevato l’inglese della Mercedes da ogni responsabilità.

Questa volta, invece, Piastri è stato incastrato ma le responsabilità dell’australiano sono chiare.

Piastri ha sostenuto di aver sempre frenato nei giri precedenti, ma la telemetria dei due passaggi prima di quello incriminato raccontano un altro tipo di manovre.

Nel giro 19, sempre sull’Hangar Straight, Piastri è passato da 256 a 132 km/h (-124).
Nel giro 20 la decelerazione è stata da 236 a 122 km/h (-114).
Nel giro 21, quello della penalità, Piastri è sceso da 218 a 52 km/h (-166) in meno due secondi.

La differenza, quindi è evidente anche dal grafico.

La FIA ha rilevato una pressione di 59.2 PSI sul pedale del freno. Ad aggravare la situazione per Piastri ci sono, ovviamente, le condizioni atmosferiche e la zona della pista. Nonostante la Safety Car avesse appena spento le luci (e qui si può considerare il ritardo nella decisione da parte della Direzione Gara) una manovra del genere, con acqua sollevata dal posteriore a minare la visibilità dei colleghi, è un fattore probabilmente chiave sia nella decisione di penalizzare che nell’entità della sanzione, dieci secondi.

L’azione, rivista dalla telecamera posteriore della McLaren, chiarisce pienamente la dinamica. Piastri parte da 81 km/h con l’olandese che lo può vedere bene davanti a sé. L’australiano accelera fino a 218 km/h, alzando una scia d’acqua importante che fa “sparire” la Red Bull alle sue spalle e poi inchioda. L’olandese continua ad accelerare convinto che Piastri stia effettivamente ripartendo e senza vederlo davanti a sé. Quando la RB21 ricompare dalla scia d’acqua la differenza di velocità è di circa 75 km/h: Verstappen non può fare altro che frenare a sua volta, cercando di non bloccare, e scartare verso destra per evitare la McLaren.

Ma non è solo l’olandese a dover frenare in modo deciso, perché l’effetto elastico ha fatto sì che anche tutti gli altri piloti alle spalle abbiano accelerato per poi dover inchiodare. Lo stesso Norris arriva vicinissimo al compagno e così tutto il gruppo che si compatta.

In conclusione

Regolamento alla mano, la penalità ci sta e ci stava molto probabilmente anche in Canada. Sull’entità della stessa (dieci secondi e non cinque) pesa sicuramente la condizione meteo, con la visibilità ridotta per chi era alle spalle di Piastri. Il problema, semmai, è la non coerenza tra due decisioni opposte arrivate a poche settimane di distanza. Se anche la manovra di Russell fosse stata penalizzata a Montréal (e sarebbero bastati, in quel caso, cinque secondi) le polemiche sulla sanzione di ieri sarebbero state meno importanti.

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