F1 | GP Gran Bretagna 2022: 9.3 secondi tra Leclerc e Sainz poco dopo l’annuncio della Safety Car. La doppia sosta Ferrari era più che possibile

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
5 Luglio 2022 - 21:44

Con il GP d’Austria alle porte, non terminano le polemiche sulla Ferrari e sulla sua gestione di gara a Silverstone. Il punto su cui ci si focalizza di più è quello della doppia sosta mancata al momento dell’introduzione della Safety Car per il ritiro di Esteban Ocon, con l’Alpine rimasta piantata sul vecchio rettilineo di partenza, prima della Copse.

Mattia Binotto ha sottolineato due volte, ai microfoni di Sky subito dopo la gara e al sito della Ferrari ieri, che la doppia sosta non era possibile.

Queste le dichiarazioni al termine della corsa: “Non avremmo potuto fare un doppio pit stop perché non c’era abbastanza distanza tra le due vetture. Fermando entrambe le vetture chi era dietro, Carlos, avrebbe perso più posizioni su chi lo stava inseguendo. Potevamo fermarne solo uno”.

Queste, invece, le parole rilasciare al sito ufficiale: “In una situazione simile il buon senso dice di dare priorità a chi sta davanti perché non perda posizioni in pista. Non c’è niente di strano nella nostra strategia. La priorità era come sempre chi sta davanti, in questo caso Charles. Aveva gomme più fresche, se lo avessimo fermato i nostri avversari avrebbero optato per una strategia opposta e avrebbero guadagnato posizioni, avendo peraltro delle gomme quasi nuove. È la stessa strategia utilizzata per Lewis Hamilton nella gara di Abu Dhabi lo scorso anno: non è rientrato ai box. Al contempo, con Carlos abbiamo optato per una strategia opposta in modo da non perdere nessuna possibilità. Se non l’avessimo fatto, mettendo entrambi i piloti sulla medesima strategia, avremmo rischiato di perdere la gara consegnando letteralmente la vittoria ai nostri avversari”.

Partiamo dalla nostra analisi dal dubbio fondamentale, ovvero quello tempo necessario per effettuare la doppia sosta. Ricorderete le polemiche al contrario per quanto successo a Montecarlo. Nel Principato le due Rosse erano state fermate una dopo l’altra ma il margine tra Sainz e Leclerc era poco sopra i 3 secondi. Questo costrinse Leclerc ad aspettare che terminasse il pit del compagno, con una perdita di tempo sufficiente a perdere la posizione su Max Verstappen. Il caso di Silverstone è ben diverso.

All’esposizione della bandiera gialla per l’Alpine di Ocon ferma in pista il margine tra Leclerc (che si trova in zona Becketts/Chapel) e Sainz è di 4.6 secondi, con Hamilton a 1.5 dallo spagnolo e in recupero grazie alle gomme più fresche: 5 giri per Lewis, 18 per Carlos, 13 per Charles.

La Safety Car viene annunciata quando Leclerc è quasi all’ingresso della Stowe. I distacchi tra lui, Sainz e Hamilton sono identici, ma con la vettura di sicurezza le monoposto sono costrette a ridurre la loro velocità, restando al di sopra di un tempo minimo che varia da circuito a circuito. Questo significa che la distanza in termini di tempo tra Leclerc e Sainz è destinata ad aumentare nei primi momenti, fino a quando le monoposto non troveranno davanti a loro la vettura di sicurezza.

Il gap tra Leclerc e Sainz arriva fino a 9.3 secondi, che consentirebbero a Charles di operare con tranquillità un pit stop. Successivamente il monegasco, avvicinandosi all’ingresso della pitlane, rallenta per dare tempo al team di decidere cosa fare ma dal muretto gli viene detto chiaramente di restare in pista.

Il rallentamento di Leclerc permette a Sainz di riavvicinarsi e, quando questo rientra ai box, il suo divario è tornato a 4.6 secondi ma a velocità ridotta, segno di quanto tempo il monegasco abbia lasciato al team per prendere una decisione.

Il resto lo conosciamo. Leclerc resta in pista con gomme dure mentre, alle sue spalle, Sainz, Hamilton e Pérez si fermano per montare le soft. A turno supereranno tutti il #16 che resterà fuori dal podio.

Considerazioni

La giustificazione di Mattia Binotto parte dal presupposto che non ci fosse tempo per effettuare il pit con entrambe le monoposto, ma i dati del GPS mostrano l’esatto contrario; così come a Montecarlo mostravano il pericolo di far rientrare due vetture a tre secondi una dall’altra. Di fatto Leclerc sarebbe potuto rientrare, montando le soft e non facendo perdere alcuna posizione a Sainz.

La posizione dell’Alpine di Ocon, d’altronde, faceva chiaramente intendere che sarebbe stata necessaria la Safety Car per intervenire: il muretto, quindi, ha avuto mezza pista di tempo per capire le opzioni a sua disposizione. Nonostante questo, la decisione di lasciare fuori il monegasco l’ha condannato ad un finale di gara ad handicap, nel quale ha lottato come un leone (vedasi il sorpasso all’esterno della Copse su Hamilton) senza riuscire nemmeno a salire sul podio.

Curioso il richiamo del caso Abu Dhabi 2021 dove la stessa Mercedes, dopo aver lasciato fuori Lewis Hamilton, aveva ben chiaro insieme al pilota (e le comunicazioni radio lo confermano) che la gara sarebbe stata persa con Verstappen rientrato per montare le gomme soft.

Se, come a Montecarlo, poteva esserci una parziale giustificazione rivedendo i dati cronometrici, a Silverstone non si trova motivo per il quale non sarebbe stato possibile effettuare un doppio pit. In un’occasione nella quale Verstappen era stato costretto a correre in difesa per il detrito incastrato sotto il fondo della sua Red Bull, quella della Gran Bretagna suona come una resa mondiale per il pilota di punta (ma lo è ancora?!) della Rossa. Il quale, nonostante un danno evidente all’ala anteriore, aveva dimostrato di essere più veloce sul passo gara rispetto al compagno.

Un peccato che la vittoria di Sainz compensa solo parzialmente.

Immagine: Media Ferrari

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