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F1 | GP Giappone 2024, Verstappen da Suzuka a… Suzuka: due nette risposte alle vittorie dei rivali

di Simone Casadei
Pubblicato il 7 Aprile 2024 - 16:00
Tempo di lettura: 4 minuti
F1 | GP Giappone 2024, Verstappen da Suzuka a… Suzuka: due nette risposte alle vittorie dei rivali

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Per l’olandese non mancano le analogie con il weekend dello scorso settembre sul tracciato giapponese, in cui, come oggi, era stato in grado di rispondere presente dopo una brusca battuta d’arresto

Sei mesi passati, sviluppi tecnici di mezzo, alcuni ribaltamenti di scenario per quanto riguarda le forze in campo, ma là davanti il nome dominante non cambia. Come accaduto lo scorso 24 settembre, Max Verstappen ha saputo imporsi con autorità sulla pista di Suzuka, lasciando solo le briciole agli avversari dopo avergli concesso, per così dire, un fine settimana più da protagonisti del solito. Il Gran Premio del Giappone 2024 ha visto l’olandese trionfare per la terza volta su quattro gare fin qui disputate, sintomo di una superiorità che, colpi di scena a parte, non dovrebbe essere quasi mai messa in discussione.

Una lezione imparata da tutti gli appassionati durante il sedicesimo appuntamento del 2023, quando, dopo una tre giorni piuttosto incolore a Singapore appena una settimana prima, conclusa con una clamorosa eliminazione in Q2 e un quinto posto in gara, l’allora due volte Campione del Mondo arrivò più carico che mai e pronto a dominare tutto e tutti. Cosa che fece, lasciando battagliare i suoi rivali per le posizioni subito alle spalle, si fa per dire, della sua. La quarta gara di questa F1 2024 ci ha restituito un canovaccio estremamente simile a quello appena ricordato: vittoria inaspettata di un’altra scuderia nella gara precedente la trasferta del Sol Levante (in entrambi i casi, della Ferrari), un pilota che, per una volta, può godersi il proprio inno nazionale sul podio (in entrambi i casi, Carlos Sainz), una dimostrazione di forza e sicurezza dei propri mezzi da parte dei dominatori incontrastati e incontrastabili del campionato (in entrambi i casi, Max Verstappen e la Red Bull).

Certo, una differenza c’è e la possiamo ritrovare in termini di allocazione sul calendario delle due tappe nipponiche: l’anno scorso si parlava dell’ultimo terzo di stagione, oggi delle fasi ancora iniziali, considerando che abbiamo davanti a noi ancora 20 corse in giro per il mondo. Ma la sostanza, ciò che conta, ciò che riguarda nello specifico punti conquistati, performance messa in campo e certezza su chi sia destinato ad essere ancora il numero 1, non è affatto cambiata. Verstappen ha mantenuto, come già fatto nel 2023, le proprie promesse, ovvero quelle di demolire la concorrenza dopo un fine settimana in cui ci si era lasciati andare all’entusiasmo del momento, nonché alla speranza di non continuare a vedere il figlio di Jos svettare sul gradino più alto del podio. Forse quest’anno ancora di più rispetto al recente passato.

Sì, perché il ritiro dell’Australia, che ha portato alla clamorosa doppietta della Casa di Maranello, era stato visto da alcuni come un possibile spiraglio di una improbabile lotta mondiale, più rivolta alla classifica Costruttori che a quella Piloti. Eppure, vedere Charles Leclerc e la Scuderia a -4 da Verstappen e dalla sua corazzata aveva acceso qualche piccolo barlume di speranza, rafforzato dal fatto di essere appunto all’inizio, con un’intera stagione davanti e con la possibilità che altre noie come quella di Melbourne potessero ricapitare più avanti. Una speranza presto ridotta in frantumi.

Cercando di mantenere l’obiettività la realtà del momento, con questo ciclo regolamentare in vigore, ci dice che impensierire Verstappen e la Red Bull è ancora improbabile, a meno di weekend no come quello di Singapore o di problemi di affidabilità come in Australia. Il team guidato da Christian Horner, per ora, non sta affatto mostrando segni di cedimento, almeno dal lato tecnico. Certo, può capitare, ogni tanto, anche il più classico degli errori umani, come accaduto due settimane fa in quel dell’Albert Park, ma parliamo di casi isolati, di episodi, del più classico dei “prima o poi, succede a tutti”.

Anche a Marina Bay Sainz aveva prepotentemente imposto il suo sigillo su una gara condotta magistralmente dal primo all’ultimo giro, un po’ come accaduto nel corso del terzo round del 2024, stavolta addirittura con minor sofferenza, se non consideriamo la fatica post operazione di cui lo spagnolo ha sicuramente risentito. E a Suzuka, subito dopo, si era comodamente tornati alla normalità. Abbiamo vissuto di nuovo la stessa situazione, ci siamo calati nel medesimo scenario, con l’unica differenza che quest’anno i valori in campo sono ben più definiti.

La Ferrari è, senza dubbio, la prima inseguitrice della Red Bull. Ma per ripetere ciò che è stato fatto a Singapore sei mesi fa e a Melbourne lo scorso marzo con costanza, di strada ce n’è ancora parecchia. C’è un Verstappen che, quando sente aria nipponica, diventa inavvicinabile. Non è un caso che abbia vinto le ultime tre gare disputate a Suzuka. L’ultimo a riuscirci? Un certo Michael Schumacher, allora al volante di una Rossa, anch’essa, inarrivabile.

Immagine di copertina: Media Red Bull

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