F1 | GP Giappone 2024, un Alonso versione Samurai. Per Fernando la rivincita dopo l’Australia

F1GP GiapponeGran Premi
Tempo di lettura: 4 minuti
di Simone Casadei
7 Aprile 2024 - 17:45
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Weekend perfetto per il due volte iridato, che regola entrambe le Mercedes e la McLaren di Piastri per conquistare gli otto punti che gli sarebbero spettati a Melbourne, prima della pesante penalità di 20 secondi

Se vogliamo trovare, oltre a Max Verstappen, autore dell’ennesimo fine settimana capolavoro, e Charles Leclerc, votato come “Driver of the Day” dopo una grande rimonta e una perfetta gestione delle sue gomme, un altro pilota che ha brillato in maniera speciale durante il GP del Giappone 2024, quest’ultimo dovrebbe essere certamente Fernando Alonso. È stato lui stesso a definire, al termine della gara, il weekend di Suzuka come “uno dei migliori da diverso tempo a questa parte“. Un’affermazione vera in tutto e per tutto, se consideriamo il mezzo tecnico che l’asturiano ha a disposizione e il confronto, stavolta piuttosto impietoso, con il compagno Lance Stroll.

Già dal sabato, il due volte iridato ha dimostrato di aver trovato, sul tracciato nipponico, un ritmo e una velocità quantomeno inaspettati. Nemmeno lui se ne capacitava totalmente, dopo una qualifica eccellente conclusa al quinto posto davanti alla McLaren di Oscar Piastri, alle due Mercedes e alla Ferrari di Charles Leclerc, e ugualmente stupito si è dimostrato al termine dei 53 giri completati domenica. La posizione persa rispetto alle prove cronometrate è quella nei confronti del monegasco, al momento al volante della seconda migliore vettura del lotto, per cui può essere ampiamente perdonabile. Alonso ha guidato da vero fuoriclasse qual è, stringendo i denti su una gomma soft che ha degradato nettamente di più nel primo stint e tenendosi alle spalle sia l’australiano che il numero 16, per poi passare prima sulle medie e poi sulle dure, con le quali ha dato spettacolo.

Potremmo ormai dire che Fernando è il vero “ministro della difesa” della Formula 1, dopo che questo appellativo è stato assegnato a diversi piloti nel corso di ancora più diverse occasioni. Ma in quanto ad esperienza, determinazione e manico per tenere dietro gli avversari, sono davvero in pochissimi a poter vantare le stesse carte del nativo di Oviedo. Il quale, dopo una penalità assai discussa in Australia, che lo ha privato di un meritato sesto posto, si è ripreso la medesima posizione con una corsa ancor più bella in Giappone, regolando un Piastri mai particolarmente in palla e un Russell che, nel finale, sembrava davvero potersi fare sotto un’altra volta, come accaduto due settimane fa. Stavolta, tutti dietro alla muraglia verde della sua AMR24, dotata dei primi aggiornamenti di questo 2024 che forse, almeno dal lato del numero 14, stanno dando i loro frutti.

Stroll, infatti, è stato prima eliminato in Q1, per poi non riuscire a portare a casa neanche un punticino in ottica Costruttori. Poco male, diranno in Aston Martin, perché Alonso, da solo, ha pareggiato lo score di una Mercedes ancora in crisi nera, mantenendo viva la lotta per la quarta piazza nella graduatoria delle squadre. Nemmeno una vettura sicuramente meno competitiva di quella dello scorso inizio di stagione impedisce al veterano spagnolo di regalare show e prestazioni così convincenti, a conferma del fatto che se, in quello che si preannuncia un mercato caldissimo, dovesse realmente finire al volante di una monoposto in grado di lottare costantemente per podi e vittorie, potrebbe continuare a dire prepotentemente la sua.

Ovviamente, stando all’attuale realtà dei fatti, l’unica opzione che offrirebbe questo tipo di garanzie è la Red Bull, probabilmente non molto interessata a mettersi in casa un gallo così chiassoso come Alonso, il quale non sarebbe certo entusiasta di guardare le spalle al caposquadra Verstappen (sempre che “Nando” non rappresenti proprio il sostituto del tre volte Campione del Mondo, ma qui si parla di ipotesi assai azzardate). Pazienza: a Fernando al momento bastano un acceleratore e un freno, di qualunque produzione essi siano, per non mollare ancora il posto al “tavolo dei grandi”, quello formato dai piloti che sono realmente in grado di fare la differenza, con qualunque arsenale tecnico e strategico a loro disposizione. Una nota non di poco conto, se consideriamo che stiamo parlando di un giovane ragazzo prossimo al compimento del 43esimo anno di età.

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