Segue l’analisi Pirelli del GP Giappone 2024
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Max Verstappen aggiunge un’altra perla alla sua collana di vittorie, vincendo in maniera nettissima il Gran Premio del Giappone. Per il pilota olandese questo è il terzo successo consecutivo a Suzuka, il cinquantasettesimo della sua carriera. Grazie al secondo posto di Sergio Perez, la Red Bull ha ottenuto la terza doppietta della stagione e la trentunesima nella sua storia.
Sul podio per la terza volta in altrettante gare disputate in questo inizio di campionato – ne ha dovuta saltare una, a Gedda, a causa di un attacco di appendicite – è salito Carlos Sainz, che ha dato alla Ferrari il venticinquesimo piazzamento sul podio nel Gran Premio del Giappone: solo la McLaren ha fatto meglio con 27 piazzamenti.
LA GIORNATA IN PISTA
Alla partenza i venti piloti si sono divisi abbastanza equamente fra chi ha scelto la Medium (tutti i top 10 della griglia ad eccezione di Alonso più Ricciardo, Tsunoda e Zhou) e chi la Soft ma l’immediata interruzione ha dato a sette di loro (i due della Mercedes, i due della Alpine, Sargeant, Tsunoda, Zhou l’opportunità di cambiare mescola: i due della Mercedes sono passati dalla Medium alla Hard, i due della Alpine e Sargeant (Williams) dalla Soft alla Medium, Tsunoda (Racing Bulls) e Zhou (Sauber) dalla Medium alla Soft.
Accorciata nei fatti di due giri – quello interrotto all’inizio e quello di schieramento per la seconda partenza sono stati comunque validi – la gara ha visto le squadre scegliere diverse opzioni strategiche, sia in termini di numero di pit-stop che di utilizzo delle varie mescole. Quella più utilizzata è stata la C1 (545 giri, 60%), con la C2 al secondo posto (281 giri, 31%) e con una differenza in termini di degrado abbastanza limitata. Se è vero che Hard e Medium sono state le più gettonate, anche la Soft (81 giri percorsi, 9% del totale) ha dimostrato di poter giocare un ruolo, o in partenza o nella fase finale, nonostante il suo degrado sia stato significativo.
INFOGRAFICHE
PARLA MARIO ISOLA
“Credo che anche oggi la Formula 1 abbia dimostrato di essere una competizione automobilistica davvero spettacolare. Su una delle piste più impegnative per piloti e vetture, abbiamo assistito ad una gara ricca di sorpassi e caratterizzata dal confronto fra tante strategie diverse, anche grazie al fatto che tutte e tre le mescole che abbiamo selezionato per questo appuntamento si sono dimostrate all’altezza della situazione, consentendo così di poter scegliere fra le diverse opzioni, sia in termini di alternanza delle mescole sia per quanto riguarda il momento in cui effettuare il pit-stop.
Certo, ancora una volta abbiamo visto che ci sono una squadra e un pilota – la Red Bull e Max Verstappen – in possesso di un vantaggio prestazionale che ha consentito loro di conquistare con relativa facilità il massimo risultato possibile ma alle loro spalle c’è stata grande battaglia, in pista e fra i muretti delle varie squadre.
Nella giornata più calda del fine settimana – alla partenza l’asfalto ha raggiunto i 40 °C per poi scendere fino a 32 °C nelle fasi finali – il degrado termico è stato importante e chi ha saputo gestirlo nella maniera migliore è riuscito a guadagnare diverse posizioni rispetto alla griglia di partenza: mi riferisco soprattutto a Leclerc, autore di una gara maiuscola sotto questo punto di vista perché la sosta unica gli ha permesso di risalire dall’ottavo al quarto posto. L’undercut si è confermato molto efficace ma è vero che chi ha anticipato troppo le soste si è trovato poi in una posizione di svantaggio nella parte finale di ogni stint. Tutte queste variabili hanno generato delle differenze di prestazione che hanno reso più agevoli i sorpassi, a beneficio soprattutto del pubblico. Proprio i fan che hanno affollato le tribune di Suzuka per tutto il fine settimana sono stati un ulteriore elemento di spettacolo ed è stato bello vedere che, alla fine, hanno potuto festeggiare il decimo posto dell’idolo di casa, Yuki Tsunoda”.
Fonte immagini e testi: Pirelli Motorsport
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