La domenica nera di Pérez nel GP Giappone 2023 si è tinta anche di un giallo regolamentare
Nella giornata di festa Red Bull per la vittoria del sesto titolo Costruttori nel GP Giappone 2023, c’è comunque spazio per una delusione legata a Sergio Pérez. Il pilota messicano ha vissuto una gara da horror sin dallo start, per poi vedere aggravarsi la sua situazione fino alla decisione di chiudere in anticipo la sua gara.
C’è stato anche spazio per un giallo regolamentare, legato al rientro in pista dopo decine di minuti da quello che sembrava un ritiro. Ma andiamo con ordine.
Al via il messicano, stretto dalla Ferrari di Sainz, si è toccato pericolosamente con la Mercedes di Lewis Hamilton, rimediando la rottura dell’ala anteriore mentre, alle spalle, si consumava l’altro incidente con coinvolto Alex Albon.
Il messicano, con la Safety Car chiamata in causa, è rientrato alla fine del primo giro per sostituire la sua ala anteriore. Nella fretta di entrare ai box dopo la chicane finale, Pérez ha superato l’Aston Martin di Fernando Alonso prima di impegnare la Pitlane, rimediando una prima penalità di 5 secondi da parte dei commissari.
Non è finita. Nel corso del 12° passaggio, Pérez è stato autore di un secondo errore che ha coinvolto anche Kevin Magnussen.
Il messicano è arrivato troppo lungo al tornantino colpendo la Haas e facendola girare, rompendo nuovamente l’ala anteriore. Pérez è tornato nuovamente ai box, ha scontato la prima penalità di 5 secondi ed è tornato in pista, con una Red Bull danneggiata dal contatto con la monoposto del danese, presumibilmente con un braccetto rotto all’anteriore destra.
Il team ha deciso di riportare ai box la RB19 e poco dopo i commissari hanno comminato una seconda penalità di 5 secondi a Pérez per la toccata con Magnussen.
L’articolo 54.3 del Regolamento Sportivo indica che, se un pilota non è in grado di scontare una delle penalità che possono essere inflitte per un incidente di gara (5, 10 secondi, Drive Through o Stop & Go), questa dovrà essere scontata al prossimo evento nella forma di una penalità in griglia di partenza.
Lo stesso Regolamento Sportivo non indica, però, la definizione di macchina ritirata. Genericamente si intende una monoposto riportata ai box, ma in realtà non è così. Si tratta di una convenzione, data dal fatto che il tempo perso per mettere la macchina in garage e riportarla in pista – a seguito magari di un problema – significhi sommare giri di ritardo e l’impossibilità di recuperare terreno sugli avversari.
In Red Bull questa sottigliezza non è sfuggita e così, per non rischiare di ricevere una penalità in griglia in Qatar, si è deciso di riparare la monoposto di Pérez e rimandarla, dopo 43 minuti di sosta, in pista per un giro. Al termine del quale il messicano è tornato ai box e ha scontato i 5 secondi di penalità con i meccanici fermi attorno alla vettura, per poi essere riportato in garage per il ritiro definitivo.
Si tratta, a tutti gli effetti, di una manovra lecita poiché non esiste una dichiarazione di ritiro delle vetture come in altre categorie, ad esempio come in NASCAR. In IndyCar, ad esempio, è meno raro vedere monoposto riportate ai garage e poi rimesse in pista dopo riparazioni varie.
Tutto regolare quindi per quanto riguarda Pérez. Almeno dal punto di vista regolamentare, la deludente gara del messicano a Suzuka è stata gestita correttamente.
Immagine: Media Red Bull
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