L’olandese, dopo anni di critiche, sta lasciando le sue prestazioni parlare per lui
Dopo un GP di Miami preoccupante in termini di distacchi, con una McLaren dominatrice, la F1 esce da Imola con una situazione completamente diversa, che vede Max Verstappen e la Red Bull riportarsi in scia in classifica piloti. Difficile, ad oggi, capire quale sia la più veritiera, in termini di prestazioni dell’una e dell’altra monoposto, tra le gare della Florida e quella di ieri. Fatto sta che, ancora una volta, su una pista old school, così come era successo a Suzuka, Max Verstappen ha conquistato un’altra vittoria inattesa; questa volta, non dovendo sfruttare le caratteristiche della pista per difendersi come successo in Giappone, ma attaccando e gestendo poi un passo gara inatteso anche per lo stesso team di Milton Keynes.
Come già capitato, il venerdì non aveva lasciato molte speranze, con una RB21 nervosa e un Verstappen agitato per il comportamento della monoposto. Non è neanche una novità che, tra venerdì e sabato, sia avvenuto il miracolo, con il team capace di ribaltare l’assetto della monoposto e bilanciarla a dovere; riuscendo, oltre a risolvere la performance pura sul giro secco, a trovare anche la quadra lato consumo delle gomme; che, già di loro, avevano dato qualche grattacapo con le medie più affidabili delle soft, soprattutto al sabato.
Al resto ci ha pensato, ancora una volta, Max Verstappen. I primi 15 secondi di gara di Imola rappresentano l’essenza del campione in carica: a 150 metri dal Tamburello l’olandese era terzo, dietro anche a George Russell, dopo uno scatto non perfetto. 150 metri dopo il Tamburello, la RB21 era in testa. Non va negata la complicità di Oscar Piastri, questa volta troppo morbido (o impegnato a controllare la Mercedes dietro di luì), ma il passaggio all’esterno di Verstappen è il motivo per cui amiamo le corse.
Il quattro volte iridato non ha mai goduto di una stampa a favore e non ne ha nemmeno mai sentito il bisogno. Figurando, per chi segue il motorsport da decenni, come un pilota arrivato da un’altra generazione, molto meno mediatica e molto più concentrata in pista. Per poter piegare anche le resistenze di chi non vedeva il suo valore ma solo quello della Red Bull, è stato necessario un mondiale 2024 tenuto in piedi praticamente da solo da maggio in poi e questo inizio di 2025, che richiama i fasti di Michael Schumacher nel periodo 1997/1998 contro lo strapotere di Williams e McLaren.
Forse solo adesso chi è stato – colpevolmente, volontariamente o meno – distratto, sta riuscendo a capire il livello di un pilota assoluto, nel pieno della maturazione sportiva e con l’esperienza necessaria per gestire un campionato senza la monoposto migliore in griglia. In questo momento è difficile dire come proseguirà il campionato. Ma se Red Bull dovesse riavvicinarsi in termini assoluti a McLaren e Verstappen fosse in grado di lottare fino alla fine ad armi pari, il merito sarebbe di quanto fatto in questo primo terzo di campionato, nel quale il quattro volte iridato ha sfruttato ogni singola occasione per raccogliere punti o fare più di quanto la monoposto gli permetteva. Altra nota di merito va alle parole dedicate ad Imola e ai tracciati di vecchia generazione, che rischiano di essere soppiantati via via sulla strada del business. Anche in questo, l’olandese si dimostra molto più “vecchio” di quanto la sua carta d’identità dica.
Per quanto riguarda Red Bull, dopo sette gare conviene chiedersi quanto la sostituzione di Checo Pérez abbia pagato. Bistrattato e scaricato come un pilota finito, il messicano ha visto da casa il fallimento di Lawson prima e le difficoltà di Tsunoda poi, con i due giovani che non hanno fatto nulla per non farlo rimpiangere. Anche qui, lo stesso Verstappen era stato profetico un anno fa: il problema di Red Bull non era nel secondo sedile ma nella macchina. E, come avevamo ironicamente scritto, forse il problema di Milton Keynes sta nel primo pilota, capace di nascondere i problemi e i ribaltare pronostici.
Ce ne sono e ce ne sono stati pochi così: forse è il caso di ammetterlo.
Immagine di copertina: Media Red Bull
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