Le conversazioni radio con i rispettivi ingegneri “premiano” Russell e mostrano un Hamilton senza speranza soprattutto nella seconda parte di gara
Il GP Emilia Romagna 2022 ha visto una Mercedes a due facce, alle prese con una W13 ancora da capire al 100% ma, soprattutto, con una situazione interna probabilmente inaspettata. I due piloti del Team di Toto Wolff hanno entrambi approfittato di sventure altrui per cogliere il loro unico podio (Lewis a Sakhir, George a Melbourne). Ma, mentre il giovane inglese ha colto, fino ad ora, sempre un piazzamento in top 5, Lewis, dopo il podio del Bahrain ha visto le sue prestazioni calare: dopo il punticino dell’Arabia Saudita ed il quarto posto di Melbourne, il sette volte campione del mondo ha vissuto un weekend da incubo ad Imola.
Mai sul passo del giovane compagno, durante il GP della domenica Lewis è stato inquadrato a più riprese in uno dei momenti di difficoltà più duri che abbia incontrato nella sua carriera; inchiodato alle spalle dell’Aston Martin di Lance Stroll prima e dell’AlphaTauri di Pierre Gasly poi senza lo spunto per passare, né senza DRS né con l’ausilio dell’ala mobile, fino al mesto 14° posto finale, poi diventato 13° per la penalità ad Esteban Ocon per unsafe release. Un risultato che stride clamorosamente con il quarto posto di Russell, abile nel finale a difendersi dall’arrembante Valtteri Bottas con l’Alfa Romeo.
Le difficoltà di Hamilton emergono anche se si confrontano i team radio suoi e di Russell con i rispettivi ingegneri ai box, l’ormai famoso “Bono” Peter Bonnington e l’italiano Riccardo Musconi. In questa analisi abbiamo quindi riassunto la gara di entrambi dal punto di vista della comunicazione con i loro ingegneri.
Partiamo da Hamilton. Dopo l’incidente del primo giro che mette fuori Sainz, la Safety Car entra in pista. Bono chiede info sulle condizioni dell’asfalto e Lewis prima segnala che è molto bagnato e poi, poco prima che la SC rientri (un paio di giri più tardi), indica qualche piccola porzione asciutta in alcune curve (5, 6, 9 e 12). Paradossalmente questa è l’unica segnalazione “puntuale” di Lewis in tutto l’arco della gara. All’11° ed al 16° giro Hamilton dice che la pista è ancora troppo bagnata per montare le slick, ma il team un giro dopo lo invita comunque a rientrare (cosa che faranno tutti) sulla base dei tempi di Ricciardo, primo a passare alle gomme da asciutto. Nella girandola delle soste Lewis perde un paio di posizioni e si ritrova 14°. Al 25° passaggio Lewis dice che non ci sono possibilità di superare con la pista umida fuori traiettoria e, tre giri dopo, segnala che il DRS dovrebbe essere abilitato. Il sette volte campione si trova già da qualche giro alle spalle dell’AlphaTauri di Gasly, segnala di essere lento sul dritto (giro 29) ma, anche quando l’ala mobile sarà attivata (giro 32) Lewis non riuscirà comunque a prendere il francese, a sua volta con DRS a disposizione dietro Albon. Rivedendo il camera car dell’inglese sono almeno quattro i momenti in cui c’è uno spiraglio per passare ma Lewis, all’arrivo alla frenata del Tamburello, tenta sempre di passare all’esterno, con il francese che facilmente chiude la traiettoria.
Da qui passa un’intera serie di giri nei quali Lewis riceve giusto la comunicazione dell’arrivo di Verstappen per il doppiaggio, che avverrà all’inizio del 41° passaggio per l’olandese in testa alla gara. Passano 15 passaggi (dal 29° al 45°) prima che Hamilton si faccia nuovamente sentire prima dicendo un eloquente “Nothing good” e poi, un giro dopo, chiedendo quanto manca al termine di una gara sotto il suo standard. Ancora un passaggio e Lewis, vedendo Pérez raggiungerlo, dice “questa macchina è un’altra cosa” riferendosi alla seconda Red Bull che sta per doppiarlo. Arriviamo al giro 49° nel quale Hamilton chiede se c’è possibilità di passare qualche pilota davanti con un nuovo pit stop. Bono risponde che controlleranno i dati dal muretto ma non ci sarà mai una risposta in tal senso.
I leader, incalzati da Leclerc (che poi si girerà alla Variante Alta), effettuano un nuovo pit. Verstappen così torna alle spalle di Hamilton, per poi raggiungerlo nuovamente attorno al giro 55. Lewis, nel frattempo ancora dietro Gasly, ha segnalato ancora una volta di aver bisogno di più potenza per poter superare l’AlphaTauri. Bono gli suggerisce di attivare qualche attimo prima il pulsante dell’overtake mode ma Lewis risponde secco: “Credimi che lo farei se potessi, ma non ho grip”. È l’ultimo messaggio prima di arrivare a fine gara, quando in radio si apre direttamente Toto Wolff per confortare il suo pilota: “Lewis, mi spiace per quello che hai dovuto guidare oggi. So è che è stata inguidabile e che non è quello che meritiamo come risultato. Ripartiremo da qui anche se è stata una gara terribile”. Lewis risponde “non preoccuparti Toto, continuiamo a lavorare duramente”.
Passiamo a Russell. Come detto la conversazione con il suo ingegnere Musconi è costante, senza momenti di pausa. Nel periodo di Safety Car i due si scambiano informazioni e suggerimenti sullo stato delle gomme e sull’importanza di mantenerle in temperatura. Musconi indica e suggerisce azioni, Russell chiede se le sue risposte alla guida sono in linea con le richieste. Curioso come, durante il terzo giro (quando la Safety Car sta per rientrare), l’inglese dica “Interessante, Leclerc sta raffreddando le gomme, mentre nelle mie non ho temperatura”. Così come Hamilton, Russell indica inizialmente le condizioni della pista e, già al settimo passaggio, chiede quando sarà il momento di iniziare a raffreddare le gomme, ricevendo indicazione di poter già procedere. Musconi informa costantemente sul gap tra chi è dietro e di fronte, chiedendo di avere feedback sulle condizioni della pista. Già al 14° passaggio Russell informa che si potrebbe passare alle slick, ma che non vuole fare da “cavia”. Il pit arriva tre giri più tardi, con Musconi che informa delle condizioni della pit lane e della possibilità di dover lottare già all’uscita dalla sosta.
Musconi informa poi che, per un problema ad una pistola, non è stato possibile aumentare l’incidenza dei flap sull’ala anteriore della W13 per ovviare al sottosterzo. I due si confrontano quindi sul vantaggio su Bottas di 12 secondi, frutto anche del pit lento del finlandese (il finlandese ha perso circa 10 secondi per un problema di fissaggio all’anteriore destra). Da segnalare che Russell, costantemente, chiede se il suo stile di guida è in linea con i valori necessari per rendere al meglio. L’inglese, in particolare, chiede spesso se le temperature di gomme e freni sono nella giusta temperatura, poiché non è previsto un altro pit stop. Musconi, passo passo, informa sul gap da Norris (davanti) e Bottas (dietro), con Russell che chiede (giro 29) se è necessario spingere o gestire le gomme: il suo ingegnere gli raccomanda di gestire. Ancora una volta il pilota chiede se le temperature dei freni vanno bene e riceve, per la terza volta, parere affermativo oltre che informazioni sul vento.
Dalla lettura dei team radio emerge quindi una valutazione giro su giro su quella che è la situazione, in considerazione del vantaggio in calo su Bottas e della contemporanea necessità di far sopravvivere le gomme fino a fine gara. Inoltre il sottosterzo è in aumento e questo porta progressivamente il finlandese dell’Alfa Romeo ad avvicinarsi sempre più. Russell chiede se può essere possibile un’altra sosta ma Musconi sconsiglia la scelta, sottolineando come ci siano tre vetture nella finestra di sosta oltre a Bottas, dal quale si perderebbe sicuramente la posizione. La conferma arriva al giro 44: bisogna andare fino in fondo ed ora non si tratta più di gestire il tempo sul giro, perché il sottosterzo è aumentato ancora. Russell viene informato del testacoda di Leclerc al giro 52 mentre, poco dopo, l’Alfa Romeo di Bottas si materializza negli specchietti della Mercedes #63. A questo punto George chiede di avere il gap dal finlandese precisamente all’uscita della Variante Alta e viene accontentato giro dopo giro, con il distacco che comunque si aggira per diversi passaggi tra i 6 e i 7 decimi di vantaggio e Bottas che tenta più volte di avvicinarsi verso il Tamburello vedendosi la strada sbarrata. Musconi, nel frattempo, aveva anche suggerito al suo pilota di risparmiare un po’ di benzina verso fine gara, non semplice visto appunto il pericolo Bottas alle spalle.
Russell, alla fine, riesce a tenere dietro il suo predecessore in Mercedes, ricevendo i complimenti del suo ingegnere (“Non so come tu ci sia riuscito, P4”) e di Toto Wolff: “George, ben fatto. Ci è mancata quella modifica al flap, ma considerato questo hai tenuto bene, complimenti”.
Considerazioni
Dalle conversazioni emergono due elementi chiave. Il primo è la costante comunicazione tra Russell e Musconi, un continuo scambio di informazioni senza nemmeno un giro di sosta. Per tutti i 63 passaggi c’è almeno un messaggio inviato o ricevuto tra il muretto e la monoposto #63. Per quanto riguarda Hamilton ci sono, invece, anche buchi di diversi giri nei quali né l’inglese chiama il suo muretto né il suo ingegnere gli fornisce qualche informazione. Il numero di messaggi scambiati tra Russell e Musconi è letteralmente triplo rispetto a quelli della coppia Hamilton-Bonnington. Questa diversa frequenza nella comunicazione può essere ritenuta normale (ogni pilota si sente più o meno disturbato durante la guida), ma risulta comunque strano che il pilota più in difficoltà si confronti meno col suo muretto alla ricerca di una soluzione o una strategia alternativa per liberarsi dal traffico davanti, rimanendo intrappolato decine di giri in una situazione che non riesce ad invertire.
Ma la vera differenza è nel contenuto dei messaggi tra una coppia e l’altra. Russell è proattivo, chiede costantemente se le sue azioni in pista sono coerenti con le richieste del muretto e si confronta continuamente con il suo ingegnere su ogni singolo aspetto (gomme, freni, vento, sottosterzo). Interessante notare come, praticamente nello stesso momento, Russell si senta pronto per passare alle slick mentre Hamilton afferma che è ancora troppo bagnato. La gestione del più giovane inglese, in collaborazione con il suo ingegnere, è insomma precisa: il continuo scambio di informazioni permette a Russell di arrivare ai giri finali, con Bottas alle spalle, in una condizione di gomme sufficiente per difendersi. Specialmente nella seconda parte di gara, invece il sette volte campione appare rassegnato, demotivato: al di là dei tanti giri senza comunicazione, nella maggior parte dei team radio emerge la frustrazione di non riuscire ad agguantare Gasly, fino al punto di chiedere quanti giri mancano. Lewis segnala più volte di non avere velocità sul dritto e chiede di avere più potenza ma, quando Bono gli suggerisce di attivare in anticipo l’overtake mode, lui risponde di non avere grip. Un weekend, quindi, totalmente da dimenticare per il sette volte campione del mondo, in un inizio di stagione che in tanti non si sarebbero aspettati.
Immagine: Media Mercedes
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