F1 | GP Emilia Romagna 2020: Hamilton vs Bottas, l’analisi degli effetti della VSC

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Tempo di lettura: 13 minuti
di Andrea Gardenal
3 Novembre 2020 - 09:00

Andiamo a valutare in che modo la VSC ha modificato gli equilibri tra i due piloti Mercedes nella gara di Imola

L’intervento della Virtual Safety Car nel corso del 30° giro del GP dell’Emilia Romagna è stato sicuramente il momento più controverso dell’intera gara: nel corso dei pochi secondi di neutralizzazione, Lewis Hamilton ha effettuato la sua prima sosta per il cambio gomme avendo la possibilità di perdere meno tempo rispetto ad una sosta “normale” e tornando così in pista di nuovo al comando della gara. Chi ha pagato il prezzo più alto da questa situazione è stato Valtteri Bottas, relegato al secondo posto dopo aver guidato i primi 19 giri di gara.

Ma quanto è stata realmente importante l’intervento della VSC nel successo di Hamilton di domenica? Senza la neutralizzazione, Bottas avrebbe avuto la possibilità di vincere oppure Hamilton sarebbe tornato in pista al comando in ogni caso? In questo articolo proveremo ad analizzare quanto accaduto domenica, ricostruendo il ritmo gara dei due piloti Mercedes settore dopo settore e cercando di capire in che misura la VSC ha portato Hamilton a conquistare la prima posizione in gara anche dopo la prima sosta.

Riportiamo innanzitutto il grafico che rappresenta il distacco tra Hamilton e Bottas tra il 18° e il 31° giro. Nella parte bassa del grafico sono inoltre riportate due barre che rappresentano schematicamente i migliori tempi personali (in verde) e assoluti (in viola) ottenuti dai due piloti nei vari settori della pista.

Evoluzione del distacco tra Hamilton e Bottas tra il 18° e il 31° giro (a cura di Francesco Ferraro)

Giri 18-19 – Le soste di Verstappen e Bottas

La nostra analisi inizia al termine del 18° giro quando Max Verstappen, fino a quel momento in seconda posizione, rientra ai box per il suo primo (e unico) cambio gomme, nel corso del quale passa dagli pneumatici a mescola media a quelli duri. In questo momento Hamilton ha 4.450 secondi di ritardo nei confronti di Bottas ed entrambi sono a pista libera: non ci sono vetture in mezzo a loro e Stroll, il primo dei piloti da doppiare, ha una decina di secondi di vantaggio sul finlandese della Mercedes.

Bottas reagisce immediatamente al rientro ai box di Verstappen per evitare l’undercut e imbocca la corsia box un giro dopo, al termine del 19° passaggio. Nei primi due settori della pista entrambi i piloti della Mercedes fanno segnare i rispettivi migliori parziali fino a quel momento: Bottas fa il record assoluto nel T2, Hamilton nel T1. Al secondo intertempo i due sono separati da 4.359 secondi; il distacco registrato all’ultima antenna di rilevazione tempi prima della corsia box è di 4.315 secondi, a riprova del fatto che Bottas non ha commesso particolari errori nelle ultime curve prima del cambio gomme.

Nell’ultimo settore della pista Hamilton mette a segno un altro record personale e, complice il rientro ai box del compagno di squadra, passa per la prima volta in testa alla gara. Il T3 viene completato da Bottas in 30.715 secondi; considerando che nei tre giri precedenti quello stesso settore era stato completato regolarmente sul piede dei 26.2 secondi, si può stimare che il rientro in corsia box sia costato circa 4.5 secondi a Bottas.

Il 20° giro inizia con Hamilton che percorre il T1 in 25.021, un tempo buono ma più lento rispetto al proprio record personale di circa un decimo. Bottas, nel frattempo, completa il suo pit stop e la prima antenna di rilevazione dei tempi al termine della corsia dei box registra un divario di 22.071 secondi nei confronti di Hamilton. Il finlandese non commette particolari errori, ma per via delle gomme non ancora in temperatura perde altro tempo e al termine del T1 i due sono separati da 23.778 secondi.

Bottas percorre il primo settore in 48.731 secondi, a fronte dei 25.3 secondi da lui impiegati in media nei giri immediatamente successivi; il tempo perso rispetto al suo ritmo gara può quindi essere stimato in 23.4 secondi; sommando questo dato al tempo perso in fase di ingresso ai box (4.5 secondi circa), si può stimare che Bottas abbia perso circa 27.9 secondi.

Va rimarcato un aspetto importante: i 27.9 secondi appena citati sono il tempo perso da Bottas nel T3 del giro precedente al cambio gomme e nel T1 del giro successivo al cambio gomme; come visto in precedenza, tuttavia, il finlandese ha perso circa 1.7 secondi dal primo rilevamento dopo i box, situato poco prima della variante del Tamburello, al termine del primo settore, che si trova dopo la variante Villeneuve. Scorporando questi secondi dal tempo perso in totale, si può concludere che in totale Bottas abbia perso circa 26.2 secondi per entrare ai box, cambiare le gomme e ripartire.

Quest’ultimo dato è confermato anche considerando i dati rilevati dall’ultima antenna prima dell’ingresso dei box e dalla prima antenna dopo l’uscita dai box, sulla base dei quali si rileva che Bottas ha perso 26.386 secondi da Hamilton durante il pit stop. Per completezza, riportiamo inoltre che il finlandese della Mercedes ha impiegato 29.600 secondi per percorrere la pit lane.

Giri 20-24 – Tirare a pista libera

A partire da questo momento inizia una vera e propria gara a distanza tra i due piloti della Mercedes: Hamilton sente di avere ancora del potenziale da esprimere e via radio fa sapere ai suoi tecnici di non avere intenzione di rientrare a breve ai box. Per quanto riguarda la situazione doppiati, dal 20° al 24° giro entrambi si trovano sostanzialmente a pista libera.

In questo frangente di gara Hamilton inizia a martellare, facendo registrare i propri migliori tempi personali in ben 7 settori su 15 (3 al giro per 5 giri); tre di questi sono anche record assoluti; Bottas non è da meno e, in questa specifica porzione della gara, in 3 occasioni registra a sua volta il record personale in un settore della pista.

Hamilton, tuttavia, ne ha di più: pur escludendo il T1 del giro di rientro in pista di Bottas, il pilota inglese recupera almeno due decimi su di lui in 8 settori su 14; in 2 di questi, il vantaggio supera i quattro decimi; Bottas è più veloce di Hamilton solamente in 3 occasioni, durante le quali il vantaggio del pilota di Nastola non è mai superiore al mezzo decimo di secondo. In altre parole Hamilton guadagna decimi su decimi a Bottas, mentre quest’ultimo riesce al più a pareggiare i tempi del compagno di squadra.

Giri 25-28 – Iniziano i doppiaggi

Nel corso del 25° giro Hamilton inizia a percepire la scia di Stroll, che si trova un paio di secondi davanti a lui; in questa situazione Bottas inverte per la prima volta la tendenza e recupera in totale tre decimi negli ultimi due settori della pista, facendo registrare il proprio miglior parziale nel T2. Al termine di questo giro il divario tra le due Mercedes è di 26.155 secondi contro i 23.778 registrati al primo intertempo dopo la sosta di Bottas.

A questo punto si entra nella fase più critica della gara per Hamilton, che finalmente incontra traffico davanti a sé: davanti a lui ci sono Stroll, Grosjean e Giovinazzi, che vengono doppiati dal leader della gara al ritmo di uno al giro tra la 26ª e la 28ª tornata.

La presenza di concorrenti più lenti si ripercuote sul ritmo gara di Hamilton: in 4 dei 9 settori percorsi nell’arco di questi tre giri è Bottas ad essere più rapido del compagno di squadra e in tre di questi casi lo svantaggio recuperato oscilla tra i due e i tre decimi.

Paradossalmente, tuttavia, è proprio in questo frangente che si vede quanto forte sia stato Hamilton ad Imola: tra un doppiato e l’altro, il pilota di Stevenage riesce a registrare ben due parziali record assoluti (entrambi nel T1, anche grazie alla possibilità di aprire il DRS), guadagnando complessivamente quasi otto decimi nei confronti del compagno di squadra.

Hamilton taglia il traguardo del 28° giro con 26.540 secondi di vantaggio su Bottas: nonostante i tre doppiaggi effettuati, il campione del mondo in carica è riuscito a recuperare quasi quattro decimi nei confronti del finlandese.

Giri 29-30 – Record sul giro e VSC

La mazzata decisiva arriva al 29° giro: Hamilton fa segnare il record assoluto della gara (sempre fino a quel momento) in tutti e tre i settori. Bottas, dal canto suo, è più lento non solo nel confronto con Hamilton, ma anche in quello con sé stesso: Esteban Ocon sta infatti parcheggiando la propria monoposto nella via di fuga dell’allungo che porta alla Variante Alta e Bottas è costretto ad alzare il piede a causa delle bandiere gialle, perdendo circa sette decimi rispetto al proprio passo gara.

Il campione del mondo presenta il conto: con quattro decimi guadagnati nel T1, sette decimi e mezzo nel T2 e mezzo secondo scarso nel T3, nel 29° giro Hamilton è più rapido di Bottas di 1.650 secondi. I due sono divisi da 28.190 secondi.

Nel frattempo, come detto, la monoposto di Ocon si è fermata a bordo pista: non si trova in posizione pericolosa, ma per rimuoverla è necessario un intervento dei commissari e l’arrivo di una neutralizzazione, totale o parziale, si fa molto probabile. Per alcuni secondi si continua a correre ed entrambe le Mercedes completano il T1 del 30° giro in regime di bandiera verde: Bottas mette a segno il proprio record personale nel primo settore, ma ciononostante perde 270 millesimi nei confronti di Hamilton; il divario sale a 28.460 secondi.

Hamilton percorre anche il T2 in regime di gara libera, ma rispetto al suo ritmo gara perde circa mezzo secondo in reazione alle bandiere gialle che segnalano la presenza della macchina di Ocon; Bottas non arriva a completare il T2, perché mentre si trova all’ingresso della doppia curva delle Acque Minerali viene chiamata la Virtual Safety Car. L’ultimo rilevamento cronometrico con bandiera verde segnala che tra Hamilton e Bottas ci sono 28.437 secondi.

La VSC viene esposta mentre Hamilton sta uscendo dalla Rivazza e il suo ingegnere di pista, Peter Bonnington, lo richiama tempestivamente ai box per il cambio gomme. La neutralizzazione dura solo 38 secondi, ma sono più che sufficienti per permettere al pilota inglese di tornare in pista con un margine di assoluta tranquillità nei confronti del compagno di squadra.

Giro 30-31 – Il pit stop di Hamilton

Cerchiamo di sviscerare quanto accaduto in quei pochi secondi: la VSC viene azionata quando Bottas è all’ingresso della curva delle Acque Minerali, nella parte finale del settore centrale della pista. Al secondo intertempo il suo ritardo su Hamilton cresce di oltre tre secondi, ma questo fatto non deve stupire: Hamilton ha infatti percorso il T2 a velocità normale, mentre Bottas è stato costretto a rallentare per via dell’entrata in vigore della VSC.

Hamilton percorre il T3 del 30° giro in 35.537 secondi contro i 30.715 impiegati da Bottas nel suo giro di rientro ai box; la neutralizzazione, arrivata quando l’inglese stava uscendo dalla seconda curva della Rivazza, ha quindi fatto perdere ad Hamilton circa 4.8 secondi (decimo più, decimo meno) rispetto al tempo che ci avrebbe messo fermandosi in regime di bandiera verde.

La differenza più importante si vede però subito dopo il cambio gomme: quando Hamilton toglie il limitatore ed esce dalla pit lane, la gara è già in regime di bandiera verde e il pilota inglese percorre il T1 del 31° giro in 49.628 secondi; il suo tempo è perfettamente sovrapponibile ai 48.731 secondi impiegati da Bottas nella medesima situazione. I nove decimi di differenza sono ascrivibili in gran parte ad una sosta più lenta (2.9 secondi contro i 2.4 impiegati dal pilota finlandese) e, più in generale, ad un maggior tempo trascorso in pit lane (30.382 secondi contro 29.600)

Completamente diversa è la situazione di Bottas, che percorre gli ultimi due settori della pista di Imola in 30.897 e 31.808 secondi contro il 27.549 e il 26.457 del giro precedente, quando comunque aveva dovuto alzare il piede a causa delle bandiere gialle causate dalla Renault di Ocon; dal punto di vista di Bottas, la VSC è stata attivata all’ingresso delle Acque Minerali e disattivata all’uscita della prima curva della Rivazza.

Prendendo come riferimento i tempi dei giri 29 e 30, si può stimare che con la VSC Bottas abbia perso 8.7 secondi in totale, la maggior parte dei quali nel T3. A questo punto è sufficiente fare la differenza con il tempo perso da Hamilton (4.8 secondi) per verificare che l’intervento della VSC ha “regalato” al 6 volte campione del mondo circa 3.9 secondi (di nuovo, decimo più, decimo meno).

La differenza in termini di porzione di pista percorsa sotto VSC tra i due piloti si vede chiaramente nella successiva immagine.

Mappa della pista di Imola in cui sono rappresentati i tratti percorsi a velocità controllata da Hamilton e da Bottas (a cura di Francesco Ferraro)

Poche certezze e molti dubbi

A questo punto la domanda sorge spontanea: questi secondi sono stati decisivi nell’economia della gara oppure no? Prendendo in prestito una terminologia “elettorale”, la risposta è… “Too close to call”: il margine che c’era tra i due prima della sosta di Hamilton non permette di giungere con certezza assoluta ad una conclusione, nonostante parecchi indizi puntino in favore del pilota inglese.

Al primo intermedio dopo la sosta c’erano solamente 3.820 secondi tra i due, ma alla rilevazione della prima antenna dopo l’uscita box (poco prima del Tamburello) il distacco era di 4.967 secondi. Questi dati fanno pensare che Hamilton sarebbe probabilmente ripartito in ogni caso davanti a Bottas, anche se il distacco tra i due alla prima variante sarebbe stato di pochi decimi.

Una conclusione analoga si ottiene se si prende per buona la perdita di 26/27 secondi “puliti” per effettuare una sosta, che corrisponde al tempo perso da Bottas nei confronti di Hamilton in occasione del suo cambio gomme: all’ultimo rilevamento cronometrico prima della VSC il ritardo di Bottas era già superiore ai 28 secondi e ciò avrebbe reso improbabile l’eventualità del contro-sorpasso al vertice da parte del finlandese mentre Hamilton si trovava ai box.

Al tempo stesso va evidenziato che, senza VSC, Bottas sarebbe stato nelle condizioni, se non di attaccare Hamilton, quantomeno di metterlo maggiormente in difficoltà; inoltre, in presenza di una battaglia più tirata, anche gli stessi meccanici ai box sarebbero stati maggiormente sotto pressione col rischio di perdere quei 3/4 decimi che, in un contesto come questo, sarebbero potuti essere decisivi.

Una regola da riscrivere

L’unico dato sicuro è che il regolamento attuale ci ha privato di una battaglia intensa tra i due piloti Mercedes, anche se fatta a distanza a colpi di giri record e non di sorpassi in pista. L’intervento della VSC probabilmente non ha regalato il sorpasso a Hamilton, ma sicuramente l’ha reso più semplice e “scontato”.

Non ci sono dubbi sul fatto che il principio su cui si fonda la VSC sia corretto, ma la sua applicazione pratica va rivista sia per quanto riguarda le modalità di attivazione e disattivazione, sia in merito all’opportunità di effettuare dei cambi gomme durante la fase di neutralizzazione.

Si ringrazia Francesco Ferraro per le grafiche presenti nell’articolo.

I dati utilizzati per l’analisi sono stati ricavati da F1TV

Immagine di copertina da Twitter/MercedesAMGF1

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