L’inaspettato rendimento della squadra americana sul tracciato di Shanghai ha permesso ai propri piloti di togliersi grandi soddisfazioni alla domenica
Dalla notte al giorno, o, come in questo caso, dall’Australia alla Cina. Dopo un avvio scioccante in negativo a Melbourne, la Haas rialza la testa e si rimette in sesto a Shanghai, sfoderando una prestazione maiuscola sul circuito asiatico e collezionando un risultato davvero inatteso. A seguito dello zero rimediato all’Albert Park, Esteban Ocon e Oliver Bearman fanno incetta di punti in Oriente, collezionando un quinto ed un ottavo posto che ridanno ossigeno alla squadra americana e infondono un po’ più di speranza per le prossime gare.
Sebbene il grande risultato raccolto dal team guidato da Ayao Komatsu sia in buona parte attribuibile alle squalifiche di Charles Leclerc e Lewis Hamilton, sarebbe comunque bugiardo affermare come l’esclusione di entrambe le Ferrari dall’esito del GP di Cina sia stato determinante ai fini dei punti conquistati dalla Haas. Già prima che il monegasco e il britannico venissero estromessi dalla classifica finale, Ocon e Bearman potevano ugualmente vantare arrivi in settima e decima posizione; entrambe le vetture in zona punti, dopo la debacle australiana, hanno rappresentato uno scenario diametralmente opposto rispetto alla prima uscita stagionale.
La VF-25 non aveva brillato durante i test in Bahrain, facendo presagire un avvio in salita, ma che si potesse addirittura raccogliere così poco dalla tappa inaugurale dell’anno nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Per quanto forse in Haas sapessero di non disporre immediatamente del potenziale per centrare la top 10, finire in fondo alla griglia al sabato e ripetere il risultato alla domenica non era di certo ciò in cui speravano gli uomini guidati dal team principal giapponese. Come spesso accade, però, dopo la tempesta ecco comparire l’arcobaleno e, di fatto, è proprio questo che la gara cinese ha rappresentato per la squadra a stelle e strisce.
Sebbene l’uscita in Q1 di Bearman al sabato e il mancato accesso alla Q3 da parte di Ocon, entrambi si sono resi protagonisti di gare eccezionali. Il francese si è esaltato sull’asfalto di Shanghai, infilando diversi sorpassi e completando probabilmente il migliore dell’intera gara quando, con due ruote sullo sporco, si è tolto lo sfizio di mettersi alle spalle la Mercedes di Andrea Kimi Antonelli prima della frenata di curva 14. Settimo al traguardo, Esteban ha poi beneficiato della squalifica di entrambe le Rosse per entrare addirittura fra i primi cinque. 10 punti, probabilmente, che valgono anche un bel 10 alla sua straordinaria corsa.
Per quanto riguarda invece il giovane britannico, l’aggettivo che meglio descrive il suo GP è probabilmente combattivo. Il classe 2005 si è scatenato in Cina, pista tra l’altro mai assaggiata in carriera, e, nel corso dello stint su gomme medie, ha superato gli avversari uno dopo l’altro, mettendo in luce le sue grandi doti nei duelli già evidenti nelle categorie minori. Il suo “ciao” nei team radio ad ogni manovra completata, poi, ha rappresentato la ciliegina sulla torta ed è già diventato iconico tra i tifosi. Per Bearman, dopo un esordio da incubo a Melbourne, una gara come quella di Shanghai era più che necessaria.
In conclusione, la Haas può tornare a casa più che soddisfatta. Dopo McLaren e Mercedes, infatti, la squadra americana è risultata quella con più punti all’attivo al termine del weekend in Cina. Se qualcuno avesse pronunciato tali parole a seguito della gara di settimana scorsa in Australia, probabilmente sarebbe stato preso per matto. Ma è questo il bello della F1. La situazione può cambiare drasticamente da un momento all’altro, magari di meno quando si parla di lotta al vertice, ma, passando al midfield, una situazione come quella vissuta dalla compagine statunitense non è poi così rara da vedersi.
Starà ora al team dimostrare di poter rimaner attaccati con le unghie e con i denti alle zone rilevanti della classifica. In casa, il talento non manca di certo. Ocon e Bearman godono di doti velocistiche di tutto rispetto, nonché di una differenza d’età che, nel complesso, può giovare ad entrambi. Se l’inglese può imparare molto dal più esperto compagno, il francese potrebbe aver ritrovato la giusta motivazione nella lotta con un vicino di box più giovane ma assai determinato. Gestendo a dovere le dinamiche interne che potrebbero venirsi a creare, non è da escludere che rivedremo la Haas lottare per posizioni tutt’altro che di rincalzo.
Immagine di copertina: Media Haas
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