F1 | GP Cina 2024, Hamilton e la storia di un tempo ormai passato: dal dominio del 2019, ad una Mercedes in crisi totale

F1GP CinaGran Premi
Tempo di lettura: 3 minuti
di Simone Casadei
22 Aprile 2024 - 11:00
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Una corsa assolutamente sofferta per il sette volte iridato, resa ancora più complicata dallo scatto in diciottesima posizione

È domenica 14 aprile 2019, giorno della gara numero 1000 nella storia della Formula 1. Lewis Hamilton, in Cina, scatta alla perfezione e brucia il compagno Valtteri Bottas, per andare a conquistare la sesta vittoria in carriera sul tracciato di Shanghai. Un dominio incontrastato e incontrastabile, quello dell’inglese, che verrà coronato sei mesi e mezzo più tardi dalla conquista della sesta corona iridata. Cinque anni dopo, il GP di Cina ci regala uno scenario, per il britannico e la sua Mercedes, drammaticamente diverso.

Il dominio c’è ancora, forse addirittura più marcato, ma il suo protagonista è un altro, ovvero Max Verstappen, così come il mezzo, la Red Bull, e la posizione dei rivali. La casa di Stoccarda, da allora, è caduta spaventosamente in basso in termini di prestazioni. Lo stesso si può dire di un Hamilton assolutamente anonimo in questo inizio di 2024. Una magra nona posizione è l’epilogo che meglio raffigura lo stato di forma attuale della scuderia capace di vincere otto mondiali Costruttori consecutivi, ma ora costretta ad un ruolo, clamoroso a dirsi se pensiamo a cinque anni fa, di inevitabile comprimaria.

Eppure i segnali incoraggianti sembravano esserci, dal lato del numero 44. La Pole Position sfiorata nella Sprint Qualifying, quantomeno in termini di posizionamento in griglia e non di distacco, e la piazza d’onore conquistata nella gara breve del sabato mattina avevano riacceso le speranze di poter portare a casa un buon risultato anche la domenica. A stroncare questi buoni propositi ci ha pensato la qualifica, sempre di sabato. La quale ha recitato per Hamilton il diciottesimo tempo. Fuori in Q1 per la prima volta da Arabia Saudita 2022 (allora si parlava della disastrosa W13, che però, al momento, appare sicuramente più rosea rispetto all’ancora peggiore W15), la corsa per Lewis si è presentata subito in salita.

Così è stato, nonostante una buona rimonta, ma assolutamente avara di reali soddisfazioni e anzi ricolma di numerose polemiche via radio. Le stesse che un tempo infastidivano non poco gli appassionati, poiché esse erano spesso e volentieri seguite da giri veloci su giri veloci da parte del fuoriclasse di Stevenage. Questo fine settimana, al contrario, niente exploit a seguito delle proteste col proprio muretto. Solo tanta sofferenza e, comprensibilmente, tanta frustrazione. Ciò che forse non è comprensibile agli occhi di Hamilton è tutta questa situazione. Per un pilota del suo calibro, col suo palmares e la sua storia, dev’essere surreale ritrovarsi, al ritorno a Shanghai, a quasi un minuto dal vincitore, quando era proprio lui ad essersi abituato a rifilare certi distacchi alla concorrenza.

Quel tempo, quel dominio, quella Mercedes, ora sono un lontano ricordo. Perché lo sappiamo bene, la Formula 1 è spietata e vincere non è sinonimo di continuare a vincere, anche se sei stato in grado di farlo per quasi due lustri. Tutto viene rapidamente accantonato, se fallisci nel farti trovare pronto all’avvento di un nuovo cambio regolamentare. A Stoccarda, dal 2022, non sono ancora riusciti a sfornare una monoposto parente con quelle che si sono prese la scena dal 2014 al 2021. Chissà che anche questo Lewis non sia il medesimo del cannibale che, in 14 anni, è riuscito nell’impresa di eguagliare i sette titoli iridati di Michael Schumacher. 14 stagioni, 7 concluse al primo posto. Un 50% che allora faceva paura a tutti, ma che oggi in tanti sembrano essersi dimenticati. O chissà che proprio Lewis non sia, con la testa, già concentrato su un altro futuro, colorato di forti tinte rosse.

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