F1 | GP Belgio 2025, analisi Ferrari: soddisfazione sì, ma il weekend Sprint (e la pioggia) chiedono cautela

Autore: Alessandro Secchi
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Pubblicato il 28 Luglio 2025 - 17:30
Tempo di lettura: 6 minuti
F1 | GP Belgio 2025, analisi Ferrari: soddisfazione sì, ma il weekend Sprint (e la pioggia) chiedono cautela
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Il risultato domenicale della Rossa a Spa-Francorchamps può essere considerato positivo, all’interno di un weekend dai due volti

Un altro podio per Charles Leclerc e un settimo posto in rimonta per Lewis Hamilton. Il weekend del GP del Belgio 2025 della Ferrari può essere considerato positivo anche alla luce del fatto che, considerata la McLaren ormai imprendibile nel mondiale Costruttori, Mercedes è stata allontanata ancora un po’ ed ora si trova terza a 28 punti. Tutto sommato, quindi, un risvolto positivo al fine settimane delle Ardenne c’è.

La situazione, però, è un po’ più complessa di come possa sembrare. A renderla più complicata nella sua valutazione, ci si è messo anche il weekend con il formato Sprint che, di suo, conferisce incertezza e necessità diverse rispetto ad uno standard. La sola ora di prove libere obbliga a stringere i tempi per quanto riguarda la preparazione delle monoposto e questo non è mai buono per tecnici e ingegneri; soprattutto se, nel caso della SF-25, c’è da valutare in ambiente mondiale l’effettivo miglioramento apportato dalla nuova e chiacchieratissima sospensione posteriore.

Se, a tutto questo, aggiungiamo l’incertezza creata dal maltempo, ampiamente preventivato per la domenica e puntualmente presentatosi con il rischio di vivere una nuova Spa 2021, allora possiamo immaginare quanto sia stato difficile organizzare i lavori e preparare le monoposto dal punto di vista della prestazione.

I distacchi dalla McLaren con Leclerc

Se guardiamo ai risultati nelle due gare del weekend, tenendo come riferimento la Ferrari più veloce in pista, quella di Charles Leclerc, otteniamo due risultati molto diversi in termini di prestazione. Nella Sprint Qualifying il monegasco ha rimediato un distacco di oltre sette decimi, per poi rimediare 10 secondi nei 15 giri del sabato mattina chiudendo al quarto posto in solitudine rispetto al trio Verstappen – Piastri – Norris; con le due McLaren tappate dalla tattica della Red Bull di scaricare la RB21 dell’olandese per puntare alla velocità di punta sul dritto per poi difendersi nel secondo settore.

La forte ipotesi di una gara bagnata ha poi spinto diversi team a scommettere sul meteo della domenica, tra chi ha optato per un assetto completamente da full wet e chi è rimasto più conservativo, come la stessa Red Bull che ha scelto un’ala più carica per Verstappen anche in considerazione di quanto successo a Silverstone.

La Ferrari, con il monegasco, ha puntato sull’asciutto con un assetto piuttosto scarico, che ha pagato nella qualifica del sabato con un distacco ridotto a tre decimi dalla Pole di Norris. Il via bagnato della corsa, invece ha costretto Leclerc agli straordinari e a sudare le famigerate sette camicie per tenere a bada l’irruenza di Max Verstappen. Leclerc ha compiuto un vero e proprio miracolo nel tenere in pista la SF-25 dovendosi anche curare dell’olandese alle spalle.

Alla fine del ciclo dei pit stop per passare alle slick, quando le posizioni si sono cristallizzate, Leclerc si è trovato a 15 secondi e mezzo di distacco dalla McLaren di Oscar Piastri, con ancora trenta giri da completare e, ancora, con la sagoma della Red Bull #1 alle spalle. A questo punto, l’assetto più scarico della Ferrari è venuto in aiuto di Leclerc, permettendogli di attuare la stessa tattica utilizzata proprio dall’olandese al sabato: spingere il più possibile nel primo e terzo settore e difendersi nel secondo.

Una tattica che ha funzionato nonostante una piccola sbavatura alla Bus Stop, che non ha permesso comunque a Verstappen di avvicinarsi ed entrare in zona DRS: il campione in carica è rimasto sistematicamente a un paio di secondi di ritardo senza riuscire più ad impostare un tentativo di sorpasso.

Da notare come, rispetto alla Sprint, i 10 secondi persi in 15 giri rispetto a un Verstappen che faceva da tappo alle McLaren si siano tramutati in 5 secondi in 30 giri persi, dal momento del rientro in pista con le slick e fino alla bandiera a scacchi, rispetto al vincitore australiano. Da qui si potrebbe un netto miglioramento tra il sabato e la domenica in termini di prestazioni, e questo è vero. Non è però dato sapere quanto la McLaren abbia caricato le sue monoposto in termini assoluti tra Sprint e gara lunga. Oltretutto, al sabato mattina le due monoposto di Woking sono state bloccate dalla strategia Red Bull ma, se fossero riuscite a passare (o se Piastri fosse riuscito a non farsi superare al via) probabilmente il distacco dalla Ferrari sarebbe stato più alto.

In conclusione, in termini assoluti, il weekend di Spa-Francorchamps non sembra indicativo al 100% per certificare, con assoluta certezza, la bontà degli aggiornamenti portati dal team di Maranello, a causa delle dinamiche e delle variabili (format, meteo) che si sono susseguite nel corso del weekend. Serviranno almeno due o tre gare, in condizioni possibilmente stabili, per avere un’idea più chiara.

Capitolo Lewis Hamilton

Il sette volte iridato è incappato in un weekend decisamente da dimenticare sin dal venerdì, nel quale è stato escluso dall’SQ1 della Sprint Qualifying per un testacoda nel suo secondo giro alla frenata della Bus Stop. Nel primo giro, invece, una piccola incertezza prima di Stavelot l’aveva messo già a rischio esclusione. Nelle interviste post gara della domenica, Hamilton ha parlato di una nuova soluzione ai freni portata per cercare di dargli più fiducia, che l’avrebbe “colto di sorpresa”. Dall’inizio dell’anno l’inglese parla di questa mancanza di feeling in frenata e, evidentemente, questo problema si è trascinato fino ad ora.

Sta di fatto che nella Sprint Hamilton è partito addirittura 18° per chiudere 15°. Il weekend sportivamente drammatico del sette volte iridato è continuato con la qualifica del sabato pomeriggio, nella quale la cancellazione del tempo per essere stato troppo interno sul cordolo al Raidillon, facendo scattare il track limit, ha di nuovo eliminato la Ferrari #44 dalla prima tagliola. A questo punto la Ferrari, così come altri team, ha optato per una nuova Power Unit e per il cambio del setup a livello di sospensioni, per fornire al pilota un miglior feeling in caso di gara bagnata.

Questa è stata la prima delle due scelte che hanno permesso la rimonta di Hamilton. Nei primi cinque giri dalla partenza dopo la Safety Car, l’inglese ha recuperato una posizione al giro sfruttando il carico aggiuntivo della sua Ferrari. Successivamente, la seconda scelta azzeccata è stata quella di essere i primi ad effettuare lo switch sulle slick. Decisione che ha portato il sette volte iridato in un colpo solo dal 13° al 7° posto alle spalle di Alex Albon.

Quello che poteva sembrare un sorpasso facile ai danni del thailandese, si è rivelato invece essere un’operazione impossibile. Per trenta giri Lewis è rimasto in coda alla Williams, non diversamente da quando fatto da Verstappen con Leclerc, con la monoposto del team di Grove veloce sul dritto e impossibile da raggiungere se non grazie ad un errore, non pervenuto, da parte di Albon.

La rimonta di Hamilton si è quindi conclusa alle spalle della #23 per un settimo posto, visti i due giorni precedenti, positivo. Anche se globalmente – come ammesso dallo stesso Lewis – il weekend resta da dimenticare.

Dichiarazioni contrastanti

Quello che colpisce spesso, nelle dichiarazioni dei piloti della Ferrari, è il contrasto anche tra le sensazioni espresse in sessioni consecutive, determinato spesso dall’ultimo risultato ottenuto. Il finale di weekend ha, in parte, risollevato il morale dopo un venerdì ed un sabato abbastanza contraddittori, con un Leclerc inizialmente dubbioso sulle capacità di questa vettura di trovare altro potenziale e più soddisfatto del terzo posto finale. Per quanto riguarda Hamilton, quanto succede in pista spesso contrasta con quanto il sette volte iridato dichiara al di fuori, tra documenti per il 2026 e apporti “strutturali” che poi possono rappresentare un punto di critica nel momento in cui le prestazioni in pista non sono quelle attese.

Di certo, la stagione del sette volte iridato non è quella che ci si attendeva ed è corretto sottolinearlo. Con la speranza, per lui e per la Ferrari, che la grande attesa che si sta già da ora montando per il 2026 non ri riveli un’altra illusione.

Immagine di copertina: Media Ferrari

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