Segue l’anteprima del team Haas per il GP Belgio 2020
Kevin Magnussen
“La mia prima gara in Formula 1 qui è stata nel 2014, non vedevo l’ora di affrontare l’Eau Rouge. Erano appena arrivate le monoposto ibride, eravamo all’inizio di questa era e non c’era tutta questa downforce. L’Eau Rouge era una sfida, ora un po’ meno con il downforce che hanno raggiunto le vetture ora. Non è una parte così tecnica ma, nonostante tutto, è un punto fantastico del circuito. Credo – ma potrei ricordare male – che ai tempi si potesse usare il DRS anche in quel punto, sebbene fosse necessario chiudere e poi riaprire l’ala. Correre a Spa è sempre una grande esperienza, è davvero uno dei circuiti più leggendari”.
Romain Grosjean
“La mia prima volta qui è stata nel 2004 in una gara di Formula Renault Eurocup. C’erano circa 45 macchine sulla griglia ai tempi. Ricordo che non ci eravamo qualificati così bene e, in questo senso, Spa diventa una gara sempre interessante. Quando si vedere il circuito in TV è uno dei pochi dei quali si possono apprezzare i saliscendi. Ma quando vieni sul posto di accorgi davvero di come siano le pendenze. Credo che l’Eau Rouge sia vicina al 20%. Ovviamente a Spa è tutto incentrato sulla velocità. Quando guidi una Formula 1 si va giù verso l’Eau Rouge a 300 all’ora e poi sembra di avere un muro di fronte. Ogni anno, la prima volta che la percorro mi viene la nausea… poi passa dopo il primo giro veloce. Le curve sono scorrevoli nella parte centrale: c’è Pouhon, una doppia sinistra, che è davvero mega. Forse è la migliore curva di tutta la stagione. Le curve lente, la prima e l’ultima, sono forse le migliori per sorpassare. La chiave è trovare il bilanciamento tra curve veloci e lente”.
Gunther Steiner
“Sembra tutto strano quest’anno, come se avessimo fatto già metà stagione di gare quando invece sono passate solo sei gare. Abbiamo lavorato duro da marzo ed è stata una lunga stagione, anche se la gente non ha potuto notarlo perché abbiamo iniziato a correre a luglio. Sembra davvero di essere a metà anno anche se non lo siamo. Dobbiamo considerare questo come un anno eccezionale. Parte dello staff non ha lavorato nella prima parte di stagione, quindi ha ancora le batterie cariche. Pensando al futuro, però, non si può fare di questa situazione, con i triple-header, la normalità. Non dovremmo provare perché così non è produttivo”.
Immagine di copertina: Twitter – Haas
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