Segue l’anteprima Brembo del GP Bahrain 2025 di F1
La Formula 1 resta in Asia per il 4° round stagionale ma si sposta in Medio Oriente che sarà teatro anche del 5° GP. Prima però è la volta del GP Bahrein che vanta 20 precedenti, a cui va aggiunto il GP Sakhir che si disputò nel 2020 sempre nello stesso impianto ma utilizzando il layout “ovale”. La costruzione dell’autodromo iniziò nel 2002 ed è costata 56,2 milioni di dinari locali: a disegnare il tracciato fu chiamato Hermann Tilke che valutò anche altri 4 siti prima di scegliere di edificarlo a Manama.
I dati del GP
Secondo i tecnici del gruppo Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della Formula 1, il Bahrain International Circuit da 5,412 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4 perché in un giro i piloti di Formula 1 usano i freni per 15,8 secondi, pari al 18 per cento della gara. In 5 curve sono soggetti a decelerazioni di almeno 4,1 g ed utilizzano i freni per più di 2 secondi ciascuna. Sono 4 le frenate della categoria Hard, 3 Medium e una Light.
La curva più dura
La curva più dura del Bahrain International Circuit per l’impianto frenante è la prima perché il rettilineo di 1,1 km che la precede consente di raggiungere i 313 km: i piloti di Formula 1 decelerano a 66 km/h in 2,89 secondi e subiscono una decelerazione di 4,2 g grazie ad un carico sul pedale del freno di 133 kg. Nel frattempo, le monoposto avanzano di 124 metri mentre la potenza frenante è di 2.112 kW.
Il debutto di Fernando
Il GP Bahrein 2010 sancì l’esordio di Fernando Alonso con la Ferrari. La pole fu però appannaggio di Sebastian Vettel. Al suo fianco in prima fila Felipe Massa con la F10, mentre in seconda fila c’erano Alonso e Lewis Hamilton. Lo spagnolo soffiò subito il 2° posto al compagno e approfittò di un guasto alla vettura di Vettel per passare a condurre al 34° giro. Alonso trionfò con 16 secondi di vantaggio su Massa, per un’inimmaginabile 1-2 che garantì alla Scuderia di Maranello la leadership nelle classifiche Piloti e Costruttori.
L’impianto dell’epoca
A fine 2009 era stato vietato il rifornimento nel corso della gara e ciò comportò un aumento del peso minimo delle monoposto, pilota incluso, da 605 kg a 620 kg per effetto della maggiore capienza dei serbatoi. I team si trovarono a ridisegnare le monoposto e lo stesso fece Brembo con gli impianti frenanti perché dovevano assicurare elevati standard sia a vetture scariche che a pieno carico. La F10 di Alonso godeva di un impianto frenante in carbonio che garantì maggiore capacità di dissipare l’energia rispetto ai precedenti, oltre ad offrire un elevato standard di efficienza in ogni condizione di carico e quindi con un ampio range di livelli termici.
L’aiuto al posteriore
Le monoposto attuali di Formula 1 pesano 800 kg, pilota incluso, ma nonostante ciò sono riuscite ad abbassare di oltre 3 secondi i tempi sul giro di tre lustri fa. Merito anche del brake by wire che gestisce la frenata posteriore, variando istantaneamente il contributo frenante dissipativo in base all’input rigenerativo e garantendo il corretto equilibrio tra gli assi anteriore e posteriore. Quest’anno sono quattro i team di F1 che utilizzano le unità by-wire di Brembo mentre altri preferiscono utilizzare sistemi proprietari.
Fonte immagini e testi: Brembo
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