Solo Ascari, Schumacher e Raikkonen erano riusciti a fare pole e vittoria alla prima gara della stagione guidando per la Ferrari. Intanto Magnussen porta la Haas al terzo posto costruttori per la prima volta.
La F1 è ripartita dal Bahrain come avvenuto già altre tre volte nella storia, ma questa è stata un’edizione più speciale rispetto alle altre. Ebbene sì perché il via della 73esima stagione è stato anche il simbolo di una rinascita dettata da una nuova era con nuove vetture concepite in modo totalmente diverso da quelle che abbiamo visto tre mesi fa ad Abu Dhabi. L’effetto suolo che torna dopo 40 anni ha dato vita a una corsa piena di battaglie per il primo posto, per il podio, per la zona punti e anche per le posizioni a fondo gruppo. Insomma, non è stato il solito trenino a cui la F1 ci ha abituato negli ultimi anni.
Uno spettacolo totalmente inedito per gli ultimi anni, che ha rimescolato le carte in tavola ripropondendoci una Ferrari così forte come non si vedeva da tanto, troppo tempo – forse nemmeno quelle di Alonso e Vettel avevano mai mostrato una superiorità tale -, rispendendo indietro una Mercedes anonima che non sembra assolutamente quella dominante degli ultimi 8 anni, quanto più la versione dei tempi di Rosberg e Schumacher. Exploit dell’Alfa Romeo che ripropone due vetture a punti dopo più di due anni e la Haas che dopo altrettanto tempo riscopre sapori che aveva dimenticato. Si potrebbero definire – allo stato attuale – le contendenti al titolo di “Campione del Mondo di Sandbagging nei test pre-stagionali”. Chi invece ha confermato se non peggiorato quello che è stato visto ai test è la McLaren che di colpo torna a vedere i fantasmi dei numeri del periodo Honda/Renault. Ma basta perderci in chiacchiere, ora è il momento di sviscerare le prime statistiche della stagione 2022 di F1.
QUALIFICHE
Il Bahrain si è acceso di rosso già da sabato pomeriggio con la decima pole position in carriera di Charles Leclerc, che è così diventato il trentaseiesimo pilota in doppia cifra al sabato, eguagliando il numero di partenze al palo di Jochen Rindt. Il pilota della Ferrari è inoltre l’ottavo a conquistare almeno 10 pole con la casa di Maranello che in questa occasione è giunta a quota 231 prime posizioni in qualifica. L’ultima volta in cui riuscì ad ottenerla alla prima gara in campionato fu in Australia nel 2007 con Kimi Raikkonen.
Con Leclerc, inoltre, la Ferrari è partita dalla pole position nella prima gara stagionale per la tredicesima volta. In pratica una media di una volta ogni sei anni. Il risultato del #16 ha inoltre assicurato la sesta pole in Bahrain alla Ferrari che torna ad eguagliare il numero di partenze al palo della Mercedes a Sakhir.
La seconda posizione è andata a Max Verstappen che è così partito per la trentesima volta dalla prima fila. Quella di domenica è stata inoltre la terza prima fila condivisa con Leclerc, contando anche quella di Monaco 2021 in cui il pilota di casa non era riuscito a prendere il via per colpa dell’incidente che lo ha reso protagonista in qualifica.
È andata peggio a Lewis Hamilton scattato dalla quinta piazzola in griglia. Al netto delle penalità subite, per il 7 volte iridato questa è la peggior partenza dal GP di Monaco della passata stagione quando è scattato dalla settima piazza. Una statistica ancora più negativa se guardiamo ai risultati della Mercedes nella prima gara stagionale. Correva l’anno 2013 quando nemmeno una vettura di Stoccarda era partita dalla prima fila nel primo appuntamento stagionale. Si parla invece del 2011 se allarghiamo lo sguardo alle prime due file; in quel caso infatti la migliore fu quella di Rosberg che partì dal settimo posto. Per non vedere nemmeno una vettura motorizzata Mercedes nelle prime due file del primo round del campionato, bisogna andare fino al 2006, quando – sempre in Bahrain – il miglior piazzato del motorista tedesco fu Juan Pablo Montoya con la McLaren-Mercedes in quinta posizione.
Chi non è più in Mercedes è Valtteri Bottas che questo weekend ha esordito con l’Alfa Romeo prendendo il posto del suo connazionale Kimi Raikkonen. L’ex pilota della casa di Stoccarda non ha però perso le abitudini coltivate con i tedeschi, continuando infatti la sua striscia di presenze in Q3 portandola a quota 102. Per Bottas, inoltre, la nuova avventura col team elvetico è iniziata proprio affiancando il suo ex compagno di squadra Lewis Hamilton. Per Alfa Romeo, invece, questa è la prima Q3 da Jeddah della passata stagione.
Ben più lontana era invece l’ultima Q3 della Haas che non entrava nell’élite della top 10 del sabato dal GP del Brasile 2019. Ai tempi a portarla è stato lo stesso Kevin Magnussen che ha rispedito il team americano tra i grandi, alla sua prima gara nella seconda carriera in F1. Miglior qualifica, ma questa volta alla prima apparizione stagionale, per Fernando Alonso che non partiva così in alto (8° posto) dal 2014 quando era ancora al volante della Ferrari. Ai tempi lo spagnolo si qualificò in quinta posizione.
Non è andata altrettanto bene la prima qualifica da pilota ufficiale Mercedes per George Russell che non è andato oltre il 9° posto in griglia. Il britannico aveva ottenuto un risultato nettamente ulteriore al GP di Sakhir 2020 quando sostituì il suo attuale compagno di squadra, risultato positivo al Covid. Due anni fa il #63 scattò infatti dalla seconda posizione, al fianco del pilota che ha sostituito quest’anno: Valtteri Bottas.
Come visto, nel Q3 hanno partecipato ben quattro delle sei vetture motorizzate Ferrari, che risulta così il motorista più presente nella fase finale delle qualifiche. La squadra di Maranello non aveva la maggioranza assoluta in top 10 dal GP del Brasile 2019 con ben 5 vetture su 6. Uno dei due piloti a non accedere al Q3 lo scorso sabato è stato Mick Schumacher, il quale può però ritenersi parzialmente soddisfatto per aver conquistato il miglior risultato al sabato salendo fino alla 12a piazza.
Oppositamente alla Ferrari c’è la Mercedes che ha ottenuto la peggior prima qualifica stagionale dal GP d’Australia 2018. Allora come oggi, gli unici due motorizzati da Brixworth a entrare nel Q3 sono stati i piloti ufficiali, mentre tutti i clienti non sono andati oltre la tredicesima piazza. Quattro anni fa sono stati 4 su 6 quelli finiti oltre la sesta fila, mentre sabato ben 6 su 8, di cui quattro a occupare le ultime due file dello schieramento.
Tra quelli che non hanno brillato in qualifica ci sono sicuramente i piloti McLaren. Il 13° posto di Lando Norris è il peggior risultato in avvio di stagione, dato che non era mai andato oltre la quarta fila. Era inoltre dal GP dei Paesi Bassi della passata stagione che non mancava la qualificazione al Q3. Anche per Ricciardo la situazione è simile, ma per l’australiano il peggior risultato, alla prima gara, fino ad ora fu in Australia nel 2013 quando scattò dalla 14a piazza.
Non è andata altrettanto bene all’unica wild card di questo evento: Nico Hülkenberg, salito in macchia per sostituire Sebastian Vettel risultato positivo al Covid. Per lui, in questo caso, si tratta di un pareggio del suo peggior risultato in qualifica in Bahrain ottenuto nel 2019 con Renault, quando partì in 17a posizione.
GARA
L’epilogo della domenica è stato lo stesso della giornata precedente, ovvero una Ferrari davanti a tutti: quella di Charles Leclerc giunto alla terza vittoria in F1. Il monegasco ha preso la sua rivincita in Bahrain dopo che un problema meccanico gli aveva tolto il gusto del primo successo nel 2019 con la SF71. Per il #16 di Maranello anche questo trionfo giunge dalla pole position del sabato, come avvenuto a Spa e Monza tre anni fa.
Non è solo festa per Leclerc, ma anche per la Ferrari che torna alla vittoria dopo 2 anni, 5 mesi e 26 giorni – un digiuno durato 46 Gran Premi, iniziato a Singapore 2019 dopo l’ultimo successo di Sebastian Vettel in F1 – che rende quello appena terminato il secondo silenzio più lungo per gli emiliani. Quella del 24enne è stata la vittoria numero 239 della Ferrari, la sedicesima ad essere ottenuta in apertura di stagione; l’ultima risaliva al 2018 con il tedesco ora alfiere dell’Aston Martin. Il dato che impressiona maggiormente è quello legato alla doppietta pole-vittoria alla prima gara stagionale. Charles Leclerc è entrato in una cerchia ristretta di piloti Ferrari che possono vantare questo primato; a precederlo solo Alberto Ascari nel 1953, Michael Schumacher nel 2001 e 2004 e Kimi Raikkonen nel 2007. Tutti sappiamo come si sono concluse le loro stagioni, ma non aggiungiamo altro in questa sede.
Leclerc, inoltre, ha ottenuto anche il giro veloce che gli ha così permesso di ottenere il primo hat trick della sua carriera. Bisogna tornare indietro di 12 anni, nell’oscurità di Singapore, per vedere l’ultimo ottenuto da un pilota Ferrari, quello di Fernando Alonso alla sua prima stagione per la Scuderia di Maranello. Per il #16 si tratta del quinto giro veloce, per la Ferrari del 255°. La squadra stessa, in più, torna a segnare la tornata più rapida della gara dopo 42 Gran Premi, l’ultima è stata infatti negli Stati Uniti nel 2019.
Abbiamo parlato di 2010 e come allora, la Rossa ha conquistato la prima doppietta in avvio di stagione dopo 12 anni. Allora furono Alonso e Massa, domenica Leclerc e Sainz che per la prima volta hanno condiviso il podio in F1. È la prima doppietta della Ferrari sempre dal GP di Singapore 2019, l’85a nella storia del Cavallino. Con questi due podi a Maranello hanno raggiunto quota 780 top-3 in F1. Per quanto riguarda una statistica generale, in 73 stagioni, questa è la 20a volta che un costruttore riesce a concretizzare un 1-2 al termine della prima gara di campionato, di queste solo cinque appartengono alla Rossa.
In aggiunta, tutti i 57 giri della gara in Bahrain sono stati comandati da un pilota della Ferrari – 55 da Leclerc e 2 da Sainz – che uniti alla pole, la vittoria e il giro veloce del monegasco danno vita al primo Grand Chelem della Rossa (come squadra) dal GP di Singapore 2010, quando Fernando Alonso fece bottino pieno anche in termini di giri in testa. Questo risultato ha permesso alla squadra di Maranello di ottenere il massimo dei punti in un week-end di gara (senza Sprint Qualifying, ndr): 44. È un nuovo record per la Ferrari che, da quando è stato istituito il punto addizionale per il giro veloce non era riuscita a conquistarlo nell’unica doppietta con Vettel e Leclerc.
Le connessioni con il pilota asturiano non terminano qui. Carlos Sainz ha ottenuto per la prima volta in carriera due podi consecutivi e l’ultimo spagnolo a riuscirci fu proprio il bicampione del mondo, ai tempi della Ferrari, a Monza e Singapore 2013.
Al terzo posto si è piazzato Lewis Hamilton che ha avuto grandi difficoltà con una Mercedes non più dominante come quella delle ultime 8 stagioni. Il podio realizzato dal 7 volte campione del mondo lo porta ad avere almeno un piazzamento in top-3 per la sedicesima stagione consecutiva; un nuovo primato per il britannico che scalza Michael Schumacher dalla prima posizione, mantenuta per ben 18 anni. Per il pilota della Mercedes questa è anche la 250a gara in zona punti della sua carriera in F1. Dietro all’inglese ha concluso il suo compagno di squadra che ha così ottenuto il miglior piazzamento al volante di una Mercedes, ma anche in una gara con condizioni normali (non contiamo quindi quella di Spa 2021, ndr).
Quinta posizione per Kevin Magnussen che ha ottenuto il suo secondo miglior piazzamento al via di una stagione, dopo il podio ottenuto all’esordio con McLaren nel 2014. Per il danese questa è anche la quarta gara in cui chiude al quinto posto: l’ultima è stata in Austria nel 2018. Così come per lo scandinavo, anche per Haas è la prima gara da quell’evento di Spielberg in cui riesce a chiudere nelle prime cinque posizioni.
Per la Haas, inoltre, i punti conquistati domenica sono più di quelli messi insieme dal GP d’Ungheria 2019 in poi. In aggiunta, questo risultato ha permesso di issarsi fino al terzo posto in classifica costruttori. È il miglior piazzamento mai raggiunto dalla squadra di Günther Steiner da quando è entrata in F1. Prima del 2022 non era mai andata oltre il quarto posto archiviato dopo il GP d’Australia 2019.
Valtteri Bottas ha concluso la gara in sesta posizione, replicando così l’ultimo risultato ottenuto in Mercedes ad Abu Dhabi tre mesi fa. Il finlandese ha anche ottenuto il miglior risultato per Alfa Romeo degli ultimi due anni. La squadra elvetica, infatti, non raccoglieva così tanti punti dal GP del Brasile 2019 quando Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi hanno chiuso rispettivamente in quarta e quinta posizione. Grazie anche al decimo posto di Zhou Guanyu, questo è anche il primo doppio arrivo a punti del Biscione proprio da quella gara in Sudamerica.
Miglior esordio stagionale, invece, per Esteban Ocon che ha concluso la prima gara in settima posizione. Stessa cosa si può dire anche di Yuki Tsunoda che con l’ottava piazza ha migliorato la nona conquistata la scorsa stagione nella sua gara d’esordio. In merito al giapponesse, inoltre, si può dire che la sua AlphaTauri è anche l’unica vettura motorizzata dalla nuova Power Unit Red Bull ad aver tagliato il traguardo.
L’unica statistica attribuibile a Fernando Alonso, arrivato in nona posizione sotto la bandiera a scacchi, è quella di aver iniziato la propria 19a stagione in F1, andando quindi ad eguagliare il record condiviso da Rubens Barrichello, Michael Schumacher e Kimi Raikkonen.
Chiudendo la zona punti, e quindi tornando a parlare di Zhou, possiamo dire che il pilota dell’Alfa Romeo è il primo cinese a raccogliere almeno un punto in F1. Il suo paese, dopo essere diventato il 39° a schierare un pilota in pista, è il 34° a portare un punto in cascina. L’ultima nazione ad aver esordito in F1 fu l’Indonesia nel 2016 con Ryo Haryanto, mentre l’ultimo paese a registrare il primo punto fu la Russia con Vitaly Petrov nel GP della Cina 2010.
L’undicesimo posto è invece il miglior piazzamento a fine gara di Mick Schumacher, che ha mancato la zona punti per poco meno di 10 secondi. Il tedesco è inoltre l’unico pilota non motorizzato Mercedes ad aver chiuso la gara fuori dalla zona punti.
E a proposito di motorizzati dalla casa anglo-tedesca, la McLaren non tagliava il traguardo con entrambe le vetture fuori dalla top ten dal GP di Abu Dhabi 2018 con Fernando Alonso 11° e Stoffel Vandoorne 14°. Ai tempi, però, il team di Zak Brown era ancora spinto dai propulsori Renault. Peggio è però andata alla Red Bull che non ha chiuso solo con un doppio zero, ma con un doppio ritiro. L’ultima volta in cui la squadra di Milton Keynes non ha mosso la classifica è stato lo scorso anno in Gran Bretagna, mentre non si ritirava con entrambe le vetture dal GP d’Austria 2020. Inoltre, l’ultimo precedente in cui il campione in carica non ha tagliato il traguardo della prima gara stagionale è quello di Sebastian Vettel al GP d’Australia 2014.
CURIOSITÀ
Le prime tre file di questo GP hanno replicato le medesime di quello di Singapore 2017. Pole position e terzo posto per un pilota della Ferrari, seconda piazza per Max Verstappen e quarta per l’altra Red Bull e terza fila condivisa da Lewis Hamilton e Valtteri Bottas. Fortunatamente per i ferraristi, l’epilogo di domenica è stato nettamente differente da quello di cinque anni fa.
Come nel GP del Bahrain 2010, la doppietta della Ferrari è arrivata dopo un problema tecnico sulla Red Bull che ha permesso anche a Lewis Hamilton di salire sul terzo gradino del podio.
Nico Hülkenberg è il primo pilota a correre in F1 per lo stesso team, che nel corso della storia ha avuto tre nomi differenti: Force India, Racing Point e Aston Martin.
Sebastian Vettel è il quinto pilota a saltare una gara di F1 per positività al Covid dopo Sergio Pérez a Silverstone, Lance Stroll al Nürburgring e Lewis Hamilton a Sakhir nel 2020 e Nikita Mazepin ad Abu Dhabi nel 2021.
Immagine di copertina: Media Ferrari
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