Segue l’analisi post gara di Pirelli per il GP Bahrain 2020
La gara è ripartita dopo più di un’ora di stop per permettere di riparare le barriere a seguito del grave incidente occorso a Romain Grosjean (Haas), che ne è fortunatamente uscito solo con ferite lievi.
Le regole per la ripartenza hanno consentito ai Team di effettuare riparazioni e cambiare i pneumatici. Solo quattro piloti hanno scelto di non sostituirli: Lewis Hamilton e Valtteri Bottas (Mercedes), Daniel Ricciardo (Renault) e Lando Norris (McLaren).
Alla ripartenza (dal giro 3) i primi nove son partiti tutti con pneumatici medium, con Pierre Gasly (AlphaTauri) al 10 ° posto e primo tra i piloti su hard.
C’è stata una safety car dopo la ripartenza che ha allungato gli stint – considerando anche le temperature relativamente fresche di 25° ambiente e 26° asfalto – riducendo il degrado termico e l’usura.
Hamilton ha vinto la gara dopo essere partito dalla pole con una strategia a due soste, mantenendo alla ripartenza gli stessi pneumatici P Zero Yellow medium che aveva al via, per poi passare nuovamente su medium usate dopo 19 giri e terminando con uno stint di 22 giri su P Zero White hard. La gara si è conclusa in regime di safety car.
Max Verstappen (Red Bull), 2° al traguardo, ha adottato una strategia diversa, utilizzando pneumatici nuovi White hard per due stint centrali prima di finire la gara con medium usate. È stato l’unico pilota – a parte Kevin Magnussen su Haas – che ha effettuato quattro pit stop.
Le tre mescole nominate per quest’anno erano uno step più morbide rispetto a quelle viste in Bahrain lo scorso anno, cosa che ha generato un numero di pit stop maggiore del solito.
HARD C2: Utilizzati da tutti – tranne sei – nello stint finale, mostrando sia un ottimo passo che costanza sull’asfalto abrasivo del Bahrain. Gasly ha usato due set di hard per tutta la gara dopo il primo pit al giro 1, per poi terminare al sesto posto.
MEDIUM C3: È stata la mescola protagonista della giornata. Scelti dalla maggior parte dei piloti (i primi 10 in griglia hanno superato il Q2 con questa mescola) per lo stint iniziale, con un buon equilibrio tra prestazioni e durata. Sono stati usati da Hamilton per più di metà della gara, con Verstappen che ha montato un set di medium a 11 giri dalla fine, ottenendo il punto extra grazie al giro veloce di gara.
SOFT C4: Carlos Sainz (McLaren) è stato l’unico pilota a scegliere la Red soft al via, poi seguito anche da Daniil Kvyat su AlphaTauri per la seconda partenza. Questa mescola si è comportata bene in condizioni fresche, portando Sainz al terzo posto prima della sua prima sosta e alla quinta posizione sul traguardo dopo essere partito dal quindicesimo posto in griglia.
INFOGRAFICHE
Parla Mario Isola
“Innanzitutto siamo sollevati che Romain Grosjean non abbia riportato ferite gravi dopo lo spaventoso incidente al giro 1. Ciò sottolinea il ruolo fondamentale degli standard attuali di sicurezza e di fronte a questo, tutto il resto ha sicuramente minor importanza. Tornando alla gara, le strategie sono state ovviamente influenzate dalle lunghe interruzioni e dal ritardo. Abbiamo visto una prestazione molto valida della soft, più di quanto ci aspettavamo, come mostrato da Carlos Sainz subito dopo la ripartenza, mentre si sarebbero potuti estendere gli stint su medium.
Ciò è stato dimostrato da Lewis Hamilton, autore di due stint lunghi su medium prima di finire la gara su hard. Durante tutto il gran premio si è vista un’ampia varietà di strategie: ad esempio Gasly si è fermato due volte per montare pneumatici hard, chiudendo 6°. In Formula 2, la gestione dei pneumatici è stata cruciale, con la medium che ha giocato un ruolo chiave per alcuni piloti. Deletraz è stato l’unico a partire su questa mescola, scegliendo la hard per il finale di gara: una tattica che ha lavorato alla perfezione, dando vita a una splendida rimonta tipica delle gare di Formula 2″.
Fonte immagini e testi: Pirelli Motorsport
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