Il contatto all’inizio del penultimo giro tra il messicano e lo spagnolo ha dinamiche simili a quelle dell’Austria nelle responsabilità tra i due piloti
L’incidente che ha tolto Sergio Pérez e Carlos Sainz dalla classifica finale del GP Azerbaijan 2024, all’inizio del penultimo giro, ha delle similitudini con quello dell’Austria che ha coinvolto Max Verstappen e Lando Norris, costato poi 10 secondi di penalità all’olandese.
Non si tratta tanto di fase di gara e di dinamica nello specifico: Verstappen e Norris stavano approcciando curva 3 in frenata mentre, a Baku, Sainz e Pérez erano in piena fase di accelerazione. Ciò che si intende sottolineare, come era stato fatto per l’Austria, sono le responsabilità non solo del pilota che si trovava davanti ma anche di quello che seguiva.
Ricordiamo, infatti, che è responsabilità di entrambi i piloti in fase di lotta fare tutto il possibile per evitare un contatto. Così come, nel caso di Spielberg, avevamo sottolineato le responsabilità di Norris nello scegliere di non spostarsi, nel caso di Baku Sergio Pérez non è esente da colpe rispetto a Sainz. Anzi, nello specifico, chi dei due poteva evitare di più il contatto era proprio il messicano.
Un altro dettaglio da ricordare è che il pilota che si trova davanti gode del diritto di traiettoria, che non va confuso con il muoversi rapidamente da una parte all’altra della pista, ovvero il weaving. In entrambi i casi, sia in Austria che in Azerbaijan, il pilota che si trovava davanti non ha mai scartato repentinamente (per repentinamente si intende sterzare vigorosamente e in pochi metri) verso sinistra per chiudere l’avversario.
La spostarsi a sinistra di Verstappen in Austria era coerente con un concetto di difesa più impostazione di curva a destra. Sainz, a Baku, stava seguendo la linea impostata da Leclerc, davanti a lui, per prendere la sua scia. Lo spagnolo, in ogni caso, una volta uscito da curva 2, non ha mai sterzato nettamente a sinistra per stringere Pérez. Ha semplicemente impostato una linea che portava progressivamente (e non repentinamente, ripetiamo) verso l’interno.
Di due piloti in lotta, chi ha più visibilità e coscienza fisica della presenza dell’altra vettura e dei suoi ingombri è sempre quello che segue. E, anche in questo caso come in Austria, chi è alle spalle decide di non muoversi dalla sua linea se non di pochissimo. Se, in Austria, Norris aveva poco (ma sufficiente) spazio alla sua sinistra, in Azerbaijan Pérez aveva praticamente più di metà pista. Le opzioni a disposizione sono sempre le stesse: spostarsi più a sinistra, frenare, restare al proprio posto.

Citando proprio Verstappen e Norris, nel corso del 24° giro l’olandese ha tentato di superare l’inglese sempre tra curva 2 e 3, dovendo però rinunciare all’ultimo momento per evitare un contatto dopo la difesa del suo rivale. L’episodio serve a sottolineare proprio come chi si trova alle spalle abbia la possibilità di evitare, se vuole, un incidente.

Torniamo all’incidente tra Pérez e Sainz. In uscita da curva 2, con Sainz tutto sulla destra, il messicano si pone su una linea dalla quale devierà solo di poche decine di centimetri. Come riferimento, la distanza tra le due linee bianche che delimitano la pista è 11 metri.

In questo frame il muso della Ferrari di Sainz è sulla linea continua esterna e quello della Red Bull di Pérez sulla prima tratteggiata.
Inizialmente avevamo dato per scontato che le corsie fossero della medesima larghezza. Ma, durante l’analisi, ci siamo resi conto che non è proprio così. Tenendo conto di eventuali tolleranze, imprecisioni ed arrotondamenti dati gli strumenti a disposizione, la corsia di destra risulta essere larga circa 2,90 metri, quella di mezzo 4,50, quella di sinistra (che non ci interessa in questa analisi) circa 3,60.
Ora: il muso di Sainz in questo frame risulta leggermente scostato verso destra. Togliendo un metro dalla parte destra della Red Bull e un altro dalla parte sinistra della Ferrari, le due vetture in questo momento sono a circa un metro di distanza.

Sainz che, davanti a sé (fuori inquadratura), ha Leclerc, sta convergendo pian piano verso l’interno. Pérez, invece, resta esattamente dritto. Qui il muso della Red Bull è sulla riga bianca come prima, mentre Sainz si è spostato di qualche decina di centimetri rispetto all’uscita di curva 2. Tra le due monoposto ci sono circa 50/60 centimetri di distanza.

Sainz continua progressivamente a spostarsi verso l’interno e, solo dopo quasi 150 metri dall’uscita di curva 2, Pérez inizia a muoversi verso sinistra. Con quasi 8 metri a disposizione, la Red Bull si sposta di una quarantina di centimetri. Troppo pochi

Nell’ultimo frame prima del contatto, Pérez ha ancora le ruote di destra sulla riga bianca, segno che non si è spostato neanche di un metro dall’uscita di curva 2, mentre Sainz gli si è portato praticamente addosso. Lo spagnolo, sulla stessa riga bianca, ha le gomme di sinistra. I due, in buona sostanza, stanno per agganciarsi.

Il contatto tra l’anteriore destra della Red Bull e la posteriore sinistra della Ferrari, che fa ruotare la SF-24 puntandola verso il muro, è ovviamente inevitabile. I due si agganciano e finiscono in barriera, perdendo rispettivamente terza e quarta posizione in favore di George Russell e Lando Norris tra i primi inseguitori.

Per fornire qualche dato in più, l’incidente è avvenuto a circa 180 metri dall’uscita di curva 2. Sainz, in questo spazio, si è spostato verso sinistra (per inseguire Leclerc) di quasi due metri su 11 totali, con una progressione di circa 60/70 centimetri a sinistra ogni 60 metri. Pérez, in totale, si è spostato di una cinquantina di centimetri.
L’incidente è tutto in questi numeri. Considerato, come detto sopra, che:
– chi è davanti ha diritto di traiettoria
– chi è dietro ha più visibilità
– Sainz ha impostato una traiettoria seguendola progressivamente, senza sterzate improvvise
Il concetto dell’analisi è lo stesso dell’Austria: se è vero che Sainz avrebbe potuto essere leggermente più cauto, Pérez aveva tutta la possibilità di evitare il contatto, con otto metri di pista a disposizione sulla sua sinistra; ben più di quanto avesse a disposizione Norris a Spielberg, con l’inglese che ha poi ammesso che avrebbe potuto fare di più e i colleghi che hanno difeso la manovra di Verstappen.
Proprio a proposito di questo, è da notare come nel caso di Baku i commissari abbiano deciso di non punire nessuno dei due piloti, mentre a Spielberg Verstappen è stato sanzionato con 10 secondi di penalità. Il caso dell’ultima domenica dimostra ancora una volta che, sebbene gli Stewards sostengano il contrario, le penalità vengono comminate prevalentemente sulla base delle conseguenze dei contatti.
Con Norris ritirato a Spielberg, l’incidente è stato imputato totalmente all’olandese, poi quinto al traguardo. In questo caso, con entrambi i piloti a zero, si è deciso di non intervenire. Per coerenza col passato, essendo stato Sainz a spostarsi, i commissari avrebbero dovuto comminare allo spagnolo la stessa penalità dell’olandese.
Anche se, come abbiamo analizzato, sia Sainz a Baku che Verstappen in Austria non sono stati i soli colpevoli dei rispettivi contatti…
---
Stai visualizzando da visitatore. Accedi o registrati per navigare su P300.it con alcuni vantaggi
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.