F1 | GP Australia 2024, la gara negativa di Sergio Pérez: quanto ha perso per i problemi al fondo?

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
26 Marzo 2024 - 15:30
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Il messicano è stato criticato ampiamente per la gara sottotono di Melbourne, ma vanno quantificati i danni al fondo della sua Red Bull

La gara di Sergio Pérez nel GP Australia 2024 è stata letteralmente massacrata dagli addetti ai lavori per l’incapacità del messicano di sostituirsi (almeno in parte, ovviamente) a Max Verstappen una volta che l’olandese è uscito di scena dopo pochi giri per il problema ai freni che abbiamo analizzato in precedenza.

Pérez, qualificatosi terzo, è stato penalizzato di tre posizioni per impeding su Hulkenberg ed è quindi partito dalla sesta piazza, perdendone una in partenza in favore di George Russell e recuperandola per il ritiro del compagno di squadra.

Il primo stint con le gomme medie è stato effettivamente disastroso per il messicano, che ha perso una media di un secondo al giro da Sainz fino alle prime soste. Una volta passati sulle dure sia lui che lo spagnolo, Pérez è ripartito da un gap netto di 17.9 secondi dal leader e qui ha iniziato a perdere molto meno dalla Ferrari #55.

Tra il 18° ed il 25° giro, a pista libera, il gap da Sainz aumenta “solo” di un secondo e tre decimi, da 17.9 a 19.1 secondi. Pérez recupera quasi 8 secondi ad Alonso con un ritmo simile a quello della Ferrari in testa.

Arriviamo al punto cruciale della gara del messicano. Dopo una serie di giri piuttosto veloci (freccia verde) il primo passaggio alle spalle di Alonso, il 26 (freccia blu) è condizionato dall’aria sporca dell’Aston Martin. Infatti, Pérez gira in 1:22.2 dopo una serie di passaggi sull’1.21.6 di media, ma in quello successivo (freccia gialla) arriva il sorpasso sulla #14 nel lungo tratto in pieno del secondo settore. È a questo punto che succede qualcosa, perché dal 28° passaggio in poi, con strada totalmente libera, Pérez non riesce più a girare sotto l’1:22 (freccia rossa).

Christian Horner, dopo la gara, ha segnalato che Pérez ha avuto un problema di perdita di carico dovuto ad una tear-off, una visiera a strappo, rimasta incastrata nel fondo. Il Team Principal della Red Bull ha stimato la perdita in 20 punti di downforce. La casistica è molto particolare e può far sorgere dei dubbi: per quella che è la conformazione di un fondo è davvero difficile che una tear-off possa incastrarsi creando, oltretutto, un danno simile. Diverso, invece, il caso delle visierine che si infilano chirurgicamente all’interno delle prese d’aria dei freni.

Purtroppo le riprese non permettono neanche di verificare se Pérez abbia raccolto o meno una tear-off: la camera car attiva sull’Aston Martin di Alonso era quella posteriore e non è quindi possibile controllare se sia stato lo spagnolo a liberarsi di una visierina. Inoltre, dall’analisi dell’onboard di Pérez non emerge una divagazione sui cordoli che possa aver creato danni al fondo.

In ogni caso, visiera a strappo o meno, il cronologico dei tempi è chiaro rispetto al cambio netto di passo della monoposto #11, non lineare e coerente con un semplice degrado degli pneumatici.

Il parallelo tra l’ultimo giro ad aria pulita prima di passare Alonso, il 25, ed il primo successivo al sorpasso dell’Aston Martin, il 28, mostra delle differenze in termini di velocità massima sul dritto, soprattutto nel tratto veloce del secondo settore.

Da qui, Pérez inizia ad incamerare decimi di ritardo ad ogni giro. Tra il 28° ed il 34°, il ritardo dalla Ferrari in testa sale da 21 a 27 secondi, ovvero con una media di circa 8 decimi a passaggio contro il poco più di un decimo e mezzo nei passaggi analizzati in precedenza.

A soste completate, Pérez riparte da un ritardo di 28.5 secondi da Sainz e ricomincia a perdere terreno pur con strada libera davanti a sé.

Tra il 43° ed il 56° giro, l’ultimo prima dell’attivazione della VSC per l’incidente di Russell, Pérez perde altri 8 secondi dallo spagnolo della Ferrari.

Nelle ore successive alla gara si è detto erroneamente – forse anche con intenzioni entusiastiche – che il messicano è arrivato a “un minuto” da Sainz, ma è evidente che gli ultimi due giri non debbano essere contati per la dilatazione dei tempi e dei distacchi dovuti alla Virtual Safety Car.

Quanto ha perso Pérez?

Si tratta di una domanda alla quale non è semplice rispondere, anche se le differenze tra i gap sul giro rispetto a Sainz prima e dopo il problema possono darci un’indicazione di massima. Se in sette giri tra il 18° ed il 25° il messicano aveva perso 1.3 secondi dalla Ferrari prima di superare Alonso (185 millesimi in media) e dal 28° al 56° ne ha persi 15 (535 millesimi), possiamo stimare a grandi linee un valore di tre decimi e mezzo esatti, corrispondente a 9.8 secondi.

Si tratta ovviamente di stime molto approssimative. Pur togliendo questo gap dal suo ritardo alla fine del 36° giro, la posizione di Pérez non sarebbe cambiata perché si sarebbe trovato comunque a più di 8 secondi da Piastri, quarto con la seconda McLaren, e ad oltre 26 da Sainz, di cui 14 accumulati nei primi 14 giri di gara e 12 nei successivi 42.

Resta il fatto che la gara di Pérez è stata tutto tranne che positiva: la penalizzazione post qualifica non ha sicuramente aiutato ma anche il messicano, soprattutto con le gomme medie, ha faticato tantissimo rispetto alla prima parte di stint con le dure, fino al problema post sorpasso di Alonso. Di certo, comunque gli ipotetici 26 secondi finali sono un’altra storia rispetto al “minuto” sbandierato.

Immagine di copertina: Media Red Bull

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