Sargeant ha evitato una penalità nella seconda ripartenza di Melbourne, mentre Sainz ha dovuto dire addio ai punti
La seconda ripartenza, la terza in totale, all’inizio del giro 57 nel GP Australia ha catalizzato l’attenzione anche per la penalità inflitta a Carlos Sainz in regime di bandiera rossa. Lo spagnolo della Ferrari è stato colpito con 5 secondi di penalità per aver mandato in testacoda Fernando Alonso in curva 1.
Sebbene l’ordine di classifica sia poi stato ripristinato a quello antecedente alla ripartenza, riposizionando quindi l’asturiano in terza posizione, il suo connazionale della Ferrari ha dovuto scontare la penalità nell’ultimo giro completato dai piloti ad andatura lenta alle spalle della Safety Car. In questo modo Sainz, con i cinque secondi aggiuntivi sul suo tempo, è crollato dalla quarta alla dodicesima posizione, perdendo tutti i punti che aveva fin lì guadagnato.
Oltre all’incongruenza sulla decisione di penalizzare lo spagnolo senza nemmeno sentire le sue ragioni dopo la corsa, ciò che emerge è che un’altra situazione analoga, con un errore ancora più evidente, non è nemmeno stata investigata. Parliamo di Logan Sargeant che, nell’immagine di copertina (potete vedere il video qui), colpisce pesantemente l’AlphaTauri di Nyck De Vries in frenata per curva 1. Entrambi sono stati costretti a fermarsi in via di fuga.
La manovra dell’americano della Williams non è stata nemmeno notata dai commissari, al contrario di quanto successo con la Ferrari e con le due Alpine, per le quali poi non sono stati presi provvedimenti. Si è creata quindi una macroscopica differenza con l’atteggiamento avuto nei confronti di Sainz. Il fatto che Sargeant si sia fermato senza poter proseguire non giustifica l’assenza di investigazione, dato che i commissari hanno il potere di infliggere penalità anche per le griglie delle gare successive.
Si tratta di un’altra mancanza che si aggiunge alle tante di una gara decisamente da dimenticare.
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