Segue l’anteprima Brembo del GP Arabia Saudita 2025 di F1
Terzo week-end consecutivo per la Formula 1, nonché 4° GP di fila nel continente asiatico. Quattro sono anche le edizioni del GP Arabia Saudita finora disputate.
Le prime trattative ebbero luogo nell’agosto del 2019 ma l’ufficializzazione dell’accordo con la SAMF fu data solo a novembre dell’anno dopo. Come teatro furono scelte le strade di Gedda, la seconda città del Paese dopo Riad, situata sulle sponde del Mar Rosso. Da record sono le sue 27 curve, così come le tre zone per l’utilizzo del DRS.
I dati del GP
Secondo i tecnici del gruppo Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti di Formula 1, il Jeddah Corniche Circuit da 6,174 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4 perché pur avendo appena 8 frenate ben 6 sono della categoria High, cioè altamente stressanti per l’impianto frenante. In un giro i piloti utilizzano i freni per oltre 11 secondi, esercitando un carico complessivo sul pedale del freno superiore ad una tonnellata.
La curva più dura
La curva più dura del Jeddah Corniche Circuit per l’impianto frenante è la prima perché si perdono oltre 200 km/h: le monoposto scendono da 317 km/h a 110 km/h nello spazio di 122 metri, grazie ad una frenata di 2,47 secondi, con un carico sul pedale del freno di 159 kg. La potenza frenante è di 2.339 kW mentre la decelerazione a cui sono sottoposti i piloti tocca i 4,4 g.
Dall’asfalto all’off-road
L’Arabia Saudita ha ospitato le ultime 6 edizioni della Dakar, il rally-raid più celebre e duro al mondo. La 47ª edizione è partita il 3 gennaio scorso da Bisha e si è conclusa il 17 gennaio a Shubaytah. Hanno preso il via 335 veicoli ma solo 224 hanno tagliato il traguardo. Tra le moto si è imposto Daniel Sanders con la KTM, tra le auto Yazeed Al-Rajhi e tra i camion Martin Macik con l’Iveco. Il pilota più vincente nella storia della Dakar è Stéphane Peterhansel, capace di aggiudicarsi 14 edizioni, le prime 6 in moto e le restanti in auto.
I dischi per la Dakar
Per affrontare gli 8.000 chilometri della Dakar, le auto che inseguono le prime posizioni sono dotate di impianti frenanti progettati per l’occasione: a differenza dei rally, questi possono restare inattivi per diversi minuti per poi entrare in azione con uno sforzo violento che potrebbe deformare i dischi. Per scongiurare questo rischio, i dischi Brembo presentano una fascia frenante in ghisa e una campana in alluminio che permette loro di espandersi senza deformarsi. Il loro diametro è di 355 mm e raggiungono senza problemi i 750 °C.
I dischi di F1
In F1 non si usano più i dischi in ghisa dagli anni 90 sostituiti dai più performanti dischi in carbonio, materiale estremamente performante per i componenti d’attrito dei sistemi frenanti ma anche molto costoso e delicato che lo rende poco adatto alle competizioni off-road come la Dakar. Il diametro dei dischi di F1 è tuttavia inferiore rispetto ai rally-raid: da 325 mm a 330 mm per l’anteriore, da 275 mm a 280 mm per il posteriore. Un’altra differenza è data dal numero dei fori di raffreddamento, che per le monoposto di F1 arrivano fino a 1.100 per i dischi anteriori Brembo e a 900 per i posteriori.
Fonte immagini e testi: Brembo
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