Alonso perde il podio per un’ingenuità del team nel fargli scontare la prima penalità e per una lentezza assurda degli steward
L’Aston Martin va fortissima e l’abbiamo visto anche nel GP dell’Arabia Saudita. Fernando Alonso, però, ha perso il podio dopo averlo anche celebrato per una violazione del regolamento che gli steward hanno rilevato con eccessivo ritardo.
Tutto inizia all’inizio di gara con un errore del pilota. Alonso si posiziona male, troppo sulla sinistra, sulla sua piazzola della seconda posizione prima di scattare in testa davanti a Sergio Pérez. Il posizionamento errato viene rilevato subito e segnalato dai commissari, con una penalità di 5 secondi che lo spagnolo dovrà scontare al primo pit stop.
La Safety Car entrata in pista per il ritiro dell’altra Aston Martin di Lance Stroll (e sull’ingresso della SC ci sarebbe comunque da dire) porta il team britannico ad approfittare per fermare il due volte campione del mondo all’inizio del 19° giro. Nel corso del pit stop si attendono i cinque secondi prima di effettuare il cambio gomme, ma c’è un problema. La penalità non può essere scontata se la Virtual Safety Car è attiva o la Safety Car è già in pista, come da articolo 54.4 del regolamento sportivo.
Cosa succede successivamente? Che l’incorretto espletamento della penalità non viene tempestivamente rilevato dagli steward. Alonso prosegue la sua gara tenendo a distanza George Russell e solo negli ultimi giri il team gli consiglia di mantenere un margine di cinque secondi dalla Mercedes dell’inglese, il tutto senza che sia stato investigato ufficialmente il caso.
Alonso conclude la gara con poco più di cinque secondi di margine su Russell, va a podio e solo successivamente viene investigato e sanzionato con 10 secondi, che gli fanno perdere la terza posizione.
In questa situazione sono quattro le considerazioni da fare
La prima è l’errore di posizionamento di Alonso, che porta alla prima penalità. A parziale giustificazione dello spagnolo, il fatto che con queste nuove monoposto è sempre più difficile capire dove vengono piazzate esattamente le ruote anteriori.
La seconda è l’incredibile ingresso della Safety Car con Lance Stroll in posizione di sicurezza. Sarebbe bastata una Virtual. La FIA si è giustificata dicendo che dalle prime immagini non era ben chiara la posizione della AMR23.
La terza è la decisione del team di far scontare i cinque secondi di penalità con la SC già in pista, cosa vietata dal regolamento. Questo è un grave errore in quanto il regolamento è chiaro.
La quarta è la lentezza dei commissari nel reagire all’errore del team. Non è ammissibile che siano necessari 30 giri per rivedere una situazione e applicare una sanzione. Se Alonso fosse stato informato tempestivamente degli ulteriori 10 secondi di penalità, avrebbe potuto provare a spingere per mettere tra sé e Russell quel margine e non solo cinque secondi.
In generale, in questa situazione chi ne esce meno colpevole è proprio il due volte campione del mondo. Il suo errore è parzialmente giustificabile, mentre non è ammissibile che il team non conosca il regolamento e che i commissari decidano una penalità con quasi un’ora di ritardo, contribuendo alla perdita del podio di un pilota.
Immagine: Media Aston Martin
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