F1 | GP Abu Dhabi 2021, analisi Safety Car: il commento in diretta e la rassegnazione Mercedes via radio

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
17 Dicembre 2021 - 22:10
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L’ultima gara del Mondiale 2021 di F1 resterà sicuramente nella storia per le polemiche sulla gestione degli ultimi giri

Si parlerà ancora per settimane di quanto il finale del GP di Abu Dhabi di F1 abbia diviso le opinioni del pubblico per il ribaltamento del favore da Lewis Hamilton a Max Verstappen. Gli ultimi 5 giri della gara di Yas Marina sono stati così intensi da necessitare più repliche per poter catturare a pieno tutti i dettagli dei momenti più concitati.

In questa analisi andremo a rivedere, tramite immagini in parallelo di Latifi con il feed principale della FOM, la trascrizione dei commenti in cabina di Sky Sports UK (con Martin Brundle e David Croft) e i team radio del team Mercedes con Lewis Hamilton come la situazione si è evoluta nell’arco dei giri finali dal momento in cui la Safety Car è entrata in pista.

Quello che emerge dai contenuti che vi stiamo per proporre è una condizione di consapevolezza ben presto acquisita, da parte di Mercedes, di aver offerto un vantaggio enorme a Red Bull non facendo rientrare subito Hamilton, permettendo così a Red Bull di effettuare il pit con Verstappen e metterlo su gomme soft.

Questo alla luce del fatto che, sia in Mercedes, sia in cabina di commento, la certezza è che con una ripartenza la Direzione Gara lascerà tutte le monoposto doppiate superare la Safety Car, liberando quindi lo spazio che separa i duellanti al titolo.

Le polemiche nascono principalmente a causa del primo messaggio in grafica al giro 56, ovvero che i doppiati dovranno rimanere al loro posto senza sdoppiarsi. Comunicazione modificata a metà del penultimo giro quando a Norris, Ocon, Alonso, Vettel e Leclerc viene permesso di superare la Safety Car e, successivamente, la vettura di sicurezza viene richiamata in Pit lane per lasciare l’ultimo giro in regime di bandiera verde.

Partiamo quindi con l’analisi anche per capire il perché di questo cambio di idea.

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Siamo nel corso del 53° giro e Nicholas Latifi, dopo aver battagliato con Mick Schumacher in curva 9, perde il posteriore della Williams in curva 14 andando a picchiare abbastanza violentemente contro le protezioni.

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Brundle e Croft, su Sky Sport UK, “chiamano” l’ingresso della Safety Car e questa viene mandata in pista 16 secondi dopo l’incidente. Lewis Hamilton, 9 secondi dopo l’ingresso della SC, passa nella zona dell’incidente scuotendo la testa.

Una curiosità: il guardrail di curva 14 è lo stesso che, nel 2010 (ai tempi era curva 19), Mark Webber colpì nelle fasi iniziali del Gran Premio con la Red Bull, rientrando ai box e convincendo la Ferrari a coprire la sosta facendo rientrare Fernando Alonso.

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I commentatori inglesi paventano la possibilità, con una rapida rimozione della Williams, di avere uno o due giri di gara in regime di bandiera verde. Un minuto dopo l’incidente Latifi scende dalla monoposto. Hamilton è già passato sul traguardo avendo avuto indicazione di non rientrare, mentre Verstappen entra in corsia box per montare le soft, seguito da Pérez.

I meccanici Mercedes, inizialmente usciti in piazzola con un treno di gomme medie, tornano in box una volta che Lewis non è rientrato, con l’inglese che viene censurato via radio. Max, in pista dietro Hamilton e i doppiati Norris, Alonso e Ocon, dopo il pit finisce dietro anche a Vettel e Leclerc, anche loro con un giro di ritardo.

Passa un altro minuto e i commissari sono impegnati a spegnere un principio d’incendio sul freno anteriore sinistro della Williams.

Hamilton, via radio, è sconcertato dalla situazione: “È incredibile!”. In Mercedes si è già capito che, se la gara dovesse ripartire, sarebbe durissima tenere dietro Verstappen. Nel primo giro continua la conversazione tra il muretto e l’inglese. Lewis chiede qual è la situazione: il suo ingegnere Peter Bonnington spiega che Verstappen si è fermato ai box e le vetture doppiate dovranno poi passare, lasciando l’olandese dietro di lui. Il pilota risponde chiedendo se Max ha montato gomme nuove e il suo ingegnere conferma, specificando che se si fossero fermati gli sarebbero presumibilmente tornati in pista alle spalle, scelta che non potevano rischiare di fare nel caso in cui la gara non dovesse ripartire. “It may not restart” dice “Bono”.

Passa un altro minuto e 10 secondi e la gru arriva per sollevare la monoposto di Larifi per portarla via dal luogo dell’incidente. Mezzo minuto dopo la Williams viene alzata quando i piloti, dietro la Safety Car, sono nel corso del 55° giro sul rettilineo successivo a curva 5. In cabina di commento ci si chiede se si vedranno altri giri di gara. In caso di bandiera verde Brundle sottolinea che Verstappen ha ovviamente un vantaggio di gomme importante.

Spunta la domanda da parte dell’ex pilota inglese: “Lasceranno sdoppiare le monoposto?“. La risposta di Croft è “Lo fanno sempre, in modo che non interferiscano nella lotta” e Brundle aggiunge “Ok, ma questo estenderebbe il periodo di Safety Car” riferendosi al regolamento (Art. 48.12) che parla di rientro della SC nel giro successivo allo sdoppiaggio.

Passa un giro. Mentre la Williams è stata portata via dalla pista ma è ancora in via di fuga, con i commissari ancora al lavoro nella zona dell’impatto, la Direzione Gara indica che le monoposto doppiate non possono superare la Safety Car.

Questa opzione è prevista dall’articolo 48.12: “Se il Direttore di Gara considera che le condizioni della pista non sono adeguate al fine di permettere lo sdoppiamento, l’indicazione ‘Il sorpasso non sarà permesso‘ verrà inviata a tutti i concorrenti tramite il sistema di informazione ufficiale”.

Quando i piloti passano sul luogo dell’incidente nel corso del 56° giro, i commissari stanno infatti per scavalcare il guardrail per tornare nelle loro postazioni, dietro le reti di protezione. Non può quindi essere possibile far ripartire la corsa a due giri dal termine, anche perché la Safety avrebbe dovuto spegnere prima le luci, prendendo spazio dalle monoposto. Insomma, con i commissari ancora tecnicamente in pista non si può iniziare la procedura di ripartenza. Pertanto si va al 57° giro, il penultimo.

La Williams viene riportata a terra nel momento in cui le altre monoposto sono sul traguardo per l’inizio del penultimo. passaggio.

La telecamera sulla Williams di Latifi viene scollegata quando Hamilton gira in curva 1 dietro la Safety Car. Nel frattempo arriva il ritiro Pérez, che aveva seguito Verstappen ai box appena entrata in pista la vettura di sicurezza.

Nel corso del penultimo passaggio, all’altezza del secondo rettilineo di ritorno, la Direzione Gara invita Norris, Alonso, Ocon, Leclerc e Vettel, ovvero i cinque piloti tra Hamilton e Verstappen, a superare la Safety Car. Ricciardo, Stroll (che si trovano dietro a Max) e Schumacher (più indietro), invece, devono restare nelle loro posizioni. Pochi secondi dopo, la Safety Car spegne le luci e la grafica indica il suo rientro alla fine dello stesso 57° giro. Decisione che manda su tutte le furie il muretto Mercedes.

La gara riparte poi in regime di bandiera verde e Verstappen passa Hamilton per vincere gara e Mondiale.

Gli accordi “verbali” tra FIA e Team

L’articolo 48.12 indica che, una volta che le monoposto doppiate hanno superato la Safety Car, questa deve tornare ai box al termine del giro successivo. In questo caso, il giro successivo sarebbe stato l’ultimo e avrebbe visto quindi il termine della gara sotto Safety Car, con la vittoria di Hamilton di Gran Premio e Mondiale.

Nel comunicato con il quale gli steward respingono la seconda protesta Mercedes, si legge: “Il Direttore di Gara ha sottolineato che vige da tempo un accordo tra i team per il quale è altamente desiderabile, dove possibile, concludere una gara in regime di bandiera verde e quindi non dietro la Safety Car”. Inoltre, viene specificato che l’obiettivo dell’articolo 48.12 è principalmente quello di far passare le monoposto che possono interferire nella lotta tra i leader.

L’articolo 48.13, secondo gli stewards “scavalca” il 48.12: secondo questo articolo, una volta che il messaggio “Safety Car in this lap” viene mostrato, la vettura di sicurezza deve rientrare, anche se le monoposto si sono appena sdoppiate.

In aiuto di Masi c’è anche l’articolo 15.3 del regolamento sportivo, nel quale è indicato che il Direttore di Gara ha potere di imporre la sua discrezionalità su cinque aspetti tra cui, proprio, l’utilizzo della Safety Car.

Rivedendo le immagini e la sequenza degli eventi è ipotizzabile che l’intenzione di Masi fosse sin dall’inizio quella di far sdoppiare le cinque monoposto scelte, ma prima del 57° passaggio. Come abbiamo visto dalle immagini, però, le operazioni per la rimozione della Williams non sono state per nulla rapide: dall’incidente al “parcheggio” fuori dalle barriere passano 8 minuti esatti. Nel corso del 56° giro, i commissari erano ancora al lavoro in pista nella zona dell’incidente. Non sarebbe stato pertanto sicuro permettere ai doppiati di superare i leader e la Safety arrivando in quella zona.

A questo punto, pur di permettere un giro Green ed essere allineato all’accordo verbale con gli stessi team, Michael Masi ha “compresso” la procedura permettendo lo sdoppiaggio e facendo rientrare la Safety all’interno dello stesso giro. Si tratta, basandosi sull’articolo 15.3, di una possibilità in suo potere: non una violazione del regolamento ma una differente applicazione dello stesso che rientra nella discrezionalità di intervento da parte del Direttore di Gara.

Un doppiaggio “certo”

Quella che è chiara dalle comunicazioni radio e dalla cabina di commento inglese è la consapevolezza che la Direzione Gara prima o poi lascerà sfilare le monoposto doppiate. Tanto che David Croft ammette che questo è ciò che succede sempre per togliere le vetture che potrebbero interferire nella lotta per la vittoria. Dello stesso avviso è Bonnington, che avvisa Hamilton della procedura. Lewis capisce in fretta che a breve, alle sue spalle, comparirà un Verstappen con gomme soft fresche e non fa nulla per mascherare la sua preoccupazione.

Mercedes, scelta sbagliata?

Come mostrato prima, al passaggio di Hamilton a fianco alla Williams di Latifi l’inglese scuote la testa. Lewis capisce quindi subito le problematiche che si potrebbero prospettare e, con i meccanici in attesa in piazzola, riceve poi l’indicazione di continuare in pista mentre Verstappen rientra per montare le soft. Bonnington si giustifica dicendo che avrebbero perso la posizione a vantaggio dell’olandese, forse pensando che la gara potrebbe anche non ripartire (“It may not restart”, dice). Di questo, però, Bonnington non può avere certezza.

Mercedes decide quindi di mantenere la prima posizione nella speranza che la gara non riparta o che venga sventolata la bandiera rossa. Scelta sbagliata? Difficile da dire sul momento. Ma, a fronte del sopracitato accordo tra FIA e Team e dell’incidente in sé, era difficile immaginare che non si sarebbe svolto almeno un altro giro in bandiera verde.

Inoltre, curioso come i meccanici Mercedes si fossero portati in piazzola con gomme medie e non con delle soft, tenendo presente che sia Hamilton che Verstappen avevano a disposizione ormai solo set usati nella parte finale di gara, avendo sfruttato le dure nuove tenute da parte nei loro stint precedenti.

Bandiera rossa? Neanche da valutare

Le polemiche in seguito al risultato di gara hanno incluso, tra le altre, proprio la possibilità non valutata di esporre la bandiera rossa per l’incidente di Latifi. Evidentemente questa alternativa avrebbe permesso a Hamilton di poter cambiare gomme “gratis”, come succede sempre, rimandando tutti i piloti in griglia per una nuova partenza da fermo. L’interruzione di gara, oltre a non essere ipotizzata nemmeno in diretta in cabina di commento, è stata correttamente scartata.

L’impatto della Williams con il guardrail non ha danneggiato le protezioni richiedendone la sistemazione (come successo a Silverstone e in Arabia, seppur marginalmente), Latifi è uscito dalla monoposto dopo un minuto e dopo due e mezzo (il tempo di un giro dietro Safety Car) i commissari hanno iniziato a rimuovere la monoposto mentre ripulivano la pista dai pochi detriti sparsi. Quello di Latifi è stato un episodio come tanti che capitano in una stagione e non c’era alcuna ragione logica per interrompere la corsa.

Diversi i casi di Budapest e della seconda rossa di Jeddah, con detriti sparsi ovunque. Nota aggiuntiva: in Arabia l’interruzione con bandiera rossa era stata ampiamente contestata per aver permesso a Verstappen di “guadagnare” un pit stop. Ad Abu Dhabi si è contestato il contrario, ovvero il fatto che non sia stata introdotta per permettere a Hamilton di guadagnare a sua volta un pit stop.

Il doppiaggio di una sola parte delle monoposto

Un’altra delle recriminazioni da parte di Mercedes è stata relativa al fatto che la Direzione Gara ha permesso solo ad alcune monoposto di sdoppiarsi, quelle che separavano Hamilton e Verstappen, lasciando Ricciardo e Stroll, a loro volta doppiati, tra l’olandese e Carlos Sainz con Mick Schumacher più indietro. Red Bull ha sottolineato il fatto che nel regolamento si parla di “any cars” e non “all”, mentre un’altra parte della polemica riguardava il fatto che, in questo modo, Carlos Sainz non è stato trattato equamente togliendogli l’eventuale possibilità di lottare con Verstappen per la seconda posizione.

Una situazione di questo tipo è legata proprio al GP di Abu Dhabi del 2016, nel quale lo stesso Hamilton e Nico Rosberg si giocavano il mondiale. Nelle fasi finali di gara Hamilton aveva rallentato vistosamente il passo, per mettere in difficoltà Rosberg confidando nel fatto che Sebastian Vettel e Max Verstappen, in terza e quarta posizione, attaccassero il compagno di squadra. I due, invece, hanno seguito i duellanti per il titolo senza accennare un vero attacco.

Lo stesso Lando Norris, in terza posizione in griglia domenica, aveva chiarito che non si sarebbe messo di traverso nella lotta Mondiale. Per lo stesso principio, ammesso che la Direzione Gara avesse fatto sdoppiare tutte le monoposto, è improbabile che Sainz, già sul podio con il terzo posto, avrebbe tentato un attacco disperato su Verstappen rischiando un incidente che avrebbe avuto conseguenze mediatiche importanti. Anche in considerazione del fatto che Carlos era nelle stesse condizioni di Hamilton, ovvero con un treno di gomme hard usate, alla ripartenza dell’ultimo passaggio.

Considerazioni finali

Il nervosismo Mercedes per aver perso il titolo piloti all’ultimo giro è sportivamente comprensibile. Ricordiamo ancora le polemiche fioccanti sulla testa di Timo Glock per aver subito il sorpasso all’ultima curva del GP del Brasile del 2008, che ha consegnato il primo titolo nelle mani proprio di Lewis Hamilton.

Il caso Abu Dhabi è simile, anche se più spinto, rispetto a quello di Spa-Francorchamps, dove la Direzione Gara ha applicato quanto previsto dal regolamento facendo disputare i giri minimi necessari allo svolgimento dell’evento, ovvero due. Il fatto che nel regolamento non sia indicato in quale regime questi giri devono essere percorsi per assegnare metà punteggio non è un problema di chi l’evento lo vince, ma di come è scritto il regolamento e del non aver segnalato l’anomalia in tutti gli anni precedenti, aspettando che la casistica si presentasse.

Se l’accordo verbale “pro spettacolo” per non far finire un GP sotto Safety Car esiste e non è un’invenzione dettata dal momento da Masi, i team devono recriminare anche con loro stessi. Su questi accordi andrebbe poi aperto un discorso a parte: le regole dovrebbero essere chiare e scritte per non aprire polemiche.

Dal punto di vista sportivo, fino al messaggio che indica che i doppiati non possono superare la SC (per questioni di sicurezza, a questo punto), la sensazione sia in cabina di commento che in Mercedes è che la gara ripartirà e con Verstappen alle spalle di Hamilton, prevedendo quindi ciò che poi sarebbe successo. Quello che fa infuriare Toto Wolff è la “compressione” della procedura di ripartenza al fine di permettere un ultimo giro in bandiera verde. Ma questo, come specificato dagli stewards, rientrerebbe nella discrezionalità del Direttore di Gara.

Di certo c’è che un mondiale come quello che abbiamo vissuto non meritava di finire tra le polemiche. Ma questo non è altro che il risultato di una gestione inadeguata non da Abu Dhabi, non dall’Arabia ma dall’inizio dell’anno. Ora, con monoposto nuove e un nuovo Presidente della FIA, si spera che si possa fare subito qualcosa per evitare un altro anno di polemiche.

Immagine: ANSA

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