Il Gran Premio d’Azerbaijan ha lasciato in eredità una quantità di argomenti che basterebbe per settimane. Nel coacervo di polemiche e discussioni che ne sono derivati, spunta anche la forte critica rivolta dal pilota della Toro Rosso, Pierre Gasly, al collega della Haas, Kevin Magnussen. Il giovane francese non usa giri di parole, definendo K-Mag il pilota più pericoloso e della griglia e di tutti quelli con cui si è trovato a gareggiare in carriera.
Ma andiamo con ordine. Nel weekend appena trascorso, possiamo dire che Gasly abbia fatto il pieno in quanto a spaventi. Già dalla fine della Q1, quando se l’è vista davvero grigia, trovando in mezzo alla pista il compagno di box Brendon Hartley, il quale procedeva molto lento nel tratto che portava a curva 15 a causa di una foratura all’anteriore sinistra. Un’incomprensione che poteva costare carissimo, ma che Gasly ha disinnescato, con un misto d’istinto e fortuna.
In gara, invece, al momento del secondo restart ha avuto un incontro un pò troppo ravvicinato e con Kevin Magnussen e con il muretto esterno del lungo rettilineo. Dalle immagini, infatti, si nota come il pilota della Toro Rosso prenda la scia al danese provando ad affiancarlo a sinistra subito dopo l’ultima piega a destra prima dei box. Magnussen si sposta a sua volta a sinistra, producendo un potenzialmente pericolosissimo contatto tra la sua posteriore sinistra e l’anteriore destra del francese.
Retweeted Stefania Bruera (@stefifm):
La razón por la que Gasly estaba tan furioso con Magnussen tras el #AzerbaijanGP
Muy feo lo del danés-
📹 @F1 pic.twitter.com/nycRQTuPs8— Felipe Hincapié (@FelipeHincapi) April 30, 2018
Poche centinaia di metri e Gasly, che nel frattempo riprende la scia di Magnussen, ci riprova ancora a sinistra. All’altezza dell’ingresso della corsia box, però, il pilota della Haas stringe di nuovo, costringendo Pierre ad alzare il piede, salvo attaccarlo una terza volta alla prima staccata. La manovra all’esterno, però, non riesce e Magnussen tiene la posizione. A fine gara, per quanto successo, al danese è stata comminata una sanzione di 10″ sul tempo finale, finendo dietro al francese.
Ai giornalisti, Gasly ha espresso tutto il proprio disappunto nei confronti del collega: “Kevin è il pilota più pericoloso con il quale io abbia mai gareggiato. Mi ha letteralmente messo a muro ad oltre 300 km/h al restart, rovinandomi completamente la gara. Nel peggiore dei casi, al momento del restart mi sarei ritrovato decimo. Questo è quanto“.
“Al momento dell’uscita della Safety Car siamo rientrati ai box, ritrovandoci in 11.esima posizione. Eravamo consapevoli di giocarci dei punti” – spiega il pilota Toro Rosso – “L’ho attaccato subito prima della Safety Car Line, affiancandolo di lato. Lui, però, mi ha stretto a muro, tirando via metà del mio fondo. Le mie gomme anteriori sono finite in aria, si è rotto lo specchietto destro e mi si è anche piegato lo sterzo. Dopo quello che è successo, ho pensato solo a concludere la gara. Non aveva quasi più senso continuare a correre“.
“Parlare con lui? Si è sempre comportato così, ha sempre guidato in maniera dura. A me non dispiacciono i piloti aggressivi, ma mettere a muro un collega a 300 km/h è semplicemente andare oltre i limiti” – ha concluso Gasly – “Non mi importa nulla, lui sapeva benissimo cosa stesse facendo. E mi ha messo a muro ad altissima velocità“.
Nel comunicato degli steward riguardante la penalità inflitta a Magnussen, si legge: “Il conducente dell’auto #20 (Magnussen) si è mosso in maniera imprevedibile ed inutile a sinistra, e si è scontrato con l’auto #10 (Gasly), che stava mantenendo la sua direzione“. Il danese ha anche subito la decurtazione di due punti sulla Superlicenza, portando il suo complessivo ad 8 su 12. Quindi a serio rischio squalifica se, nelle prossime gare, dovesse raggiungere la fatidica quota.
“Ho avuto così tante vibrazioni nell’auto che gli specchi erano inutili, dato che non potevo vedere nulla“, ha provato a dire a sua discolpa Kevin, difeso poi anche dal team principal Haas, Gunther Steiner. “Aveva già definito come ‘pericoloso’ anche Hartley, il suo compagno di squadra” – ha detto il manager alto-atesino – “A volte devi pensare anche a te stesso. Pierre è un rookie, quindi aspettiamo che commetta qualche errore anche lui“.
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