A fine luglio la FIA ha modificato il regolamento tecnico specificando cosa è consentito e cosa no lato forza frenante
Il 31 luglio, su approvazione del Consiglio Mondiale, la FIA ha modificato il regolamento tecnico 2024 completando l’articolo 11.1.2, il quale si riferisce al sistema frenante delle monoposto di F1.

L’aggiunta, apportata all’articolo in questione, specifica che è vietato qualsiasi sistema o meccanismo che possa riprodurre gli effetti di una frenata asimmetrica, ovvero con forza frenante diversa tra ruota interna e ruota esterna in fase di curva.

Curiosamente, la Federazione il 24 giugno (ovvero un mese prima) aveva pubblicato una bozza aggiornata del regolamento tecnico 2026 nella quale aveva inserito lo stesso identico articolo, già completo della modifica che avrebbe poi aggiunto a quello dell’attuale stagione.

Il ricordo, per appassionati e addetti ai lavori con buona memoria, va al famoso terzo pedale della McLaren nel periodo 1997/1998; un sistema grazie al quale David Coulthard e Mika Hakkinen avevano la possibilità di impartire maggiore forza frenante alla ruota posteriore interna ad una curva. Questo permetteva di sfruttare la ruota stessa come “perno” al fine di far girare di più l’anteriore e ridurre il sottosterzo. La versione originale, del 1997, obbligava a decidere sulla base del circuito e del numero delle curve a destra o sinistra su quale freno posteriore far operare il terzo pedale. Nel 1998, il sistema venne affinato con l’aggiunta di uno switch, tramite il quale il pilota poteva decidere su quale ruota posteriore utilizzare il sistema, di fatto potendolo applicare l’effetto a tutte le frenate con evidenti vantaggi sul cronometro.
Tornando ai giorni nostri, la modifica al regolamento – scoperta all’inizio del mese di agosto – ha letteralmente scatenato per quasi tre settimane il web e alcuni addetti ai lavori. Il dito, manco a dirlo, è stato puntato sulla Red Bull. Il crollo del team campione in carica è stato subito associato alla modifica nell’accezione negativa del termine “associato”.
In alcuni casi, infatti, l’ipotesi ventilata è che la squadra di Milton Keynes sia stata “pizzicata” nell’uso di un sistema di questo tipo e che, costretta a rimuoverlo, sia poi incappata nei problemi del secondo blocco di gare della prima metà di stagione, con la FIA impegnata a chiudere la lacuna regolamentare. Sui social non sono mancate le accuse di illegalità per l’eventuale utilizzo di questo sistema addirittura da anni, in un clima web legato alla F1 diventato ormai insostenibile.
Si tratta, ovviamente, di illazioni prive di fondamento almeno per il momento. Uno dei riferimenti chiamati in causa come “prova” di un eventuale sistema asimmetrico è quello del problema al freno posteriore destro di Verstappen a Melbourne, che ha costretto l’olandese al ritiro dopo pochi giri. Problema nato, in realtà, da un errore in fase di montaggio della pinza, come avevamo già confermato al tempo.
Dal punto di vista tecnico, diverse analisi tecniche a livello ipotetico hanno parlato di una sorta di valvola capace di conferire autonomamente più forza frenante alla ruota interna sull’asse posteriore, senza quindi l’ausilio di un terzo pedale o sistema equivalente. Anche qui, si tratta di ipotesi che non hanno al momento alcun riscontro o prova tangibile dell’esistenza di un sistema di questo tipo.
Il riferimento a Red Bull deriva dal fatto che il team iridato è quello che ha perso più terreno da maggio in poi, nello specifico dal GP di Miami vinto da Lando Norris (anche se con l’aiuto della Safety Car). Tecnicamente, però, la modifica regolamentare entrerà in vigore dal prossimo GP d’Olanda e, pertanto, non esiste alcun estremo per definire retroattivamente illegale un qualcosa che non era normato precedentemente.
Dal punto di vista della tempistica, inoltre, la decisa risalita della McLaren è nata proprio dagli aggiornamenti portati a Miami: pertanto, il crollo di Red Bull è sicuramente più da imputare ad una combinazione tra il lavoro svolto dagli avversari (McLaren, Mercedes) e il mancato sviluppo della RB20, che ha portato a casi particolari come le due monoposto diverse viste in Ungheria.
Pur ammettendo, quindi, che la modifica regolamentare impartita dalla FIA derivi dall’essere venuta a conoscenza di uno sviluppo su un sistema di gestione diversificata della frenata (situazione negata dalla stessa Federazione proprio questa mattina) non è assolutamente detto che il team in questione sia Red Bull o che, tra l’altro, ce ne sia soltanto uno.
Di certo, però, anche durante la pausa estiva la F1 ha avuto di che parlare oltre alle meritate vacanze.
Immagine: Brembo
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