F1 | Fondi, pattini e controlli. Quanti sono e come avvengono?

AnalisiF1Tecnica
Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
25 Ottobre 2023 - 17:45
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Una panoramica sulla questione fondi e verifiche tecniche in F1, per capire cosa è successo ad Austin e come avvengono i controlli

Il GP degli Stati Uniti ha aperto un piccolo vaso di Pandora sull’argomento verifiche tecniche. La squalifica di Lewis Hamilton e Charles Leclerc, a causa dell’eccessiva usura del pattino sul fondo, ha dato il là ad una serie di domande a cui cerchiamo di rispondere con questo articolo.

Partendo dall’inizio, il pattino (agli albori in legno, ora sostituito da una fibra) è stato introdotto nel 1994 come misura successiva agli incidenti che hanno portato alla morte di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger. Il fine del pattino era (ed è) quello di vietare che le monoposto viaggino troppo aderenti al suolo. Le regole attuali (articolo 3.5.9 del regolamento tecnico) stabiliscono che il pattino deve avere uno spessore di 10 millimetri e che il consumo massimo consentito è di un solo millimetro. I pattini sono caratterizzati anche da un inserto in titanio, posto sul frontale: le scintille che vediamo sprigionarsi dalle vetture provengono principalmente dallo sfregamento di questo inserto con l’asfalto o con le superfici dei cordoli.

I controlli

Le verifiche tecniche vengono svolte dopo ogni giornata e anche durante le sessioni. Sono composte da tutta una serie di controlli, alcuni dei quali vengono svolti su tutte le monoposto mentre altri vengono svolti a campione, selezionando in modo randomico una serie di vetture.

Vista l’attualità del caso Austin, questo è l’elenco dei controlli effettuati dopo la gara di domenica. Genericamente su tutte le monoposto vengono verificate temperature, pressioni e valori relativi all’impianto ibrido. Nell’arco del weekend tutte le vetture vengono pesate mentre, su alcune, vengono effettuati prelievi di olio o carburante per controllare che rispettino gli standard tecnici richiesti. Sempre su alcune monoposto vengono effettuati dei controlli a livello di aerodinamica e appendici, così come vengono effettuati test di flessione sulle ali.

Infine, e questo è il caso di Austin, è possibile che alcune monoposto vengano sottoposte ad un check dell’usura del pattino inferiore. Questi test specifici non possono essere effettuati su tutto il parco macchine per mancanza di tempo. Per questo, il controllo viene effettuato a campione a meno che, in fase di prima ispezione, non ci sia il dubbio che alcune vetture abbiano girato con qualche soluzione non regolare. Resta, quindi, un’operazione a discrezione dei commissari, che hanno diritto di scelta su quali monoposto controllare.

I dubbi

Sfatato il mito che non tutti i controlli vengono effettuati su tutte le macchine, un’altra domanda riguarda le monoposto squalificate. È possibile che altre vetture, tra quelle non controllate ad Austin, abbiano girato in condizioni non regolari? Questa domanda parte dal presupposto che, su quattro vetture controllate sul pattino (Verstappen, Norris, Hamilton, Leclerc) due di queste, il 50%, siano risultate non conformi al regolamento tecnico. Su questo non può essere fornita certezza alcuna. Ciò che va sottolineato è che non necessariamente, se Hamilton e Leclerc sono stati squalificati, anche le vetture di Sainz e Russell hanno sicuramente girato con un fondo usurato.

Ogni monoposto gira con un suo setup e questo non per forza è identico tra le vetture dello stesso team, in quanto basato sullo stile di guida del pilota o la strategia impostata a livello aerodinamico o meccanico. Una monoposto più scarica tenderà meno ad abbassarsi sul dritto rispetto ad una più carica, ad esempio. Una più “dura” sulle sospensioni tenderà a spanciare meno rispetto ad una più “morbida”.

Il dubbio che si può avere è legato più a fattori esterni. Mercedes e Ferrari, nel tentativo di difendere l’infrazione commessa, hanno chiamato in causa sia le sconnessioni del tracciato di Austin che il poco tempo a disposizione (una sola ora di prove libere con il format Sprint) per settare adeguatamente le monoposto #16 e #44. Su queste basi si potrebbe sospettare che non tutte le vetture non controllate fossero in regola. Escludendo a prescindere la sicurezza precisa di un 50% di vetture irregolari, va detto che oltre alla mancanza di tempo fisico per effettuare tali check su ogni singola monoposto ci sono anche delle verifiche preliminari svolte sulla base di dati o immagini a disposizione dei commissari.

Curiosità: quella di Hamilton e Leclerc è la prima squalifica per consumo del pattino proprio dal 1994, quando la vittoria di Michael Schumacher a Spa-Francorchamps fu tolta al tedesco per lo stesso motivo: al tempo la colpa fu data ad un testacoda di 360° sul cordolo esterno all’uscita della chicane Fagnes. Un altro caso ci fu nel 2001, nel GP sempre degli Stati Uniti ma ad Indianapolis, con coinvolta la Jordan di Jarno Trulli giunta quarta al traguardo.

Il pattino della monoposto dell’italiano fu trovato consumato per 1,5 mm escludendo la vettura dalla classifica. Il ricorso del team, però, fu accettato annullando l’esclusione ma per un semplice vizio di forma: al colloquio iniziale con i tre steward uno tra questi non era presente. Dovendo essere le decisioni prese collettivamente, questo costituì una violazione del regolamento che riconsegnò la quarta posizione a Trulli.

Immagine: P300.it

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