F1 | Ferrari, il confronto con le Rosse più disastrose degli ultimi anni

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di Andrea Ettori @AndreaEttori
31 Agosto 2020 - 14:50
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Il week-end difficile della Ferrari a Spa Francorchamps ha riportato alla mente di tanti appassionati, soprattutto ferraristi, le prestazioni delle vetture più deludenti della storia del Cavallino Rampante.

La SF1000, nonostante due podi in sette gare arrivati anche grazie a condizioni favorevoli, nella tre giorni delle Ardenne ha mostrato tutti i suoi difetti sia in termini di downforce che di potenza pura. In questi sette appuntamenti Charles Leclerc e Sebastian Vettel hanno accumulato appena 61 punti, buoni attualmente per un quinto posto nel mondiale costruttori.

Ci sono due monoposto che, in casa Ferrari, negli ultimi 30 anni vengono spesso ricordate per la loro scarsa competitività e sono la F92A del 1992 e la F93A del 1993.

Andiamo ad analizzare le prime sette gare del calendario di quegli anni confrontandolo con quello attuale con il sistema di punteggio utilizzato ora in F1. La F92A con il doppio fondo (che vi abbiamo raccontato qui insieme a Ivan Capelli) era una monoposto tanto bella quanto difficile. In quegli anni i primi 6 piloti prendevano punti con il classico 10-6-4-3-2-1 tanto caro ai nostalgici di un certo tipo di F1.

Jean Alesi e Ivan Capelli, nelle sette gare iniziali del campionato, totalizzarono 13 punti (due podi di Jean a Barcellona e Montreal, un quarto posto in Brasile e il quinto, sempre ad Interlagos, di Capelli). Con il sistema di punteggio attuale (che premia i primi 10 classificati e con l’italiano decimo in Spagna) la F92A avrebbe totalizzato 53 punti.

L’anno successivo, la F93A a sospensioni attive iniziò la stagione ancora peggio. Il sistema elettronico non ne voleva sapere di funzionare e tra assetti rigidi, attuatori a molle e a gas, la Ferrari andò in crisi nera. Lo stesso Alesi e il cavallo di ritorno Gerhard Berger, nelle sette gare iniziali, raccolsero la miseria di 9 punti (podio di Alesi a Montecarlo, due sesti posti e un quarto di Berger) che convertiti al punteggio di oggi (aggiungendo quindi anche un ottavo posto di Alesi) sarebbero 47 totali.

C’è da dire che quel tipo di Formula 1 è comunque totalmente diverso rispetto a quella dei giorni nostri. Sia la F92A che la F93A, nonostante distacchi spesso abissali in classifica rispetto ai migliori, riuscirono nell’intento di essere comunque la quarta forza del mondiale. Rispetto a oggi, dove l’affidabilità è strepitosa, i distacchi più contenuti e il numero di team (soprattutto minori) è nettamente inferiore, in quel periodo era più semplice, anche grazie allo sviluppo libero, emergere in qualche situazione. Alesi in Brasile nel 1992 riuscì a conquistare la terza fila nonostante i tre secondi di gap dalla pole di Mansell, una cosa totalmente improbabile nella F1 moderna.

Oltre ai problemi tecnici, la SF1000 avrà anche il difficile compito di provare ad evitare le ultimissime file dello schieramento in un mondiale molto più “serrato” in fondo alla classifica rispetto al vertice. Monza e il Mugello sono dietro l’angolo…

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