F1 | Ferrari: due decimi e mezzo al chilometro il gap da Mercedes

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
15 Settembre 2020 - 13:55
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Il divario della SF1000 rispetto alla W11 è più o meno costante dall’inizio dell’anno

La stagione 2020 della Ferrari rischia di diventare la più negativa da trent’anni a questa parte, con prestazioni in qualifica ai limiti dell’imbarazzo e difficoltà a raccogliere punti in gara, soprattutto con un Sebastian Vettel ormai in totale “disaccordo” con la SF1000.

C’è un valore che certifica il momento negativo della Ferrari ed è quello del distacco al chilometro rimediato dalla Mercedes in qualifica. Se il distacco in termini di tempo sul giro varia in base al variare del circuito ed alla sua lunghezza, possiamo invece ottenere un valore medio di distanza per chilometro, ovvero il ritardo che la SF1000 accumula mediamente dalla W11 sulla distanza dei 1.000 metri.

Grazie a questo grafico possiamo valutare meglio i dati a disposizione. Dopo nove appuntamenti, escludendo le qualifiche del GP di Stiria corse sul bagnato – che riportiamo per completezza – questo distacco (barra rossa) si attesta a 249 millesimi a chilometro, due decimi e mezzo; in generale, invece (barra arancione), la SF1000 si è qualificata con un tempo mediamente superiore di 1.331 secondi alla W11, con un valore massimo di 1.7 in Belgio ed una sola qualifica sotto il secondo, quella della prima gara in Austria (984 millesimi).

In cinque degli otto appuntamenti utili ai nostri calcoli (Austria, GP70, Belgio, Italia, Mugello) la Ferrari ha accumulato un distacco chilometrico compreso tra 200 e 250 millesimi. La posizione effettiva in griglia di partenza, evidentemente, dipende anche dal risultato degli altri team, ma questo non cambia il rapporto di forze tra la monoposto del Cavallino e quella che sta dominando il mondiale.

Da notare la differenza tra i due Gran Premi corsi a Silverstone: nel GP di Gran Bretagna la Ferrari ha girato con 191 millesimi di ritardo al chilometro. Una settimana più avanti questo gap è aumentato a 248 millesimi, segno dell’impossibilità di migliorare la propria condizione a pochi giorni di distanza e sulla stessa pista.

Un altro dato interessante riguarda i Gran Premi di Ungheria e Spagna: le due piste che richiedono maggior carico tra quelle dove si è corso e che includono settori lenti (come il T3 di Barcellona) fino ad ora sono quelle in cui il distacco al chilometro si è mostrato maggiore, superiore ai tre decimi. Il che sembra in controtendenza con una monoposto penalizzata pesantemente da una Power Unit figlia del famoso accordo segreto con la FIA.

Una nota riguardante il GP di Stiria. Si dice da anni che, con il bagnato, il pilota conta di più rispetto al mezzo, sopperendo così alle pecche riscontrate in condizioni di asciutto. Nel secondo appuntamento del Red Bull Ring, però, la Ferrari ha praticamente raddoppiato il distacco dalla Mercedes proprio in queste condizioni, con ben mezzo secondo al chilometro di differenza. Segno che, probabilmente, con le monoposto attuali i vantaggi sull’asciutto si ripercuotono anche sulla guidabilità in caso di pioggia, grazie all’enorme carico che queste F1 sono capaci di generare.

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