F1 | Ferrari 1996: l’inverno della F310, la macchina che somigliava tanto alla F92A

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
18 Febbraio 2024 - 19:30
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L’inverno tra il 1995 e il 1996 fu segnato dall’inizio di una nuova era in Ferrari. Ecco la cronistoria di quel periodo

L’inverno a cavallo tra il 1995 e il 1996 è una sorta di “Santo Graal” per i tifosi della rossa che, dopo anni difficili, possono vedere alla guida della Ferrari il pilota più forte di quel periodo, ovvero Michael Schumacher.

L’arrivo di Michael, tanto voluto soprattutto da un Jean Todt che, mattone dopo mattone, sta provando a riportare la rossa ad una dimensione almeno dignitosa, è visto anche con diffidenza da una parte della tifoseria che continua a preferirgli Jean Alesi; mostrando, con il senno di poi, una lungimiranza da focus sul dito invece che sulla luna.

Sul finire del 1995 Michael si mette alla guida della 412T2, alternando grandi prestazioni tra Fiorano, Estoril e Paul Ricard dopo un inizio non esattamente semplice, come ci ha raccontato l’Ing. Mazzola, capo della squadra test al tempo dell’arrivo del tedesco.

Famosa è la sua frase “come avete fatto a non vincere il mondiale con questo motore” subito dopo l’ennesimo record d’inverno. La stagione 1996 parte quindi con buone aspettative e con una squadra che inizia a rinnovarsi grazie anche all’arrivo di Eddie Irvine, numero 2 sia sul muretto che per contratto accanto a Schumacher.

Il rinnovato John Barnard decide di mettere del suo anche nella nuova F310, presentata alla stampa con tanto di avvocato Agnelli presente accanto al presidente Montezemolo esattamente 28 anni fa. La nuova nata colpisce subito nelle forme, particolarmente “grosse” soprattutto nella zona dell’abitacolo rispetto alle rivali che, interpretando al dettaglio il regolamento sulla sicurezza, hanno presentato delle monoposto più “minimaliste”, con protezioni ai lati della testa molto più basse.

La F310 viene già definita come “la Ferrari più costosa mai costruita” ed è la seconda, dopo la F92A, nata con il grande ausilio della galleria del vento. L’aerodinamica e il motore v10, che va a sostituire lo storico v12, fanno discutere. Le somiglianze appunto con la bellissima ma sfortunata monoposto di quattro anni prima sono piuttosto evidenti e fanno nascere qualche dubbio sulla scelta del “mago inglese”.

Le prese d’aria “a jet” sono molto simili, così come la separazione dal telaio di queste che, rispetto alla F92A, vanno poi chiudersi in una sorta di profilo alare. E, come citato, anche il motore di fatto entra nella storia della Ferrari perché il primo 10 cilindri nella storia del team di Maranello. 700cv per 120kg che, nel corso della stagione, darà qualche grattacapo.

Dopo la presentazione, Schumacher scende in pista a Fiorano davanti a tantissimi tifosi per macinare i primi km con la F310 ma il battesimo non è fortunato e soprattutto è in vero stile della Ferrari di quel periodo. Un problema al distanziale motore-cambio in fibra evidenza, oltre ad un leggero fumo azzurro, un problema strutturale al posteriore della F310 che mette in guardia i tecnici in vista dei test dell’Estoril.

Effettivamente questo problema si rivela più complicato del solito, perché mentre Schumacher macina km in Portogallo nonostante qualche guaio e senza tempi eccezionali, Irvine in quel di Fiorano non riesce percorrere più di 30 giri in 3 giorni a causa del solito guaio al distanziale del cambio.

Un ritardo, quello soprattutto dovuto alla progettazione e alla tenuta delle componenti meccaniche volute da Barnard, che mette in difficoltà la squadra. Todt, nonostante una simulazione gara portata a termine da Schumacher all’Estoril, dichiara: “Due settimane in più prima di Melbourne ci avrebbero fatto comodo” mentre Schumacher spera soltanto “di vedere la bandiera a scacchi in Australia lottando eventualmente con i migliori”. La Fiorano pre Melbourne diventa ancora di più l’ufficio del due volte campione del mondo, che si mette a totale disposizione del team guidando anche all’imbrunire.

Schumacher tra le altre cose chiede anche di effettuare la simulazione di un più-stop prima di partire che viene effettuato senza problemi. L’unico dubbio è quello della mancanza di affidabilità quando le casse con la F310 vengono spedite in Australia per il primo GP della stagione 1996.

Nel nuovo Albert Park, che va a sostituire Adelaide, la Ferrari grazie soprattutto a Schumi ribalta quella che sembrava una situazione difficile. Il tedesco è veloce così come Irvine in prova, ma soprattutto durante la gara. Nonostante 7km/h in meno di velocità di punta rispetto alle monumentali Williams è l’unico in grado di tenerne il ritmo prima di un guasto ai freni che lo mette KO.

Irvine, incredibilmente, porta la F310 a podio prima però di inaugurare una serie di ritiri piuttosto impressionante. Al contrario Schumacher, nonostante un’affidabilità precaria, andrà incontro ad una stagione clamorosa, impreziosita dalle tre magiche vittorie di Barcellona, Spa e Monza e da un terzo posto in campionato dietro alle imprendibili Williams. Il resto, invece, è storia…

Immagini: ANSA

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