Dopo quattro gare emerge una Ferrari più lenta sul giro singolo ma più concreta in gara
Il risultato del Gran Premio del Giappone 2024 conferma prima di tutto lo status di seconda forza della Ferrari alle spalle della Red Bull. Con un passo migliore rispetto a quello della fine del 2023, la Rossa si è anche leggermente avvicinata ai campioni in carica mentre ha aumentato il suo distacco dai diretti inseguitori, McLaren e soprattutto Mercedes, con quest’ultima apparsa in netta difficoltà a Suzuka.
Quello che si può notare dalle prime quattro gare è una tendenza cambiata rispetto alla scorsa stagione. La SF-24 appare meno incisiva in qualifica (dove nel 2023 aveva ottenuto sette Pole e altre cinque prime file) ma più forte in gara, sintomo di una specie di “coperta corta” delle prestazioni che si è spostata dal giro secco al passo gara. Il che non è un male, anzi.
I punti si fanno alla domenica (e al sabato nel caso delle Sprint) e questa è stata la più grande problematica del 2023, con sette Pole convertite in una sola vittoria (a Singapore) e tante gare che avevano illuso al sabato per poi presentare il conto il giorno successivo.
La situazione, ora, sembra ribaltata. Red Bull è alla quarta Pole con una prima fila completa nelle prime quattro gare e con un distacco non banale nei confronti della Rossa: 288 millesimi in Bahrain a Leclerc, 319 in Arabia Saudita sempre al monegasco, 270 a Melbourne a Sainz, 485 sempre allo spagnolo a Suzuka, media di 340 millesimi a qualifica di vantaggio sulla prima Ferrari.
Facendo un confronto con il 2023, nei primi quattro appuntamenti lo scarto medio a vantaggio di Red Bull era stato di due decimi (201 millesimi), mentre nelle ultime quattro qualifiche Red Bull era stata davanti in media di 14 millesimi: un niente.
In gara, invece, le cose sono migliorate a vista d’occhio. Il problema principale, quello della gestione gomme sui long run, sembra in grandissima parte superato e la gara di Leclerc a Suzuka ne è stato un grande esempio. Il distacco finale da Red Bull si è ridotto, di tanto rispetto a 12 mesi fa, di non molto rispetto alla fine del 2023, ovvero quello che dovrebbe essere il punto di riferimento.
La doppietta in Australia non doveva illudere vista l’assenza per ritiro dell’avversario di riferimento (Verstappen), ma che la Ferrari sia migliorata è un dato di fatto. Questo significa che, guardando al resto dell’anno, sicuramente ci potrebbero essere più occasioni per mettersi in mostra, per sfruttare un inciampo e (questa è una speranza soprattutto per i tifosi della Rossa) per portare più vittorie in bacheca rispetto ad un 2023 che dovrebbe essere irripetibile per Red Bull; anche in considerazione del fatto che gli altri avversari hanno fatto un passo indietro.
L’unico dettaglio di cui tenere conto è che, almeno al momento, Sergio Pérez riesce a stare più vicino a Verstappen rispetto alla scorsa stagione. Le tre doppiette in quattro gare ne sono una prova. Pertanto, se i valori resteranno così nelle prossime gare, il messicano potrebbe trovarsi spesso nella strada delle due Ferrari. Un piccolo problema in più anche se l’obiettivo principale deve essere puntare Verstappen.
Un primo passo è stato fatto, ma il difficile viene adesso per due motivi importanti: il primo è che Red Bull, spesso, corre le ultime parti di gara in gestione e non conosciamo il suo reale potenziale. Il secondo è che, sul fronte sviluppi, il team di Milton Keynes avrà più frecce al suo arco vista la mezza rivoluzione portata in pista con la RB20. Proprio in Giappone è arrivato un primo aggiornamento e ne seguiranno altri, mentre Ferrari e altri team hanno “preso spunto” da una RB19 valutata ormai al termine del suo ciclo di sviluppo da Adrian Newey e compagnia. Scopriremo, a breve/medio termine, come tutti questi fattori incideranno sul resto del campionato.
Immagine di copertina: Media Ferrari
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