Ai microfoni di SKY il CEO della F1 Stefano Domenicali è molto chiaro sulle prospettive future dell’Autodromo Nazionale
Intervistato da SKY durante le FP3 del GP Olanda, il CEO della F1 Stefano Domenicali ha affrontato diversi temi concentrandosi, nella parte finale, sul futuro dell’Autodromo Nazionale di Monza ad una settimana dal Gran Premio d’Italia.
Inizialmente Domenicali ha affrontato il tema del sempre maggior numero di giovani che seguono la Formula 1, ritenendolo dettaglio importantissimo per il futuro della serie. Dopo aver aperto ad un maggiore impegno per favorire la crescita del mondo femminile all’interno del motorsport, il CEO della F1 ha fatto una precisazione sul numero di gare in stagione, destinato a salire ma con un tetto massimo: “No, 30 gare assolutamente no. La fila è lunga, ci sono anche promotori che sono qui per presentare dei progetti, però io credo che per dare il giusto valore al campionato mondiale non andremo oltre le 24 gare. Faremo altre valutazioni ma credo che questo sia il numero oltre il quale sia giusto non andare per tanti motivi”.
Infine la parte più importante dell’intervista, relativa all’Autodromo di Monza. Ecco le sue parole: “Festeggeremo il centenario di Monza. Monza fa parte della Formula 1 ma il farne parte non è elemento sufficiente per dire che farà sempre parte della Formula 1.
Lo dico da italiano, immaginate quanto mi pesa dire queste cose, però c’è bisogno che tutto il sistema capisca che il Gran Premio ha bisogno di investimenti affinché la gente e le squadre lo possano fruire al meglio, perché è un’esperienza diversa.
Sotto questo profilo io credo che anche quello che sto seguendo non sia bello, i problemi che ci sono e che devono essere risolti. Sicuramente saranno risolti però tutto il sistema deve capire che in questo momento la spinta competitiva che esiste per avere dei Gran Premi deve far sì che tutti quanti alzino l’asticella.
Avete visto domenica scorsa in Belgio: mettere giusta pressione al fatto che non è solo la storia a permettere ai promotori di rimanere ha fatto sì che tutti si siano dati una mossa”.
Immagine: ANSA
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