La modifica apportata dalla FIA è stata, di fatto, un successo nel GP d’Austria al primo colpo. Si attendono ulteriori sviluppi
Se da un lato il GP d’Austria è stato pesantemente condizionato dalle polemiche per l’incidente tra Max Verstappen e Lando Norris, dall’altro non si può non notare come sia stato praticamente assente il problema che aveva caratterizzato l’edizione del 2023: i track limits.
Nella scorsa edizione si era dovuto attendere ore prima di avere una classifica finale del GP, dopo che tutte le infrazioni (centinaia) erano state verificate dai commissari con relative penalità applicate, in gara e successivamente.
La FIA e la F1, dopo la brutta figura del 2023, avevano promesso che si sarebbe fatto qualcosa per non ripetere l’esperienza e, infatti, nel 2024 il Red Bull Ring si è presentato con il lifting, con strisce di ghiaia lungo i cordoli esterni di curva 9 e 10 ed altri limiti rivisti dove la ghiaia era già presente. Come spiegato dal Direttore di Gara Niels Wittich, le modifiche apportate avevano l’obiettivo creare un ostacolo fisico come deterrente ad uscire dai limiti della pista.
Il risultato finale, a weekend concluso, è stato di fatto un successo: i tempi cancellati sono stati abbattuti dell’80% e, in generale, il fenomeno è stato praticamente azzerato, con i piloti automaticamente più lenti in caso di uscita sulla ghiaia e senza, quindi, la necessità di andare a rivedere centinaia di episodi.
L’unica situazione parzialmente controversa è stata quella del giro in qualifica di Oscar Piastri al sabato, anche se le immagini hanno mostrato come effettivamente l’australiano fosse uscito dai limiti.
Per portare qualche numero, in Sprint Qualifying i tempi cancellati sono scesi da 13 a 8. Nella Sprint da 7 a 4, in qualifica da 47 a 5. Infine, in gara, la riduzione maggiore, da 83 tempi cancellati ad appena 16.
L’esperimento è, quindi, riuscito, con un plauso anche da parte dei piloti. Ora resta da capire dove adottare le stesse modifiche su altre piste.
Immagine di copertina: Media Red Bull
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